È tutto Fantastico
La Milan Gamesweek è stata come al solito un grande momento di incontro tra ogni tipo di giocatori. Le cose da vedere e fare sono sempre tante, si incontra un sacco di gente e malgrado abbia dedicato 6 ore della mia vita alla fiera, alla fine mi sembra di aver fatto ben poco. Ma quel tempo è stato ben speso. Non mi dilungo su prove di titoli Nintendo, ci sono già articoli al riguardo sul sito. Io ho preferito concentrarmi sull’area indie, il motore della produzione videoludica italiana. C’erano davvero tante postazioni e la mia capacità di attaccare bottone e parlare per un tempo infinito, non ha di sicuro aiutato a parlare con quanti più sviluppatori possibili. Meglio pochi ma buoni no?
La mia attenzione cadde immediatamente su due giochi portati in fiera da Fantastico Studio. Perché? La risposta è molto semplice: erano gli unici (almeno, secondo la mia capacità visiva) che avevano portato con se uno Switch sul quale girava un loro gioco. Quindi, invece di fare la solita prova su di un PC, ho potuto provare il frutto della loro creazione direttamente sulla piattaforma finale. Ma andiamo con ordine e presentiamo i loro lavori uno alla volta.
Black Paradox
Il primo è Black Paradox. Uno sparatutto a scorrimento laterale. Nel lontano futuro, i criminali rimangono difficili da acchiappare e qui arriva il cacciatore di taglie che porta il nome del titolo del gioco. La sua astronave è un’automobile riadattata ad uso spaziale. Il gioco è in pixelart, ha una soundtrack elettronica ed è un omaggio agli anni ’80, tra filtri dell’immagine appositi e riferimenti vari ed eventuali. Si, può sembrare abbastanza generica come descrizione. In fondo quanti giochi indie sono in pixel art, omaggiano gli anni ’80 ed hanno colonne sonore con sintetizzatori? Abbastanza. Allora questo perché dovrebbe avermi attirato? Principalmente per gli effetti particellari che vedevo su schermo, che ho trovato ben curati. Le esplosioni, i bossoli infiniti che fuoriescono dal proprio mezzo quando si spara, i vari laser e via dicendo, si allineavano al mio senso estetico.
Quindi ho preso in mano Switch. Ed il gioco era preciso nei comandi, girava benissimo ed era sia bello da vedere che da ascoltare sulla portatile Nintendo. Non posso fare commenti più eruditi sulla difficoltà, perché malgrado apprezzi molto questo genere, ho i riflessi di uno Slowpoke. La navicella ha una barra della vita, quindi da un minimo di spazio di manovra in caso di errore. Inoltre c’è anche un’elemento di crescita del proprio mezzo. I soldi accumulati nei livelli danno accesso a chip in grado di alterare il comportamento del nostro mezzo, delle sue armi o di dargli bonus passivi. Complessivamente, mi sembra davvero un bel progetto. Ha anche la co-op locale, per gli interessati. Il gioco al momento si trova in Early Access su Steam e c’è una demo disponibile per i curiosi. L’uscita è prevista per febbraio su tutte le piattaforme.
Landflix Odyssey
Il loro secondo progetto in fiera era Landflix Odyssey. Parliamo di un platform 2D, anche lui in pixel art retro, che cerca di mescolare un po’ il suo gameplay, passando da platform più classici alle varianti metroidvania e sparatutto. Il progetto è stato finanziato grazie a Kickstarter, e basa la sua idea sull’avere mondi e meccaniche ispirate dalle serie TV di Netflix. Ovviamente, è tutto in chiave parodistica, quindi invece di Stranger Things, avremo Peculiar Stuff e così via. Nel gioco ci sono 5 mondi, ognuno con 10 livelli. Si tratta di parecchio lavoro perché ogni mondo deve essere caratterizzato da musiche e nemici a tema. Dal loro kickstarter è possibile giocare una demo ed il gioco uscirà in Early Access su steam per fine anno, con un ritmo di rilascio contenuti a cadenza serie televisiva. Per le console c’è da attendere la primavera.
Graficamente il gioco è pregevole, ma ancora abbastanza spoglio. Il livello di qualità delle ambientazioni che vogliono raggiungere è grossomodo quello di Dead Cells e i mesi a venire serviranno proprio per raggiungerlo. Considerando il lavoro che hanno fatto su Black Paradox in termini di cura e qualità, mi sento di dargli fiducia sul miglioramento che andranno ad ottenere. Il gioco è abbastanza impegnativo, per via del sistema di salto abbastanza rigido unito a sezioni platform che richiedono precisione e tempismo per essere portate a termine. Si riesce anche a percepire la voglia di spaziare sul gameplay, anche se per ora abbiamo a disposizione solo poche parti del gioco. Ambizioso senza dubbio andare a parodizzare IP così importanti, ma ciò che vedo è ben piazzato e ben realizzato.
Un radioso futuro
Quindi insomma, due progetti molto pregevoli, in arrivo diciamo per l’anno prossimo sui nostri Nintendo Switch. Mi ha fatto molto piacere parlare con gli sviluppatori. Ed in generale, rispetto all’anno scorso allo Svilupparty, nell’aria l’idea è cambiata. Ora Switch, è la piattaforma ideale, alla quale ambire. Ora, o è veramente cambiato tutto nel giro di un anno, oppure quel giorno allo svilupparty e pochi giorni fa alla MGW ho incontrato dei campioni degli sviluppatori italiani completamente diversi. E secondo me è un mix delle due. In ogni caso, sono convinto che i nostri ragazzi del settore indie hanno grandi potenzialità, spero prima o poi uscirà fuori una qualche gemma rara.