Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy – Recensione alchemica

Recensione di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy, nuovo capitolo della famosa saga di jrpg di Gust

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Genere: Gioco di ruolo giapponese
Multiplayer: No
Lingua/e: Testi in inglese, doppiaggio in giapponese

Alchimia, combattimenti e belle ragazze

Nel mondo dei giochi di ruolo giapponesi le saghe sottovalutate o poco note al pubblico mainstream sono molte e non è sbagliato affermare che ancora oggi il primo nome che viene in mente pensando a un jrpg è Final Fantasy.
In fondo, la saga Square-Enix ha avuto il merito di aver introdotto al pubblico di massa il genere, spianando la strada ad altre saghe come Dragon Quest o Persona nel corso degli anni, senza dimenticare Xenoblade, esclusiva del mondo Nintendo.

Tantissime saghe anche dopo decenni di storia ancora faticano ad emergere e farsi notare e tra queste rientra Atelier, saga sviluppata da Gust Co. Ltd. che proprio quest’anno festeggia i 24 anni di storia. Quasi un quarto di secolo con ventun capitoli principali e un numero impressionante di spin-off e remake.
Esclusiva Sony fino al 2015, la serie ha avviato un vero e proprio percorso di maturazione proprio da quell’anno, con l’uscita di Atelier Sophie raggiungendo la definitiva consacrazione proprio con Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout del 2019, con un gameplay rinnovato e soprattutto forte di una trama profonda e coinvolgente.

Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy si svolge tre anni dopo la conclusione del primo capitolo e inizia con il viaggio della dolce Ryza verso l’imponente Ashra-am Baird, enorme città in cui viene invitata da Tao, suo compagno di viaggio, per risolvere un mistero legato a delle antiche rovine.
La giovane alchimista ritroverà oltre a Tao anche Klaudia, Bos, ed Empel, gli altri compagni di viaggio dell’avventura precedente, cresciuti e maturati sia nell’aspetto che nel carattere e ovviamente, farà la conoscenza di nuovi alleati. A rendere ancora più intrigante e frizzante l’avventura di Ryza e dei suoi amici contribuirà il piccolo uovo ricevuto in dono all’inizio dell’avventura, un tesoro la cui provenienza è strettamente correlata alle misteriose rovine e dal quale uscirà un’amichevole fatina, la vera protagonista del secondo capitolo.

Una nuova amica, per cominciare una nuova splendida avventura

Il cuore della saga Atelier è rappresentato dall’alchimia: il mondo di gioco è costellato di un gran numero di oggetti utilizzabili come ingredienti per la creazione di armi, armature, oggetti di supporto o accessori.
Che siano parti di mostri, erbe, vegetali o minerali, quasi ogni oggetto può essere trasformato in qualcosa di utile servendosi della giusta ricetta alchemica e una volta uscito dal pentolone, essere utilizzato per migliorare l’equipaggiamento e le statistiche di chi ne fa uso, riuscendo spesso a conservare le abilità peculiari e le caratteristiche degli ingredienti.

Atelier Ryza 2 presenta un albero delle abilità da cui scegliere e controllare gli oggetti da sintetizzare. Al giocatore è affidata piena libertà su quali ricette imparare prima, in base ai materiali posseduti o agli oggetti che richiede la storia principale.
La creazione di oggetti o equipaggiamenti risulta funzionale e versatile, permettendo di dilettarsi sin da subito nell’alchimia con risultati soddisfacenti. In breve tempo, ci ritroveremo a cercare ingredienti alchemici per tutta la mappa, in attesa di lanciare tutto nel pentolone alchemico per vedere fino a dove possiamo spingerci nel migliorare e aumentare la qualità della nostra prossima creazione.
Il sistema di crafting permette inoltre di potenziare l’equipaggiamento lungo tutta la durata dell’avventura, permettendo ad armi e armature ottenute a inizio gioco di rivaleggiare con gli equipaggiamenti avanzati, in pieno stile Monster Hunter.

L’albero delle abilità di Atelier Ryza 2 consente molta libertà di sintetizzazione

Il sistema di combattimento del titolo Gust unisce la presenza dei turni alla versatilità di un action. In battaglia controlliamo un solo membro del party, gli altri due sono affidati all’intelligenza artificiale, con il controllo intercambiabile in qualsiasi momento. L’ordine dei turni è sempre visibile nella parte in basso a destra dello schermo, in modo da elaborare una strategia e prevedere le azioni del nemico.
Infliggere un sufficiente danno ai nemici li stordirà, ritardando il loro turno d’azione e rendendoli più deboli alle nostre offensive. Durante i loro attacchi, con la pressione del tasto X possiamo entrare in parata, diminuendo il danno subito e, col giusto tempismo, azzerare la nostra barra di stordimento, evitando di subire i loro colpi.

Ogni attacco permette di accumulare AP, punti azione spendibili per utilizzare tecniche speciali e magiche al fine arrecare un danno maggiore o fornire supporto.
Le tecniche speciali possono essere concatenate con gli attacchi base, permettendo di realizzare combo sempre più lunghe durante i combattimenti e azioni combinate alle mosse selezionate dall’intelligenza artificiale. Un combat system ricco di possibilità e sfumature da padroneggiare quanto prima, le battaglie si riveleranno sin da subito impegnative, anche se i nemici sono sempre visibili su schermo ed è possibile evitarli se si rivelano troppo forti.

Attacchi a ripetizione, tecniche speciali e concatenazione di colpi

Atelier Ryza 2, come ogni buon jrpg che si rispetti, mette la narrativa al centro dell’avventura. Sin dalle prime battute veniamo catturati in una trama coinvolgente, la maggiore età dei protagonisti permette di affrontare una trama matura e soprattutto, per chi ha giocato il primo capitolo sarà un piacere ritrovarne i protagonisti cresciuti e cambiati, ognuno sempre più vicino ai propri obiettivi personali ma ancora una volta insieme mentre per chi non l’ha giocato, sarà altrettanto piacevole farne la conoscenza.
Tecnicamente il titolo è di buona fattura, la saga degli Atelier ha abituato i giocatori a titoli non eccelsi dal punto di vista poligonale, caratterizzati da un mondo di gioco dai colori vivaci e gradevoli ma in contrasto con ambienti a volte ripetitivi e poco curati.

Dove il titolo Gust si risolleva decisamente è nella costruzione degli splendidi modelli dei protagonisti, a partire proprio dalla splendida Ryza. Tratti morbidi e aggraziati e un look generale del cast accattivante che brilla nelle numerose cinematiche che scandiscono l’avventura.
L’avventura è interamente doppiata in giapponese, con un voice acting di alto livello e con sottotitoli e menù disponibili in lingua inglese, speriamo che con l’aumento di popolarità della saga, con i prossimi capitoli Gust fornisca un maggior numero di lingue a disposizione dei giocatori.

Lungo la mappa di gioco potremo disporre di artefatti per facilitare gli spostamenti

Ryza e i suoi compagni ci accompagneranno in un’avventura lunga circa quaranta ore lungo grandi mappe e profondi labirinti da scoprire attorno alla regale Ashra-am Baird. Uno dei punti di forza del titolo è senza dubbio quello di non far sentire mai il giocatore abbandonato a se stesso, soprattutto se non avvezzo al genere o alla saga, oltre ai tutorial automatici infatti, dal menù principale possiamo accedere in qualsiasi momento a ogni informazione relativa all’avventura o al gameplay.

Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy è il miglior capitolo della saga uscito finora. Piacevole da giocare, con una trama e personaggi interessanti e dotato di un gameplay unico, si distingue dagli altri esponenti del genere ritagliandosi uno spazio unico nella libreria di Nintendo Switch, in quella mensola occupata proprio dagli Atelier, ormai presenti in gran numero sulla piccola ibrida. L’unica barriera potrebbe essere rappresentata dalla lingua inglese con doppiaggio giapponese, ma per qualsiasi amante dei giochi di ruolo giapponesi, farsi sfuggire un titolo di questa qualità sarebbe davvero un errore.

Ho creato decine di ricette alchemiche ed esplorato intricati dungeon per quasi trenta ore grazie a un codice fornito gentilmente da Koei Tecmo
Pro: Trama interessante e protagonisti vincenti, un gameplay unico e appagante
Contro: Tecnicamente non eccellente, la doppia barriera linguistica può rappresentare un ostacolo
8,5

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