Nintendo Switch: non è una console per vecchi lamentoni – Libero Pensiero

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Fresco fresco di Nintendo Direct, il cervello del Nintendaro torna a mettersi in moto per elaborare se, quanto successo la sera prima, sia stato uno spettacolo realmente soddisfacente o un sublime inganno ad opera di chi ha impostato scalette e tempi degne di un capodanno cinese. Posate le polveri sì, pare proprio che quanto ci sia stato fatto vedere ricada ancora nel campo del “buono ma si poteva fare di più”, con alcune sorprese, qualche novità e molto di già visto. Eppure proprio dopo mercoledì sera ho acquisito una maggiore fiducia sul futuro (perché lo stato attuale delle cose non è esente da critiche ma… ne parleremo in altra sede) di una macchina che fatica ad impressionare chi, probabilmente, non verrebbe mai impressionato davvero neanche Switch dovesse diventare l’ultima console sul pianeta.

vecchi lamentoni
“Un mondo solo con Switch… che mi tocca sentire!” (cit. vecchio lamentone)

È necessario un passo indietro ad un momento “Pre-Direct” che mi ha visto partecipare ad una cena con amici, di cui uno curioso di vedere la nuova console in quanto nostalgicamente legato a Nintendo sebbene ormai non più praticante videoludico… ovvero niente console in casa da diversi anni. Finita la cena e il caffè, modalità tabletop e via di Snipperclips e Waku Waku 7 (tutti possono sbagliare, ma sto aspettando Ultra Street Fighter II e nel mentre gioco cose che non conosco), con sorrisi e complicità dei vecchi tempi andati. Senza fronzoli, senza lamentele sulla grafica, senza brontolare: solo divertimento. “Ehi, ma hai Bomberman? Figo, proviamolo!” e allora dritti sulla TV, perché la tenzone esplosiva necessitava ovviamente di adeguato palcoscenico e via si sono susseguiti una serie di scontri in cui vecchi ricordi si mescolavano all’apprendimento di nuove meccaniche. Qualche urlo di disappunto, improperi contro la CPU che stava per portare a casa la vittoria e grandi congratulazioni per il rimontone che mi ha permesso di portare a casa il successo.

Non poteva però mancare Breath of the Wild, la cui fama è ormai dominio pubblico anche per i non addetti ai lavori – o i sassi. L’atmosfera cambia, il ritmo si abbassa e si dà il via ad una nuova avventura che – inaspettatamente – ci ammalia oltremodo sullo schermo 40″ per la ricchezza di colori e definizione, quasi che le continue grufolate dei lamentoni da web mi avessero infine convinto che il gioco in modalità TV non fosse così bello da vedere, approfittando del fatto che la mia partita è stata vissuta interamente in modalità portatile. Una prova di quanto sia facile trasformare in realtà (percepita) anche la più sciocca menzogna, qualunque sia il campo e il soggetto. Aumenta dunque il fastidio verso i lamentoni e al tempo stesso la consapevolezza di come in pochi minuti si sia passati attraverso esperienze differenti senza soluzione di continuità e senza disguido alcuno, nonostante i titoli appartenessero a generi, ere e stili grafici ben differenti.

vecchi lamentoni
Passare da uno all’altro così, facendo finta che metacritic sia un optional… perché non siamo lamentoni.

Eccola la forza di Switch: la capacità di incarnare la “macchina mutaforme” che è in grado di adattarsi ad ogni necessità del momento, a prescindere dal numero di sticazziflop che è in grado di generare l’architettura Nvidia Tegra X1. A che serve scervellarsi sui limiti dell’hardware se poi si perdono di vista le enormi potenzialità? Anche nel recente Direct tra tutti i nuovi annunci abbiamo visto apparire degli shump come Sine Mora EX, FPS cooperativi come Payday 2, RPG a turni come Battle Chasers Nightwar, action ignoranti come Fate Extella e vere gemme incomprese come Monopoli (noi ridiamo ma sarà totale, sicuro 100%, parola di Giovanni Rana). Facile mettere in discussione la validità di questi software o la loro attualità, ma nell’ottica mutaforme di Switch si tratta di esperienze che si incastrano in ogni momento della giornata a seconda delle nostre necessità… velocemente, senza chiacchiere: un multi locale a Payday 2 in quattro e poi una partita a Monopoli per poi scannarsi a Mario Kart 8 Deluxe? C’è una console che te lo permette, senza avere duemila apparecchi collegati e altre scomodità di sorta. Lo fa “on-the-fly”, con la promessa di aggiungere nuovi titoli ed esperienze.

Le differenti modalità di gioco cambiano anche la percezione degli stessi giochi. Retrogame o indie dalla realizzazione estremamente semplice potranno sì sfigurare sulla TV, ma fatti girare sul brillante schermo portatile diventano vivi, colorati, pimpanti e sorprendentemente adatti all’esperienza. Al di là del costo dei singoli software, quanto è bella l’idea di trovarsi con amici e piazzare la consolina nel mezzo di un tavolo per spaccarsi a Garou o Neo Turf Masters? Sì, non per forza i grandi titoli Nintendo, ma anche questi sottovalutatissimi giochi che “sono vecchi”, “costano troppo”, “me lo emulo su pc” e tutte le altre megaballe lamentose di chi poi, a conti fatti, queste esperienze se le perde e non le sostituisce con niente di simile. Avanzare rimostranze per il gusto di farlo, non per reale insoddisfazione: sport nazionale dei vecchi lamentoni.

vecchi lamentoni
“Sono un vecchio lamentone ma cazzo se me lo gioco Neo Turf Masters al bar! Vai col grappino!”

Allora diventi sempre più curioso, cerchi di cogliere tutte le sfaccettature e le possibilità di un’offerta che ti rendi conto essere sempre più originale. Basta dunque che un tuo amico, di cui hai appena inserito il codice sulla console, mostri nella sua lista giochi un titolo giapponese che non conoscevi e BAM: “Cos’è?” e “Ma come fai a giocarlo in giappon- ah è in inglese?“. Guardi un trailer, ti fai convincere (e guidare dall’entusiasmo proprio di chi non è un lamentone) ed eccoti su Play Asia a comprarti una card eShop da 1000 yen da riscattare sull’account nipponico che già avevi creato al lancio per provare la demo di Dragon Quest Heroes I & II. Riscatta, scarica e fai partire: scopri addirittura che questo Kamiko è in inglese di default, avendo rilevato i settaggi del tuo account principale.

Ci giochi un pochetto a questo “Mini Zelda” con grafica 2D tanto pixellosa quanto semplice e azzeccata… forse non te ne innamori come speravi quando hai visto il trailer, ma ti ricordi che ti è costato 5€ scarsi e che potrebbe essere l’inizio di una vita da “eShopper region free” che mai avresti immaginato in altre occasioni o su altre console. E dai, poi se ci giochi bene quando sei più rilassato, e non mentre cerchi di scrivere un pezzo per NintendOn (true story, ci stavo giocando prima di scrivere queste precise righe), sicuro lo apprezzerai di più. Magari inizi pure a pensare di prendere Disgaea 5 digitale dallo shop JP perché è comunque in inglese e forse, alla fine, ti viene pure meno. Quanta scelta, quanta libertà. Solo un vecchio lamentone potrebbe non apprezzare una console come Nintendo Switch.

nintendon kamiko vecchi lamentoni
Non ti conoscevo, ma ora vorrei conoscerti di più… un caffè? Tanto mi porto la console dietro!

A parte le costanti bordate ai “vecchi lamentoni” – non me ne voglia nessuno, sono le classiche generalizzazioni facilone per far capire determinati concetti – trovo davvero poco furbo continuare a sottolineare, evidenziare e inoltrare ad ogni antenna e satellite conosciuto quanto la nuova console Nintendo sia carente sotto alcuni punti di vista quando basta davvero poco per rendersi conto che è la macchina delle possibilità. Questo per il consumatore è l’elemento cardine, la pietra angolare su cui costruire esperienze nuove. Talmente nuove che ci troviamo a vivere l’avventura più leggendaria di sempre con l’amato Link sul nostro LED da millemila pollici e poi, in uno schiocco di dita, siamo sul tavolo a “suonare” via touch sui tasti virtuali di Voez. Così, come se fosse la cosa più normale per un videogiocatore. Una normalità che speriamo davvero possa essere apprezzata e condivisa… lamentoni permettendo.

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