Discendere negli inferi non dev’essere una passeggiata di salute, non lo è stato per il celebre cantore italiano, e non lo sarà per Lola, disposta a mettere l’Ade sottosopra pur di liberare il suo amato e avere la sua vendetta nei confronti di Zeus. C’è sempre bisogno di una guida. Una guida che nel nostro caso è il canuto taghettatore Caronte, disposto a mostrarvi la via, poiché altamente mortale come la sua natura ma non certo disposto a lasciarvi passare di stage in stage senza la giusta quantità di obolo. Fortunatamente queste monete sgusceranno fuori dai nemici che affetterete senza pietà di cui i suddetti stage sono ricolmi.
Olympia Rising è un platform senza fronzoli. Non lasciatevi ingannare dall’invasione improvvisa di MetroidVania nell’eShop, Olympia Rising è un Vania senza Metroid. Esplorazione, memorizzazione della mappa, back-tracking, miglioramento graduale delle skill del personaggio principale: sono tutti elementi tagliati fuori dalla produzione Paleozoic. Se infatti dobbiamo trovare una musa ispiratrice per questo indie, possiamo tirare fuori dal cappello titoli come il primo Castlevania o Kid Icarus per Nes, e rievocare tempi in cui platform era sinonimo del binomio precisione-tempismo. E di difficoltà elevata.

Oggi come allora, non c’è sfida che non si possa vincere con un po’ di esercizio. Quindi se inizialmente si viene investiti da ritmi che non sono più i nostri, e lamentele, giustificate in questo caso, potrebbero affiorare riguardo a un’eccessiva scivolosità dei controlli, l’esperienza vi porterà a domarli con efficacia, a fronte di un gamepad Wii U, diciamolo, un po’ ingombrante quando si tratta di input veloci e azione frenetica, anche se in questo caso si tratta solamente di muoversi, saltare e attaccare. Alla fine della fiera il gioco non è così punitivo come sembra dalle prime battute. Memorizzare la posizione dei nemici, raggiungere una tempistica di attacco efficace e capire i pattern di attacco dei boss è sufficiente a cavalcare la bestia e se si arriva alla fine del livello senza la quantità di denaro richiesta, poco probabile se siete stati abbastanza scrupolosi nell’annientare qualsiasi cosa vi si sia parata innanzi, basta tornare indietro sui nemici a suon di slash.

Questa pretesa di semplicità viene ricalcata dal look estetico di tutta la produzione. L’aspetto più manifesto, basta dare un’occhiata fuggevole alla manciata di screen in questa recensione, è che ci troviamo al festival dello sprite. Difficile non pronunciarsi in lodi sperticate davanti all’estetica di Olympia Rising, al punto che grafica e suono potrebbero essere la coppia che vi spingerà all’acquisto e da questo lato non ve ne pentireste affatto. Le animazioni sono ricche, i colori scelti con cura, una grazia, un’eleganza sconfinata, edonismo in pixel. Le musiche magari mancano di fischiettabilità, ma sono un pastiche retrobit che spinge a interessarsi all’attuale e fervida scena chiptune. Dallo schermo sembra tutto basilare eppure la ricchezza di dettagli tradisce un corposo ed encomiabile lavoro, nonostante qualche sfondo un po’ generico ma non privo di buon parallasse.

Non altrettanto encomiabile, invece, la disposizione dei livelli, dalla difficoltà graduale solo a sprazzi, e manchevoli di consecutio. Onestamente, ad eccezione dell’ultimo ciclo di livelli, non c’è una vera motivazione per affrontare prima i livelli di fuoco e in seguito quelli di neve, per fare un esempio, e i livelli appaiono slegati da una qualsivoglia logica. A differenza, la loro struttura sono frutto di un level design certosino e gradevole che offre diverse diramazioni, cosa indubbiamente utile a indorare la pillola al nostro subconscio messo di fronte a livelli tutto sommato abbastanza brevi. Il reskin di diversi elementi grafici e la brevità dell’esperienza sono dovuti alla natura del titolo: Olympia Rising è una piccola produzione, che costa solo cinque euro e intrattiene coerentemente per questa cifra, lasciandosi notare per l’aspetto pazzesco piuttosto che per il gameplay.

Essendo un platform puro, l’unico avanzamento degno di nota di Lola sono alcune magie, disponibili in alcuni livelli, come uno scudo dalla dubbia utilità o la possibilità di lanciare fiamme come attacco a distanza o ancora, una magia che potenzia i propri fendenti. Per quanto possano aiutare queste magie, sarà meglio usare la propria riserva magica per effettuare salti a catena, moltiplicando le monete ricevute dall’uccisione dei nemici prima che il contatore venga azzerato in conseguenza all’essere atterrati su una nuova piattaforma, o per svolazzare arrivando a piattaforme più distanti. I livelli infatti si sviluppano in orizzontale ma anche in verticale, e quando in alcuni di questi si è costretti a fuggire dalla lava, costantemente in ascesa come l’acqua di Rainbow Island per citare un altro mostro del suo genere, e che decreterà la vostra morte al solo tocco, è meglio sia sbrigarsi che collezionare monete durante la fuga. L’unico altro avanzamento degno di nota e che giustifica la difficoltà graduale dei boss, è appunto il cuore aggiuntivo che segue alla loro sconfitta e che aumenta la barra dell’energia. Chi cerca qualcosa di più complesso da queste dinamiche stia alla larga: non è un gioco per voi.

Olympia Rising, con queste caratteristiche o difetti, a seconda dei gusti personali, è un acquisto consigliato. Ma su Wii U? Purtroppo Olympia Rising ha dei problemi tecnici che è impossibile ignorare e che vanno dal fastidioso all’intollerabile. Cali di frame rate, che potrebbero influire sulla tempistica delle combo, sono il danno minore quando si è costretti a inserire una password per vedere il livello successivo perché il boss se la squaglia nel bel mezzo dello scontro. Fortunatamente accade solo una volta, e lo sviluppatore, contattato personalmente, sta correndo ai ripari con una patch che risolvi il problema. Attualmente queste aberrazioni tecniche rompono il gameplay, facilitando alcune sezioni, soprattutto se è la lava a non salire, ad esempio. Per cui allo stato attuale il gioco è non classificabile e il consiglio è di dare un’occhiata al miiverse relativo prima di valutare l’acquisto e di considerare il voto che trovate in calce come valido solo quando questi problemi verranno risolti.
Mi preme aggiungere una piccola nota personale: non mi piace dare un voto a come il gioco potrebbe essere e tendo sempre a valutarlo per come si presenta allo stato attuale, prova alla mano. In questo caso ho fatto la classica eccezione alla regola, scendendo a compromessi con il mio modus operandi, dopo essermi sincerato dell’impegno nello sviluppatore nel risolvere i problemi sopra elencati. Quindi, nel caso foste interessati a questo gioco, rinnovo l’invito a tenere d’occhio gli aggiornamenti, tenendo presente che già adesso il voto è coerente se la motivazione principale risiede nel godersi della bella Pixel Art.



























































