Mewtwo colpisce ancora: l’evoluzione — Recensione di uno storico ritorno

La recensione della pellicola che fece la storia più di vent'anni fa.

Condividi l'articolo

“Solo ora capisco che il modo in cui si viene al mondo è irrilevante, è quello che fai del dono della vita che stabilisce chi sei.”

Provate a chiedere ad un campione di qualche migliaio di fan Pokémon, di quelli vecchietti però, quale pellicola sui mostriciattoli tascabili è riuscita a segnarli di più. La maggior parte vi risponderà che il primo film, “Mewtwo contro Mew“, seppe conquistarli sin dai primi minuti. La restante parte probabilmente non visse mai l’esordio dei Pokémon al cinema. Mewtwo colpisce ancora: l’evoluzione, remake di quel film d’animazione che fece la storia nel 1998, si carica sulle spalle un bagaglio di responsabilità non proprio leggerino. Non solo perché differisce nella tecnica, ma anche perché, di solito, provare a migliorare un prodotto già riuscitissimo è impresa assai ardua.

L’evoluzione sbarca quindi su Netflix, segna la 22esima presenza delle creature di Tajiri nel mondo dei film d’animazione, e propone a vecchi e nuovi spettatori un remake 1:1 (o quasi del tutto) in salsa CGI. Come se la sarà cavata?

Partiamo da ciò che colpisce sin dai primi istanti: l’estetica del film. Lo stile che caratterizza umani e Pokémon è peculiare, di certo soggetto al gusto personale, ma in generale il risultato è più che buono. La CGI ha reso il mondo naturale dei Pokémon una vera e propria meraviglia; le riprese dall’alto che catturano foreste, mari e montagne rendono giustizia a quelle note selvagge e avventurose che hanno da sempre caratterizzato l’universo dei mostriciattoli tascabili.

Discorso diverso per quanto concerne la qualità dei modelli dei Pokémon e le loro animazioni. Se le creature più pelosette sono quelle meglio rappresentate, per la presenza di maggiori dettagli, lo stesso non si può dire di quelle “lisce”. Si passa dal folto piumaggio di Fearow all’aspetto un po’ plasticoso di Psyduck, o dello stesso Pikachu di Ash. Un saliscendi a tratti un po’ ambiguo che non viene aiutato granché dal comparto animazioni; quest’ultimo dona ai protagonisti un’andatura a volte un po’ legnosa, per certi versi gessata.

Lo stesso Mewtwo, per quanto non riesca a perdere il suo carisma nemmeno per sbaglio, soffre spesso e volentieri la plasticità del suo corpo e delle espressioni facciali. Nella pellicola originale il Pokémon Genetico sapeva esprimere tutta la sua furia con occhi colmi d’ira e atteggiamenti da “feto incazzoso”, peculiarità andate perse dopo il lifting della computer graphics.

Persino la soundtrack del film risulta essere scialba e non al passo col ritmo dell’azione. I suoni ambientali appena accennati e alcune scene girate nel silenzio più assoluto, che meritavano tutt’altra cura da questo punto di vista, cozzano terribilmente con le immagini a schermo. Insomma, scordatevi pure tracce come “Brother My Brother” o l’incredibile Pokémon Theme, che localizzato in italiano diviene tutt’altra cosa. Aggiungiamoci anche la mancata occasione per riparare a certi errori (Pidgeot che esclama “Pigiottooo”) e il quadro è bello che concluso.

Lato registico siamo di fronte a un dipolo. Talvolta le riprese sono girate allo stesso modo del film originale, altre volte si cambia prospettiva e angolazione. Ci sono anche alcuni minuti inediti. Ebbene, soprattutto nel primo caso, l’evoluzione non è poi così “evoluzionizzante”. Sarebbe stato opportuno offrire un punto di vista completamente diverso (o almeno nella maggioranza dei casi) lungo tutto l’arco del film, in parte per offrire un remake con più appeal ai fan di vecchia data, e in parte per far risaltare l’epicità di certe scene con l’uso della CGI. La sensazione è quella di vedere un’opera copia-incolla che si limita al compitino e che inevitabilmente porta al confronto con l’originale, soprattutto quando vengono a mancare linee di dialogo importantissime per i temi trattati; persino la scena più commovente di tutte, che non descriveremo nel dettaglio per rispetto dei neofiti, fatica a toccare le giuste corde. Intendiamoci: momenti da stunning grafico sono presenti, anche se in minima parte, e gli appassionati del mondo Pokémon sapranno apprezzarli. Dopo la qualità di Detective Pikachu, tuttavia, ci saremmo aspettati ben altro trattamento per una pellicola che ancora oggi dà la paga alle più recenti iterazioni cinematografiche del mondo Pokémon.

Ciò che alla fine tiene in piedi tutta l’opera è la storia di Mewtwo, della sua rabbia verso il mondo degli esseri umani, della sua rivalità con Mew, il Pokémon genitore che genitore non è. Le gag comiche continuano ad avere il loro perché anche dopo tanti anni e i mostriciattoli tascabili della storica prima generazione, per quanto non tutti ben realizzati in termini poligonali, sanno come farsi valere, soprattutto se a smuoversi sono gli ingranaggi della mai troppo controllabile nostalgia. La qualità della CGI, sebbene traballante, saprà attirare gli sguardi dei nuovi allenatori e offrire ai capipalestra una finestra sul mondo Pokémon, anche se non molto ampia, ancora inedita.

Pro: Mewtwo è sempre Mewtwo e la sua storia saprà come coinvolgere i nuovi e vecchi fan. La CGI sa farsi apprezzare a tratti.
Contro: Modellazione dei Pokémon non sempre di qualità, OST pigra, animazioni che spesso non rendono giustizia allo stato emotivo dei protagonisti. Poco coraggio nel proporre nuove inquadrature.
5.8

Potrebbero interessarti

Recensioni

Unicorn Overlord, una Vanillarecensione

Vanillaware sgancia la bomba e porta un gioco strategico di tutto rispetto nelle nostre mani Sono anni e anni che sentiamo parlare di Vanillaware, una

Recensioni

Persona 3 Portable, recensione di mezzanotte

Il terzo capitolo sbarca su Nintendo Switch con l’edizione più controversa Se Persona 4 Golden è stato il titolo dell’ascesa di Atlus nell’olimpo del genere

Persona 4 Golden
Guide

Persona 4 Golden, guida ai quiz in classe

Ecco una pratica e utile guida per districarci nel panorama scolastico Persona 4 Golden è un gioco già molto stratificato di suo, tra battaglie all’ultimo

Articoli

Le abilità di copia più forti di Kirby!

Riscopriamo l’arsenale della pallina rosa a pochi giorni di attesa da Return to Dream Land Deluxe Amiche e amici di NintendOn, buon San Valentino! In

Recensioni

Warp Drive, una recensione in 240p

Belli i giochi di corse, ma è meglio vedere dove si va Nel corso degli anni su Nintendo Switch sono arrivati praticamente tutti i generi

Recensioni

Circle of Sumo – Recensione

Yonder porta lo sport del sumo su Nintendo Switch, ma in un modo totalmente diverso da come potevamo immaginarlo. Circle of Sumo è una festa multiplayer!

Speciali

Fantastico Studio – Milan Games Week 2018

È tutto Fantastico La Milan Gamesweek è stata come al solito un grande momento di incontro tra ogni tipo di giocatori. Le cose da vedere

Recensioni

All-Star Fruit Racing – Recensione

Fruttariani, fatevi avanti! Da qualche anno a questa parte l’Italia ha iniziato a compiere i suoi primi passi nel mondo dell’intrattenimento videoludico. Sembra che il

Speciali

La mie paure per Metroid Prime 4

Attendo il nuovo Metroid Prime 4 con tutto me stesso. Ma gli ultimi giochi Nintendo, stanno facendo vacillare il mio entusiasmo. Perché?

Recensioni

Hey! PIKMIN – Recensione

Hey tu! Sì, parlo a te col fiore in testa! Hey Joe è un pezzo della tradizione americana portato alla ribalta dalla celeberrima versione di

Recensioni

Kirby’s Blowout Blast – Recensione

Una palletta rosa tra le parole Nintendo e 3DS! Kirby  si trova alla grande su Nintendo 3DS/2DS: quella che la sfera rosa di HAL Laboratory

Recensioni

I and Me – Recensione

Non un gatto, ma due. O è lo stesso? I and Me è un misto tra platform e puzzle game che più indie di così

Recensioni

Flip Wars – Recensione

Flippami e Switchami tutto! Nintendo Switch e multiplayer, un connubio perfetto fin dal primo video che ha presentato al mondo la console della casa giapponese