The Wardrobe – Recensione

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Genere: Avventura punta e clicca
Multiplayer: No
Lingua/e: Inglese, Francese, Tedesco, Italiano, Spagnolo, Russo

Chiudi bene a chiave, c’è un mostro nell’armadio

Nei periodi più confusi della vita e nelle giornate più complicate, il contenuto del mio armadio (o della casa, per estensione) può contenere un caos degno delle peggiori fantasie dell’uomo, è vero, ma mai potrei aspettarmi di trovarci una congestione creativa delle proporzioni di quanto visto in The Wardrobe: il titolo punta e clicca dell’italiana C.I.N.I.C. Games è una raccolta di tutto ciò che può appartenere alla fantasia e alle memorie di un nerd nato tra gli anni ’80/’90, un florilegio di curiosità e citazioni plasmato per diventare un tributo alle classiche avventure Lucasarts.

L’affetto verso questo specifico genere e per il periodo storico in cui il team è cresciuto e ha sviluppato le proprie passioni è tale da rendere questo titolo un prodotto davvero speciale per il modo in cui gameplay e citazionismo si intrecciano alla ricerca del giusto bilanciamento: missione compiuta?

Oh no! Qualcuno prenda quella scarpa!

Ti vedo un po’ smagrito…

Meno chiacchiere, più fatti: The Wardrobe parte a cannone con un preambolo curioso ma dannatamente sintentico in cui si lascia ben poco spazio a spiegazioni per seguire invece gli eventi realmente interessanti per il giocatore. Quanto può interessare al giocatore sapere i perché il nostro caro Skinny, protagonista dell’avventura, sia mutato in scheletro pochi istanti dopo la sua bizzarra morte? E quanto è utile domandarsi motivi per i quali finisce nel guardaroba dell’amico Ronald, che ha assistito senza reagire agli ultimi instanti di vita dell’amico?

Meglio piuttosto catapultarci nel “pieno dell’azione” e vivere gli istanti che fungono da miccia per il crescendo che porterà alla risposta di tutte le domande che potremmo farci. Niente chiacchiere su un promontorio per vantarci delle nostre imprese da pirata, niente relax ai tavolini di Parigi, niente criceti che bussano alla porta: si entra in scena e si è alle prese con il trasloco che stravolgerà la nostra “vita” di non-morto e ci porterà ad esplorare un mondo che già dai primi istanti ci presenta personaggi ancora più bizzarri del nostro sovrannaturale protagonista.

Il gicoo inizia qui. E siamo bombardati di citazioni!

The Wardrobe è un punta e clicca, a livello di meccaniche, davvero tradizionale: attraverso il puntatore sempre visibile a schermo raggiungiamo ogni elemento “interagibile” a schermo, che viene evidenziato alla pressione del tasto R (una semplificazione? Una necessità per il gioco su console? Non saprei pronunciarmi in modo definitivo) e possiamo compiere differenti azioni a seconda del soggetto. Osservare, raccogliere, azionare e parlare sono le nostre opzioni – quando tutte presenti – e danno il via a tutta una serie di situazioni che puntano a far brillare lo script.

Se non si fosse intuito dalla follia dilagante di una storia incentrata su ragazzi scheletro non-morto a causa dell’allergia alle prugne, il contesto in cui si dipanano gli eventi è demenziale e gioca spesso con chi si trova al di là dello schermo grazie a soluzioni comiche – forse non troppo originali nel 2018 – che sfondano la quarta parete. Ogni analisi, ogni dialogo e ogni azione può portare a commenti sarcastici da parte di Skinny sulla situazione in generale o sulle modalità non proprio brillanti con cui si tenta di superare gli enigmi che ci vengono posti dinanzi, fino al “contatto visivo diretto” nel momento in cui il nostro avatar si esibisce nelle battute più peculiari o è particolarmente sfiancato dalle nostre incomprensibili e inconcludenti azioni.

Non abbiamo certo bisogno di una borsa, tentiamo tutto… dentro. Letteralmente.

C’è da dire che il primo impatto è davvero positivo, soprattutto se affrontiamo l’esperienza in modalità portatile: lo stile molto caricaturale scelto per la rappresentazione di ambienti e personaggi può piacere o meno – io personalmente l’ho molto apprezzato – e risalta in modo molto efficace sul brillante schermo di Nintendo Switch. Colori e dettagli esplodono negli scenari più ricercati, venendo esaltati dalle animazioni sia dei personaggi che dei fondali stessi. I movimenti sono fluidi e quando c’è da alzare l’impatto visivo entrano in gioco scene animate full screen che “elevano” il valore complessivo dell’impianto tecnico.

La resa visiva degna di una produzione animata è sostenuta brillantemente da dall’audio, che può vantare una schiera di doppiatori molto capaci e consapevoli del proprio personaggio. Non eccessiva la compressione, che rende ben distinguibili tonalità e inflessioni. Da sottolineare come il titolo sia disponibile con doppiaggio e sottotitoli in sei lingue, tra cui l’italiano: personalmente ho preferito vivere l’esperienza in inglese, ma per chi ci tiene a gustarsi la storia nel proprio idioma, il risultato raggiunto è comunque gradevole. L’accompagnamento musicale, invece, non brilla per coinvolgimento e originalità, ma setta l’atmosfera in modo adeguato.

Avete 10 secondi per trovare più citazioni possibili!

The Wardrobe è un’avventura grafica molto particolare per ritmo, essendo stata pensata inizialmente come serie episodica. Per questo motivo fin da subito viene richiesto al giocatore di pensare in modo molto elaborato e combinare diversi oggetti per avanzare nella trama anche in modo non proprio ortodosso. La soluzione alle sfide proposte non è mai troppo facile ed è necessario memorizzare ogni dettaglio e ogni dialogo per poter cogliere la scintilla necessaria a capire la sequenza di eventi (anche un po’ folle) che ci porterà al capitolo successivo.

Questa struttura, in un gioco “intero”, dona l’impressione di un prodotto confezionato per funzionare grazie ai momenti ad effetto, picchiando duro sul fattore nostalgia e abbagliandoci con costanti e strabordanti citazioni ad ogni passo. Siamo chiaramente di fronte ad un titolo creato da appassionati del genere punta e clicca che hanno voluto, mossi dall’incredibile affetto per i titoli storici, dire la loro, creando un universo che potesse tenere sempre alta l’attenzione del giocatore. Il risultato è comunque gradevole, anche se manca la finezza dei grandi classici. L’unica riserva possiamo averla per il consistente affidamento all’elemento citazionista, che alla lunga può perdere di efficacia e in generale offuscare le qualità ludiche della produzione.

AH! Ma un morto non dovrebbe spaventarsi!

In conclusione l’opeara di C.I.N.I.C. Games arriva su Nintendo Switch portando inalterati pregi e difetti: il lavoro di conversione di MixedBag Games calza a pennello sull’hardware ibrido, senza incertezze, glitch o imprecisioni. I caricamenti sono davvero minimi e ben si prestano al gioco in movimento, rendendo The Wardrobe un ottimo compagno di viaggio per chi ha voglia di usare le meningi in modo intensivo e bizzarro.

Il costo di 15€ può essere visto come un deterrente nell’ottica di un’avventura che dura una manciata di ore, ma esplorando e analizzando ogni elementi presente nel titolo è possibile estrarne un valore “aggiuntivo” che nel complesso va a giustificare ampiamente l’offerta. Ignegno e umorismo sono le basi di un titolo che fa il suo dovere – senza sconvolgere, però – rappresentando un ottimo inizio per il team, che ora attendiamo con impazienza alla prova con un nuovo gioco!

Ci siamo avventurati alla ricerca di Ronald e del guardaroba completando l’avventura principale grazie ad un codice fornito dallo sviluppatore.
Pro: Stile molto ricercato, tanto umorismo e un numerso sconfinato di citazioni. Ottimo parlato
Contro: Troppe citazioni? Forse un po’ di ingenuità nella creazione degli enigmi.
7.5

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