Temple of Yog – Recensione

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Genere: Roguelike
Multiplayer: Assente
Lingua/e: Inglese

Diciamolo, la mia sete di roguelike su Wii U si è già placata di molto con l’arrivo di The Binding of Isaac: Rebirth, ma non mi basta. Per un genere quasi infinito come questo, la permanenza per un tempo elevato su un singolo titolo potrebbe quasi risultare nauseante ed è cosa buona e giusta alternarne almeno un paio ma, fino ad oggi, il Wii U non mi offriva scelta.

CHUDCHUD Industries ha esaudito i miei desideri con il suo ultimo, particolarissimo titolo chiamato Temple of Yog.

Temple of Yog recensione
Ogni soglia di punteggio ha un suo nome. I punti, poi, sono spesi per potenziare i personaggi.

Il gioco non ha soltanto soddisfatto la voglia di titoli del genere ma mi ha reso veramente felice nel momento in cui mi ha ricordato le potenzialità dell’oggetto che stavo usando in quel momento come controller.

Ebbene sì, per una volta, finalmente, ci troviamo di nuovo davanti ad un gioco che usa il paddone in maniera intelligente e creativa e non come mero schermo secondario, tanto che il titolo è stato messo in evidenza come Official Selection all’IndieCade Festival proprio per l’uso innovativo del GamePad.

Temple of Yog recensione
Con questi riquadri si passa al livello successivo del dungeon.

Il senso di felicità, però, è presto destinato a svanire di fronte alle difficoltà che il gioco ci propone. Per quanto riguarda il punto di vista della storia, il tutto è estremamente semplice. C’è un villaggio, in cui vi sono quattro diversi clan.

Ogni anno un sacrificio umano, un tributo, deve oltrepassare un portale posto in cima ad un tempio per effettuare uno scambio: una vita in cambio del progresso. Basta, niente approfondimenti od altro, la storia non è poi così importante, la vera sostanza è il gameplay.

Temple of Yog recensione
Questi piloni ci danno delle quest veloci, da terminare nell’arco della partita.

Dobbiamo iniziare subito a muoverci e sparare ai nemici sparsi per i vari scenari, rispettivamente con l’analogico sinistro e destro, cercando di arrivare a dei riquadri che ci permettono di passare al livello successivo del dungeon. I colpi dei personaggi sono tutti uguali, degli attacchi a distanza simili a pallette di fuoco, purtroppo decisamente poco precisi e, alla lunga, quasi frustranti. Con ZL si attiva l’abilità speciale, propria di ogni personaggio, selezionabile tra quattro diverse gilde, rispettivamente guerriero, ladro, chierico e mago.

A differenza di altri esponenti del genere, in Temple of Yog possiamo aumentare le statistiche base dei vari personaggi, divise in vita, magia e ombra, mentre le statistiche intrinseche dei personaggi quali forza e velocità non si potranno toccare così come le abilità speciali, diverse per ognuno. Se il guerriero entra in berserk e spara più velocemente, in maniera simile a quanto accade col ladro che, in più, aumenta la sua velocità, il chierico recupera vita mentre il mago si protegge dentro una bolla, diventando temporaneamente invincibile. Tutto questo condito da due elementi, musica e grafica, ottimamente interconnessi tra loro. Infatti, ad una serie di tracce in pieno stile chiptune si accompagna una gradevole grafica in pixel art, che rende il titolo leggero e gradevole all’occhio.

Temple of Yog recensione
Il chierico può recuperare vita con la sua abilità speciale, ho usato quasi sempre lui.

Peculiarità del titolo che sfrutta il GamePad è la possibilità, con ZR, di trascendere nel regno dell’oscurità: durante la partita sullo schermo della televisione viene visualizzato il regno della luce mentre sul paddone vediamo il corrispondente regno dell’oscurità, ovviamente diverso come conformazione e come posizione dei mostri. Una volta premuto ZR la situazione si capovolgerà, mostrandoci quindi il mondo oscuro sullo schermo principale.

Questo spostamento tra le due dimensioni serve spesso, in quanto (ad esempio) può capitare che il portale per accedere al livello successivo si trovi proprio nel regno dell’oscurità, ma è utile anche per uccidere quanti più nemici possibili ed ottenere il massimo punteggio. In ognuno dei livelli generati proceduralmente, possono essere presenti sei diversi artefatti come una bussola, che indica la direzione del portale, o degli stivali, che aumentano la velocità, e così via. Se si muore mentre si ha uno degli artefatti, questo viene posto in un altare all’esterno del portale con cui si accede al gioco vero e proprio ed è possibile prenderlo per portarselo con sé, rigorosamente uno alla volta.

Sopra, la televisione, il regno della luce. Sotto, il GamePad, il regno dell'oscurità.
Sopra, la televisione, il regno della luce.
Sotto, il GamePad, il regno dell’oscurità.

Il titolo, fondamentalmente, è tutto qua: entra nel portale, uccidi i nemici, cerca di trovare l’uscita, muori, colleziona punti da spendere in potenziamenti, ripeti. Non si ha una vera e propria fine in quanto, una volta terminato il livello, non ci resta altro da fare che premere il tasto + e sacrificarci (occhio, non esiste la pausa, il tasto + serve solo a suicidarsi!), per poi ricominciare. Gli oggetti collezionabili all’interno del titolo sono pochi, la profondità dell’esperienza di gioco alla fin dei conti è minima e sono presenti piccoli bug, come lo spawn vicinissimo o addirittura sopra un nemico, che comporta la morte immediata. Ricordo però che quello che abbiamo in mano, per il momento, è un prodotto grezzo, da limare e migliorare col tempo.

Il prezzo di 5.99 euro è proporzionato all’offerta ed inoltre gli early adopter, così come sono stati definiti dallo sviluppatore stesso, avranno dei vantaggi. Quella pubblicata su Wii U infatti è la First Epoch, che col tempo sarà seguita da altre tre. Tali aggiunte incrementeranno la varietà di stage ed includeranno anche il PvP online e, soprattutto, saranno gratuite per chi ha acquistato il titolo. Quest’ultimo, invece, man mano che verranno pubblicate le varie espansioni, aumenterà di prezzo passando a 6.99 euro, poi 7.99 ed infine 9.99 euro. Di conseguenza, se decidete di dar fiducia allo sviluppatore state certi che, alla fine, vi ritroverete con un titolo pagato quasi la metà rispetto al suo valore finale, e se siete amanti del genere, probabilmente non ve ne pentirete – ma di questo, poi, ne riparleremo meglio!

6.0

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