Ghost Trick: Detective Fantasma — Recensione ultraterrena

La recensione di Ghost Trick, l'avventura-puzzle che dovreste avere in libreria prima di subito.

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Genere: Avventura grafica con elementi puzzle
Multiplayer: No
Lingua/e: Multilingua

Pronti, partenza, trick!

Non avete posseduto davvero un DS se non avete giocato Ghost Trick: Detective Fantasma, opera a cura di Shu Takumi (Ace Attorney) e pubblicata da Capcom. Giunse da noi nel 2011 e la sua risonanza fu probabilmente smorzata da titoli più popolari e da una pubblicità piuttosto timida. Ma i pochi che ebbero la fortuna di averlo tra le mani lo ricordano ancora oggi come uno dei migliori giochi per la console coi due schermi. Ritengo quindi più che sensata l’esistenza di questo port, che spero gli dia la luce che ha sempre meritato.

Ma andiamo al sodo: cos’è Ghost Trick? Si tratta di una graphic novel con elementi puzzle, che porta avanti una storia fortemente incentrata sui dialoghi dei personaggi e dai tratti di un vero e proprio thriller in mix col paranormale. Il nostro protagonista, Sissel, si sveglia infatti nel mondo dei morti, dinanzi al suo cadavere: è uno spirito errante senza memoria della vita terrena e ignaro delle cause che hanno portato alla sua morte. Sarà Ray, una… lampada, a spiegargli che la verità può affiorare raccogliendo indizi e stringendo legami con le persone a lui più vicine negli ultimi istanti prima di morire.

Ma da defunti si sa, non si ha molta libertà d’azione. Viene quindi iniziato ai “Ghost Trick”, poteri speciali che gli permettono prendere il controllo di un oggetto, azionarlo o muoverlo nello spazio, in alcuni casi al solo scopo di spostarsi da un punto A a un punto B.

Giusto!

Ad esempio, è possibile spostarsi da un piano di un edificio all’altro sfruttando le condutture fognarie, “cavalcando” un oggetto lungo il tubo di scarico, azionare meccanismi che aprono porte, muovere una bici, far suonare una sirena e via discorrendo. In alcuni casi è persino possibile spostarsi da un’area della città all’altra facendo uso delle linee telefoniche. Touch dello schermo di Switch o stick analogici? Sta a voi decidere la configurazione a voi più comoda, efficace in entrambe le modalità.

Il giocatore può muovere la visuale a suo piacimento per un controllo totale e reagire dinamicamente a quel che accade davanti ai suoi occhi. Non si procede quindi per step, ma si percorre una scena che va di pari passo con lo scorrere dei minuti e risulta quindi fondamentale agire tempestivamente, pena il riavvolgimento del tempo per provare a cambiare qualcosa che è andato storto. Un gameplay che va a braccetto col trial and error e che con questo port poteva essere ridimensionato per avere un peso ancora minore, dando, ad esempio, la possibilità ai giocatori di poter accelerare una scena. Peccato, ma l’esperienza resta più che godibile anche grazie a una difficoltà ben calibrata.

Le fasi di gioco si dividono sostanzialmente in due parti. Nella fase “Ghost” il tempo si ferma e si entra in una dimensione dove solo Sissel può muoversi e sfruttare i meccanismi degli oggetti posseduti. Usciti da questa dimensione, si passa alla fase “Trick”, che attiva nel mondo reale l’azione dell’oggetto prescelto.

Spesso è necessario passare velocemente da una fase all’altra per incastrare tutti i pezzi del puzzle. Per quanto riguarda i ritmi di gioco, abbiamo momenti investigativi durante i quali Sissel raccoglie gli indizi che portano a un nuovo nodo narrativo, a un mistero che inizia a dissolversi o a una nuova pista da seguire. Ci sono poi le sessioni ambientate nel passato: qui Sissel riavvolge il tempo a quattro minuti prima della morte di un dato personaggio e manipolando gli oggetti attorno a sé può evitare la tragedia e ottenere un presente alternativo, sempre più vicino alla verità.

Lo stile grafico di Ghost Trick rimane tutt’oggi accattivante ma essenziale, non confonde il giocatore e mette bene in vista tutto ciò che è alla portata del protagonista fantasma. Il character design è ancora superbo, i modelli dei personaggi sono graziosi, le animazioni sono rimaste buone, in generale si è fatto un buon lavoro con questa remastered. L’unico neo è da ricercare nelle bande laterali necessarie a mantenere il formato 4:3, da questo punto di vista si poteva osare di più e provare ad ottenere i 16:9, ma mi rendo conto che dare troppa ampiezza alla scena avrebbe mostrato anticipatamente luoghi e personaggi che nel gioco originale erano nascosti per scopi di trama. La colonna sonora, riarrangiata per l’occasione, rimane poderosa.

L’anima del gioco resta quella narrativa: i dialoghi tra i protagonisti dell’opera sono sempre piacevoli e chiari da seguire, ci si emoziona con colpi di scena difficili da prevedere e le domande nella testa del giocatore si susseguono fino alla fine. Il cast è composto da personalità di tutti i tipi e arrivati ai titoli di coda sarà difficile dimenticare gli attori di questa splendida storia.

Ghost Trick: Detective Fantasma resta dopo più di un decennio un’opera di immenso valore videoludico e narrativo. Aiutate questo gioco a emergere da un passato che ha provato a tenerlo nascosto, ma ricordate che non siete in possesso di poteri speciali. L’unico modo per metterlo sotto i riflettori è dargli una possibilità. Così capirete di non aver mai posseduto un Nintendo DS.

Giocato e finito dopo una decina di ore, a distanza di un decennio dal primo incontro, grazie a un codice gentilmente offerto per la recensione.
Pro: Storia che sa catturare il giocatore dall’inizio alla fine con elementi puzzle perfettamente inseriti. Graficamente ancora gradevolissimo, soundtrack stellare.
Contro: Un semplice port con piccoli extra, un’occasione mancata per rifinire un’opera quasi perfetta. Si poteva agire meglio sul formato video.
8.8

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