Mio fratello è figlio unico, anzi no
Tra le tante console Nintendo, il Game Boy Advance meriterebbe un posto privilegiato, una poltrona aurea. Fu una vera e propria macchina delle meraviglie, capace di riprodurre dal suo piccolo (così oggi ci appare) schermo avventure vastissime, emozianti, incedibili. E la casa di Kyoto, e non solo lei invero, la impiegò come un vero e proprio laboratorio sperimentale videoludico nel quale riversare remake, recuperare brand, generare nuove saghe: un paradiso videoludico, per non voler dire meramente nintendaro. Pensiamo al ritorno di Samus Aran, alla riproposizione di A Link To The Past, ma soprattutto ai nuovi gioiellini come, appunto, il capostipite della serie Mario & Luigi Superstar Saga.
Son già passati più di tre lustri da allora. Sembra tantissimo tempo rispetto ai progressi tecnologici videoludici, e pochissimo invece rispetto alle emozioni provate dai gamer. Nel 2001 il GBA, nel 2003 la versione originale del gioco in esame. Andiamo dunque a testare questo ritorno annunciato durante l’ultimo E3.

La Principessa Peach è vittima di un furto. E ci sta, perché in questi tempi di perdita di valori, di mercati oscillanti, di geografia culturale in continuo mutamento, qualche solida realtà ci vuole. Ma questa volta Bowser non c’entra: il mondo in cui ci avventureremo è popolato da fagioli antropomorfi, dei quali il nostro stesso acerrimo nemico cadrà vittima. La sovrana del Regno Dei Funghi è stata privata della soave voce, con la quale una strega, malvagia rappresentante dei legumi, potrà portare a compimento i suoi terribili piani.
Già dalle mirabolanti premesse si capisce come la trama, le interazioni e i dialoghi siano improntati a una comicità basata sul mondo di Mario. I nostri due eroi sono delle vere star all’interno dell’universo di gioco, conosciuti e stimati per i loro straordinari salti. I riferimenti ai Bros. sono continui, con il nostro povero Luigi a pagarne le conseguenze più buffe, dall’essere ignorato fino al nome storpiato in Luca e simili.
La prima cosa alla quale salta l’occhio è la nuova veste grafica: ovviamente modernizzata, il porting adopera lo stile artistico introdotto dal primo episodio per Nintendo 3DS, Mario & Luigi: Dream Team: figure cartoon, sfondi densi, il tutto buttato sugli schermi con un approccio cromatico vagamente ad acquerello. La resa è gradevole e ben si sposa col tenore della storia, sebbene il vestito in pixel dell’originale per Game Boy Advance sia nella memoria più fedele al brand e più vivace nei colori, qui diventati meno brillanti. Le animazioni sono numerose e divertenti, coi due idraulici che si mostrano in frizzanti balletti, esultanze, fragorose cadute e comici duetti. Meno impeccabili alcune animazioni durante le battaglie. Anche il design dei nemici è di buona fattura, con boss addirittura deliziosi nei disegni. In definitiva, la grafica fa pensare alle linee di una golosissima torta che si inserisce bene nel menu delle vicende. Del tutto assente l’effetto 3D, il che non rappresenta minimamente una lacuna, certo però che la sua presenza in alcuni movimenti avrebbe non solo aumentato lo spettacolo, ma anche fornito al giocatore una profondità in grado di rendere ancora più chiara la visione sullo schermo durante salti e combattimenti .

Il fulcro di Mario & Luigi Superstar Saga, e ciò che rappresentò il fattore di maggior curiosità all’uscita del gioco originale nel 2003, risiede nella cooperazione tra fratelli. Comanderemo, simultaneamente, entrambi gli idraulici: il tasto A è riservato alle azioni di Mario, B a quelle di Luc… Luigi, pardon, mentre Y al salto di entrambi.
In questo palcoscenico con visuale dall’alto fatto di tubi, caverne e personaggi proteici, ci troveremo a peregrinare risolvendo puzzle ambientali e affrontando numerosi avversari. Non mancano salti da effettuare e blocchi da colpire con la testa, a suggellare l’unione di GDR e platform. Queste le tre vie maestre del gameplay: l’esplorazione, gli enigmi, i combattimenti.
La prima, per la quale faremo affidamento alla mappa visualizzabile sullo schermo inferiore, ci porterà a viaggiare in lungo e largo per portare a termine i compiti che di volta in volta graveranno sulle nostre spalle. Le fasi esplorative rimangono lontane dalla profondità tipica di un gioco di ruolo nudo e crudo: i dialoghi con i vari personaggi non giocabili, ad esempio, sono il più delle volte divertenti ma quasi mai indispensabili, e procedere da una parte all’altra senza troppe interruzioni resta fattibile. Alla fase esplorativa si collegano gli enigmi ambientali, alcuni dei quali anche abbastanza impegnativi, dal classico spostamento di oggetti all’utilizzo dei determinati poteri che acquisiremo, ad ingressi da sbloccare secondo specifiche modalità per finire con piccole task da portare a termine. Fondamentale in questo contesto risulta la collaborazione fraterna. Procedendo nell’avventura, acquisiremo abilità da utilizzare in coppia, grazie alle quali supereremo ostacoli, piattaforme, enigmi. Queste skills sono numerose, e ingrossano sensibilmente il gameplay. Tutto sommato, il livello di varietà e creatività si attesta verso l’alto.

Altra componente fondamentale è quella dei combattimenti. I nemici appaiono errabondi sul terreno di gioco e potremo decidere o meno se combatterli, ipotesi questa che resta consigliata per salire di livello e ottenere strumenti. Per ogni scontro potremo scegliere tra l’attacco singolo e l’attacco in coppia, l’utilizzo di cure o potenziamenti, la fuga, insomma un range di selezione in pieno stile RPG. Ma la modalità offensiva richiede al giocatore abilità nella pressione dei pulsanti: per essere portati a compimento, gli attacchi richiedono tempismo, specialmente per gli Attacchi Fratello che negli stadi più avanzati necessiteranno di particolare precisione. Gli avversari hanno debolezze diverse e a quelle ci dovremo adattare, con una menzione di merito per i boss, belli da vedere e impegnativi da affrontare. Insomma le idee ci sono e in buon numero, sebbene a tratti le battaglie possano risultare leggermente monotone e con forti dislivelli tra i nemici stessi. Sarà buona norma combattere il più possibile e potenziare per bene i nostri due beniamini, così da essere sempre pronti anche per i cattivoni più agguerriti.
In sottofondo per tutta l’avventura, musiche melodiose dal mood leggero come la tradizione dell’idraulico baffuto vuole, con motivi inediti che affiancano i classici jingle della serie. Non mancano composizioni più serie e ugualmente evocative. Gli effetti sonori sono semplici ma funzionali: una nota a parte per le voci dei dialoghi tra Mario e Luigi, assolutamente esilaranti in un mormorio che scimmiotta gli accenti di quella che nel luogo comune indica la parlata italoamericana, o per lo meno una sua variante antica. Un comparto audio in definitiva molto buono, semplicistico a tratti, ma funzionale alle vicende.
Lo schermo inferiore è dedicato alla scelta dei poteri e al ricchissimo menu: mappe, oggetti, stato, una guida di supporto sempre attiva con consigli e dritte sull’avventura. Tra le tante opzioni figura la possibilità di rendere più semplice la sfida nei combattimenti: pensata probabilmente per i giocatori più giovani, risulta superflua se si ha premura di potenziare per bene i due personaggi.

Non di solo remake si tratta: i ragazzi di AlphaDream hanno infatti impreziosito la cartuccia con un piccolo gioco a parte, chiamato, come suggerisce la seconda parte del titolo del prodotto, Scagnozzi di Bowser.
Una sorta di strategico di guerra semplificato, la cui disputa militare è tra un esercito capitanato da un Goomba e gli antagonisti che intralceranno il suo cammino. Verrà arruolata fanteria proveniente anche dai Martelkoopa, Bob-omba e altri avversari storici, ed ognuna offrirà un apporto offensivo diverso. Le lotte procedono in automatico: compito del giocatore è quello di selezionare le truppe, potenziarle e attivarne i poteri, oltre che premere di tanto in tanto i pulsanti col giusto tempismo per applicare le mosse speciali.
La peculiarità principale è rappresentata quindi dall’impersonare i terribili nemici di Mario, vivendo in parallelo le vicende di Superstar Saga in mezzo alle solite divertenti battute di dialogo. Un’aggiunta senz’altro simpatica e originale, ma decisamente limitata nella pratica ludica.
Inserita anche la compatibilità con gli amiibo della serie Super Mario e con quelli futuri di Goomba e Koopa, per ottenere ricompense e collezionare timbri.

Mario & Luigi Superstar Saga + Scagnozzi Di Bowser è un remake fatto molto bene, ricamato con aggiunte significative ma non trascendentali. I quattordici anni trascorsi si fanno sentire soprattutto nella mancanza del fattore novità che nel 2003 fu inevitabile. Un gioco ben fatto, narrato attraverso una trama simpatica che pecca forse troppo di ingenuità fanciullesca. Ci si diverte, e per molto tempo, trattandosi di un’avventura decisamente lunga, ma non si può ovviamente percepire l’impatto che diede alla prima uscita. Indirizzo privilegiato, chi ama la saga e non conosce questo episodio per Game Boy Advance: si recupererà un titolo parallelo e importante del brand Mario, e si sorriderà col tono dell’atmosfera e delle battute.