Animal Crossing: New Horizons – La recensione tropicale

Recensione di Animal Crossing New Horizon

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Genere: Una vita in vacanza
Multiplayer: 1 – 8
Lingua/e: Tedesco, Inglese, Spagnolo, Francese, Italiano, Giapponese, Coreano, Olandese, Russo, Cinese

Animal Crossing è come andare dalla nonna

Questo ha scritto sui social il secondo abitante di Nutopia, la mia isola, ed è stato come tirare un secchio di vermi a un branco di pesci puzzoni, pronti a schernire il bellissimo fondale che quell’immagine offriva, con sporcizia e battutacce. Chi ama questa splendida serie Nintendo però, ha colto il messaggio: Animal Crossing non è un videogioco, è un’oasi di distensione dalle fatiche quotidiane, un lasciarsi andare ai ricordi d’infanzia, è avere tempo da riempire con una vita di qualità.

Perché l’Animal Crossing degli esordi era un po’ come una vita alternativa. Era un gioco diverso, o forse nemmeno un gioco, è più, come direbbe Martellone, ‘na robba. Quello spirito innovativo ha perso forza propulsiva, ma la qualità del gioco non ne ha risentito grazie a piccole aggiunte, che episodio dopo episodio, hanno saputo spingere l’ago della bilancia dalla sorpresa quotidiana di una vita alternativa, fatta di animaletti che vanno e vengono (e altro), alla soddisfazione di una magari meno imprevedibile ma ricca di opzioni per realizzare la propria casa perfetta nel villaggio in cui si è sindaco.

Ovviamente solo io decido chi invitare, sappilo Diego!

In Animal Crossing: New Horizons, invece, si è più come una divinità, che può cambiare non solo l’aspetto della propria casa, ma dell’isola intera, mettendo voce anche su chi deve viverci e dove. La cosa sorprendente però è che, se da un lato si può vivere una vita da sogno, al riparo da delusioni che non siano più gravi di quella che procura un pesce sfuggito all’amo, è sempre il gioco a dettare il ritmo, e come un fiore che si apre alla nuova stagione, Animal Crossing si apre piano piano, lungo un intero anno (e oltre), man mano che si arricchisce di eventi stagionali e nuove opportunità di gameplay emergono, rendendo questa recensione se non inutile, quantomeno parziale, ed è per questo motivo che abbiamo in programma non solo le immancabili guide (la prima dedicata alle prime fasi di gioco la trovate cliccando qui), ma anche pezzi integrativi sulle varie aggiunte che andranno arricchendo man mano la mia vita da crosser.

Nel frattempo però, quello che ho avuto modo di provare nelle prime trenta ore di gioco, è già ampiamente indicativo di quanto Animal Crossing New Horizons sia il migliore episodio finora, per possibilità di personalizzazione, cura nei dettagli, e piccole sorprese quotidiane. Il nostro personaggio, adesso più simile a un Mii che al buffo vichingo del primo Animal Forest era N64, si prepara a vivere una vacanza da sogno grazie al solito avido Tom Nook, che non mancherà di approfittare delle vostre finanze, perché mica si può passare una vacanza comoda in una tenda striminzita e senza riscaldamento, giusto? E allora via con il monolocale, che si amplierà sempre più, a suon di debiti e stelline che vanno a gonfiare le tasche dell’infido procione.

Cioé, se non venivo io era un’isola deserta e devo pure pagare?

Prima ancora di maneggiare stelline però, avremo a che fare con il Nook Phone e con le miglia Nook, una nuova merce di scambio, che riceveremo regolarmente ogni volta che avremo compiuto alcuni dei tanti compitini da svolgere sull’isola: se prima stava al giocatore trarre soddisfazione dal cacciare pesci e insetti, collezionare oggetti e tanto altro, adesso abbiamo un fitto sistema di achievement che premia molto di frequente per determinate ragioni, ma anche per l’esatto opposto, come ad esempio ricevere un regalo dopo aver mirato al palloncino che lo trasportava con una fionda, ma anche perdere quel regalo poiché caduto direttamente (e malauguratamente) nel fiume. Le miglia Nook così sono “i trofei” di Animal Crossing, ma al contrario dell’uso comune che se ne fa in altri giochi (platinare per il vacuo gusto di ottenere, o peggio ancora di ostentare, e basta), sono anche una valuta spendibile per ottenere ancora più oggetti, opzioni per personalizzare il proprio alter ego e schemi per la costruzione, e quindi possibilità di gameplay.

Fin dal primo giorno sarà possibile darsi al crafting selvaggio, creando i soliti attrezzi della serie, come la pala per scavare buche in cui piantare alberi o trovare fossili, o il retino e la canna da pesca (e altri strumenti che si romperanno in men che non si dica, del resto New Horizons è il Breath of the Wild degli Animal Crossing, no?), con cui catturare animaletti da donare al museo o da rivendere a Marco e Mirco. Dall’utile al dilettevole, il crafting offre infinite possibilità di arredamento, grazie alla creazione di oggetti di cui è possibile cambiare anche il colore (non appena sarà disponibile l’apposita funzione di personalizzazione), e affibbiare un modello. A partire da New Leaf, i modelli sono anche disponibili in formato PRO (ovvero è possibile disegnare diverse parti di un vestito come il fronte, il retro, le maniche), è possibile acquisirli tramite QR code da New Leaf e Happy Home Designer (e più importante, da internet).

Ha dovuto scavare due fossi per farlo stare in posa, vergognati Diego!

Come ampiamente auspicabile, il multiplayer online amplia ancora di più gli orizzonti di un gioco già panoramico di suo: ai buffissimi Dodoardo e Dodobaldo sono affidati i voli che vi porteranno in isole altrui, quelle reali dei vostri amici, quelle generate randomicamente e quelle degli NPC, come lo sfigatissimo Fiorilio, che vi permetterà di usare il set fotografico di Fotopia, nel quale scattare foto dopo aver allestito ambienti e richiamato personaggi con gli amiibo. Inutile dire che abbiamo allestito una chat redazionale in cui ci scambiamo valutazioni rape, mobilia, e consigli. Abbastanza prevedibilmente, bisogna passare dai legnosi mezzi escogitati da Nintendo, come la tastiera a schermo (anche se una qualsiasi tastiera USB può facilitarvi la vita), e l’app Nintendo da attivare sul cellulare, che offre chat in-game o tastiera virtuale (molto più comoda delle due precedenti soluzioni).

Nonostante le piccole e grandi aggiunte e i cambi di ruolo dei personaggi principali (ci stiamo ancora chiedendo dov’è Resetti, ma quella nel soccorso aereo è la sua musichetta…) vanno ad arricchire un’esperienza di vita altra che scorre in parallelo con la vita vera, rispettando i battiti dell’orologio, e impartendo le virtù della pazienza e della condivisione, le potenzialità di Nintendo Switch hanno permesso agli sviluppatori di esagerare con la cura nei dettagli. Mai la vita di Animal Crossing è stata tanto verosimile, nelle grandi cose, e nelle piccole cose. Sicuramente i modelli degli animaletti oggi sono più fluffosi che mai, con un manto lucido e colorato in maniera sgargiante, tante animazioni (ovvero azioni) in più e linee di dialogo più numerose, ma di tanto in tanto vi accorgerete di vere e proprie delizie per le papille gustative del giocatore. Come altro definire la pioggia che si intravede dalle finestre della propria abitazione? Che dire dell’effetto sonoro dell’annaffiatoio, dal quale potete evincere non solo l’acqua che viene versata sulle piante, ma anche che sbatte nelle pareti dell’annaffiatoio stesso mentre lo si trasporta? O che lo stereo di casa propria è sonicamente più ricco non appena metterete dei diffusori nella stanza?

Un fantasma che ha paura dei fantasmi

Giorno dopo giorno, vi accorgerete di tante cose nuove, o di cose che notate solo adesso, grazie al vostro schermo piatto da tanti pollici. Animal Crossing New Horizons è uno dei giochi più rifiniti di Nintendo Switch, e per esteso, mai prodotti da Nintendo, un’avventura senza trama imperdibile, che può divertirvi, certo, ma può fare anche di più. Può diventare distrazione, o immersione, può farvi apprezzare i momenti morti, in cui non c’è proprio nulla da fare, ma guarda che ora si è fatta a furia di pescare. Potrete fare tesoro dello scorrere del tempo, aspettando che apra il museo, o che arrivi il nuovo giorno che porta con sé nuovi fossili, chiacchierare con amorevoli (o antipatici) animaletti, preoccuparvi per loro quando la console è in stand by, ma potrete anche semplicemente creare la vostra casa ideale, sfoggiare la vostra mise perfetta. Tutto questo può durare settimane, mesi o anni. Potrò appassionarmi ad altro, cambiare console, perdere di vista Nutopia. Ma tutto questo, senza che Nutopia perda di vista me. E anche quell’altro abitante.

Giocato dalla mezzanotte del dayone, per più di 12 ore al giorno, dopo aver comprato il gioco su Instant Gaming, dove costa anche meno che su eShop
Pro: Un gioco con più strati di una cipolla, che diventerà più ricco ogni giorno che passa, fatto con un amore e una cura infiniti, con un task flow libero, con così tanti dettagli da sorprendersi costantemente, e tanti animali fluffosi
Contro: Bisogna avere pazienza perché l’avvio è lento, e non si può forzare la mano più di tanto, a meno di barare con l’orologio interno della console. Online ingessato dalle solite infrastrutture claudicanti
9.0

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