Mario & Sonic ai Giochi olimpici di Rio 2016 è il primo titolo della serie che ho mai avuto il piacere di giocare nell’arco della mia intera carriera video ludica. Il brand non ha mai avuto un appeal su di me ma non credo sia colpa degli sviluppatori o del concept di base: gli sport, simulazioni o meno, non mi piacciono, i party game non sono il mio genere preferito e Sonic da un paio di anni a questa parte ha ancora appeal più per i meme sui social network che per i giochi che recano il suo nome.
Le aspettative per quest’ennesima iterazione del franchise quindi erano davvero sotto il livello di guardia, ma insospettabilmente il titolo mi sta stupendo e non perché io sia impazzito, ma perché le premesse sono allettanti: il titolo ha un bel comparto grafico, un sonoro solidissimo (complice l’atmosfera brasiliana forse?) ma soprattutto è divertente.
Si, è divertente, ed è questa la cosa più importante per un gioco di questo tipo, sia nei singolo che in locale.
L’idea che potrebbe rivelarsi vincente, e aggiungere carne a fuoco per chi come me non guarda le olimpiadi alla tv manco pagato, è quella di offrire non solo la versione “olimpica”, quindi con regole più o meno reali, degli sport di squadra ma anche una versione “sfida” che mette sul campo di gioco power up e mischia le carte in tavola cambiando alcune regole: prendiamo in esame il calcio, la grande passione della maggior parte della popolazione italiana, e probabilmente modalità che spingerà all’acquisto gli orfani di Mario Smash Football.
Nel calcio spariscono i falli, il campo di gioco viene circondato da una gabbia eliminando il fallo laterale, i personaggi hanno la possibilità di lanciare sfere elettriche per stordire l’avversario e accumulare punti sfida su cui capitalizzare in fase di goal. Nelle modalità sfida mettere a segno un goal vuol dire portarsi a casa 30-40 punti alla volta rendendo più eccitante il confronto. Il calcio, sia in versione “olimpica” che in versione “sfida” è immediato, abbastanza profondo, veloce e davvero, davvero frizzante.
Le regole sono quelle classiche e le azioni sono affidate a un sistema di controllo molto basilare: il movimento è affidato allo stick sinistro, il passaggio, sia corto che cross, è affidato al tasto B, il tiro è affidato al tasto A ed è anche possibile regolarne la potenza mediante la pressione prolungata. Pochi ingredienti, semplici, ma mischiati con sapienza. A una prima prova in singolo con la CPU settata a difficile il sistema regge benissimo tanto è divertente ed emozionante. Quanto emozionante? Tanto che al goal ti alzi dal divano ed esulti come il primo dei tifosi della squadra cittadina!
Goooaaaalll!
La voglia di provarlo in multiplayer mi ha addirittura spinto a chiedere a mio fratello di giocare assieme, cosa che non succedeva dal 2004 circa.
E ci siamo genuinamente divertiti: Edgy Team vs Girl’s Power: Waluigi, Wario, Sonic e Silver contro Peach, Amy, Daisy e Stick.
Tackle, dribbling cross in fascia e colpi di testa, schemi tattici efficaci.
Merito dello sport o del gioco? Entrambi probabilmente.
Stesso scenario si è ripetuto per il Rugby: straordinariamente fisico e eccitante, ruvido, caciarone ma allo stesso tempo semplice per profani dello sport come noi due. Accattivante come pochi.
Poteva mancare una prova in multiplayer con uno sport individuale? No, e infatti anche la corsa in bici BMX è uno di quei sport che non ti aspetti ma che in split screen tira fuori il peggio dalle persone, figuriamoci da due fratelli! La gara si è risolta al fotofinish tra Sonic (Io) e Mario (Lui), inutile aggiungere chi abbia vinto, scontato, superfluo, banale…
Galvanizzati ed eccitati, ci siamo buttati su qualcosa di meno meccanico e più umano: la staffetta 4×100. Qui insospettabilmente, sono sorti i primi problemi: il sistema di controllo ha mostrato i suoi limiti, troppo poco chiara la spiegazione in-game? Mio fratello non ha abbastanza neuroni da investire in una corsa? Probabile, ma tutta l’eccitazione cresciuta negli sport precedenti si è spenta inesorabilmente contro un muro chiamato: button mashing.
Certo, era prevedibile che non tutte le discipline fossero allo stesso livello di fantastici sport di squadra come il calcio o il rugby o la pallavolo, ma il dubbio potrebbe essere proprio quello che il gioco abbia un bilanciamento tale da far pendere l’ago dalla parte del divertimento complessivo piuttosto che dalla parte rassegnazione del poco ma buono.
Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Rio 2016 comunque non si ferma a proporre minigame olimpionici standard: propone time attack con fantasmi da sfidare online, integrazione con il miiverse e avversari che cambiano di volta in volta grazie all’integrazione dei mii e della loro personalizzazione. Segnalo inoltre la presenza di un distributore di gashapon con timbri per il miiverse e accessori per i Mii che potrebbe rivelarsi ben più di un orpello e creare l’ossessione per la corsa ai tornei con l’intento di guadagnare monete e anelli e dar sfogo alla propria mania di collezionismo.
Insomma, Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Rio 2016 si propone come un bellissimo mix che svela tutta la cura risposta da Sega nel prodotto e che non vedo l’ora di sviscerare più approfonditamente in fase di recensione, ben consapevole che la manciata di ore utile a questa prima prova su strada si è rivelata un antipasto molto gustoso.



























































