Remothered: Broken Porcelain – Una recensione terrorizzata

Condividi l'articolo

Genere: Survival horror
Multiplayer: No
Lingua/e: Italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo, cinese, coreano

Per attitudine, da sempre sono attento alla creatività delle realtà più piccole, emergenti nella migliore delle fortune. Me ne occupo a livello musicale, letterario, artistico, e la cosa non poteva ovviamente lascare escluso il mondo videoludico, altra componente portante della mia vita. Tanto più se queste creazioni poi sono nostrane, dal momento che il Bel Paese è in mano ai boomer e ogni produzione parallela e distante dalla tradizione o dal mainstrem – fattori che in Italia marciano rigorosamente, noiosamente a braccetto – deve essere accolta almeno con curiosità.

L’assegnazione della recensione di Remothered: Broken Porcelain mi ha quindi caricato anche più del solito, trattandosi di un lavoro originato in Sicilia dalla mente del trentunenne Chris Darril (aka Mario Christopher Darril Valenti) negli studi di Stormind Games, precisamente ad Acireale, in provincia di Catania. La Trinacria è d’altronde una delle poche lande italiche in cui l’arte videoludica poggi su basi importanti, come a Messina NAPS team da Shadow Fighter alla saga di Gekido all’ultimo Baldo, o sempre nel catanese la più giovane Rimlight Studios il cui Zheros esordì su Xbox One tra i Games with Gold, giusto per menzionare un paio di poli. L’hype per il nuovo Remothered deriva dal pluripremiato primo episodio (Remothered: Tormented Fathers), aspettativa testimoniata dall’interesse dei videogiocatori – il Gameplay Trailer pubblicato su YouTube da PlayStation ad esempio ha superato il mezzo milione di visualizzazioni.

È con questo spirito che accendiamo dunque il nostro Nintendo Switch, speranzosi di rimanere terrorizzati.

Ed è quello che succede, si rimane terrorizzati, ma non per motivi di riuscita ludica. Non ci girerò intorno, non creerò quella suspance che una narrazione horror protocollare richiederebbe: Remothered: Broken Porcelain è un prodotto devastato da problemi tecnici mostruosi – questi sì spaventosi. Procediamo con ordine.

La storia – i cui antefatti possono essere recuperati a inizio avventura attraverso una pagina praticamente illeggibile giocando in modalità portatile – ci catapulta tra le mura dell’Ashmann Inn, albergo in cui l’atmosfera sembra da subito esser tutto fuorché ospitale. Nei panni della giovanissima Jennifer ci troveremo quindi a vagare per le tetre stanze dell’albergo, risolvendo enigmi e tentando di sopravvivere ai cosiddetti stalker lì celati. La modalità principale a sostenere il survival è quella stealth: numerosi sono i nascondigli in cui cercare riparo, e l’incedere dell’avventura è dettato da passi silenziosi e pavide perlustrazioni. Il resto dell’azione è scandito da quick time event, crafting de raccolta di collezionabili. Le idee di fondo e l’ambientazione di Broken Porcelain riescono a farci credere nella loro promessa: riuscitissima l’atmosfera, immersiva la location, la tensione non manca così come la curiosità di andare avanti e scoprire cosa ci riserva la storia.
Promessa che purtroppo rimane tale.

Perché tutto questo risulta terribilmente ingiocabile, che è il vero orrore di questa produzione. Il primo jump scare si ha appena iniziata l’avventura: Broken Porcelain presenta un comparto grafico e audio scarsissimo, che probabilmente avrebbe sfigurato anche 15 anni fa. Ho dato un’occhiata alle edizioni per le altre piattaforme e la resa sembrerebbe essere migliore, ma su Switch è un no no no; in dock le prestazioni sono superiori, ma in portatile c’è davvero del grottesco in quanto a definizione e fluidità delle animazioni. La situazione è così grave che intacca il gameplay: in certi momenti diventa addirittura ostico individuare gli oggetti con cui interagire, la telecamera è imprecisa, i bug video non mancano. Il suono potrebbe anche avere del potenziale dal punto di vista dell’efficacia ambientale, ma la qualità audio è scadente. Ça va sans dire, se l’aspetto sensoriale in un gioco horror non punta alla perfezione, allora una parte del risultato è stata inevitabilmente assassinata.

Sarebbe stato anche interessante essere accoltellati alla testa con una forbice, se solo i poligoni del nostro personaggio non fossero svaniti.

Eppure non si rimarrebbe così turbati da Broken Porcelain se il resto della produzione funzionasse, ma anche qui è raccapriccio. Il gameplay è martoriato: i movimenti sono macchinosi, non c’è coerenza nell’interazione con gli elementi dell’ambiente, e neanche coi meccanismi stealth, l’intelligenza artificiale dei nemici è snervante, i bug ci costringono a tornare al menu principale. Persino l’approccio al gioco è ostile: il titolo presenta dei caricamenti sinceramente intollerabili nel 2020, e questo è un aspetto sul quale non si può essere clementi, soprattutto su Nintendo Switch, che fa del gioco rapido e immediato uno dei suoi punti di forza e di differenza. Lo sanno davvero tutti che il gaming non è più – e da un bel pezzo, va aggiunto – un’attività riservata ai pomeriggi casalinghi dei ragazzini, ma viene piuttosto diluito nel tempo e nello spazio a seconda delle possibilità e necessità personali. Io ad esempio, come tanti di voi lettori, amo Nintendo Switch anche perché consente di conciliare la mia vita di lavoratore pendolare col gaming.
Immaginiamo questo contesto: abbiamo una mezz’oretta libera tra una faccenda e l’altra della giornata, quindi quale modo migliore per stendere i nervi se non una partita? Accendiamo la console e facciamo partire Remothered. Tre minuti di attesa prima di poter giocare – dati reali, non scherzo. Ma va bene, può succedere all’avvio. Iniziamo. Il gioco ha molte caratteristiche stealth, quindi il processo di avanzamento richiede tempo e pazienza. Poi un bug, un comportamento insensato della CPU, ed è game over. Altri due minuti di caricamento. Di nuovo, è un survival, si rischia di morire spesso, infatti si muore, e sono altri due minuti di caricamento.
Appare chiaro come uno scenario tristemente verosimile con questo titolo sia quello che ci vede passare tanto tempo alla console senza giocare, e di conseguenza senza divertirci, ancora più grave senza emozionarci. In questo senso, un videogioco può dirsi fallito.

È così che doveva essere.

Se poi guardiamo al prezzo 39,99 euro, allora davvero questo secondo Remothered è orrore. La creatività richiede tempi che devono essere seguiti per rispetto di sé stessa, del suo creatore e del suo pubblico, e appare chiaro, forse oggi più che mai, come questo processo possa non sempre essere in linea con le richieste del mercato. Stormind Games avrà avuto le proprie motivazioni e possiamo sperare che abbia lavorato col massimo impegno, ma non si può fare a meno di pensare che Broken Porcelain sia un prodotto incompleto.

Un vero peccato, dal momento che l’ambientazione, il concept e le meccaniche erano davvero intriganti. Ma occorre ricordare che, ad esempio, Lincoln sperimentò in prima persona più di un fallimento prima di diventare presidente degli USA, o che Michael Jordan ebbe diverse interruzioni di carriera sportiva che non impedirono l’esplosione del suo talento di cestista. Questo per dire che attendiamo con curiosità il nuovo titolo già annunciato ma non ancora rivelato dello studio siciliano, nella speranza che a tante buone idee venga affiancata una produzione di equivalente livello.

Sia in portatile – rigorosamente con le cuffie – che al televisore di casa attraverso un codice download inviatoci da Stormind Games.
Pro: Idea di fondo molto interessante ed ambientazione riuscita…
Contro: … ma il tutto sviluppato in maniera insufficiente.
3

Potrebbero interessarti

Recensioni

Unicorn Overlord, una Vanillarecensione

Vanillaware sgancia la bomba e porta un gioco strategico di tutto rispetto nelle nostre mani Sono anni e anni che sentiamo parlare di Vanillaware, una

Recensioni

Persona 3 Portable, recensione di mezzanotte

Il terzo capitolo sbarca su Nintendo Switch con l’edizione più controversa Se Persona 4 Golden è stato il titolo dell’ascesa di Atlus nell’olimpo del genere

Persona 4 Golden
Guide

Persona 4 Golden, guida ai quiz in classe

Ecco una pratica e utile guida per districarci nel panorama scolastico Persona 4 Golden è un gioco già molto stratificato di suo, tra battaglie all’ultimo

Articoli

Le abilità di copia più forti di Kirby!

Riscopriamo l’arsenale della pallina rosa a pochi giorni di attesa da Return to Dream Land Deluxe Amiche e amici di NintendOn, buon San Valentino! In

Recensioni

Warp Drive, una recensione in 240p

Belli i giochi di corse, ma è meglio vedere dove si va Nel corso degli anni su Nintendo Switch sono arrivati praticamente tutti i generi

Recensioni

Circle of Sumo – Recensione

Yonder porta lo sport del sumo su Nintendo Switch, ma in un modo totalmente diverso da come potevamo immaginarlo. Circle of Sumo è una festa multiplayer!

Speciali

Fantastico Studio – Milan Games Week 2018

È tutto Fantastico La Milan Gamesweek è stata come al solito un grande momento di incontro tra ogni tipo di giocatori. Le cose da vedere

Recensioni

All-Star Fruit Racing – Recensione

Fruttariani, fatevi avanti! Da qualche anno a questa parte l’Italia ha iniziato a compiere i suoi primi passi nel mondo dell’intrattenimento videoludico. Sembra che il

Speciali

La mie paure per Metroid Prime 4

Attendo il nuovo Metroid Prime 4 con tutto me stesso. Ma gli ultimi giochi Nintendo, stanno facendo vacillare il mio entusiasmo. Perché?

Recensioni

Hey! PIKMIN – Recensione

Hey tu! Sì, parlo a te col fiore in testa!Hey Joe è un pezzo della tradizione americana portato alla ribalta dalla celeberrima versione di Jimi

Recensioni

Kirby’s Blowout Blast – Recensione

Una palletta rosa tra le parole Nintendo e 3DS!Kirby  si trova alla grande su Nintendo 3DS/2DS: quella che la sfera rosa di HAL Laboratory ha

Recensioni

I and Me – Recensione

Non un gatto, ma due. O è lo stesso? I and Me è un misto tra platform e puzzle game che più indie di così

Recensioni

Flip Wars – Recensione

Flippami e Switchami tutto! Nintendo Switch e multiplayer, un connubio perfetto fin dal primo video che ha presentato al mondo la console della casa giapponese

Recensioni

Simon the Sorcerer Origins – Recensione

Simon The Sorcerer Origins, prequel ufficiale del gioco originale, arriva a oltre trent’anni di distanza anche su Nintendo Switch.