Hyrule Warriors Legends – Recensione

Hyrule Warriors Legends prepara alla lotta con un nuovo trailer contenuti scaricabili

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Genere: Musou
Multiplayer: No
Lingua/e: Testi in italiano, doppiaggio in inglese

Hyrule Warriors ha riscosso davvero un buon successo: nonostante l’iniziale scetticismo dell’utenza, il genere musou e il mondo di The Legend of Zelda si sono fusi armoniosamente creando un titolo di qualità, divertente anche se non privo di difetti. Come già evidenziai all’epoca della review del titolo per Wii U, il pericolo maggiore era quello di trovarsi con un mix pasticciato e sconclusionato che svilisse i punti di forza delle due componenti in gioco e, considerando il coinvolgimento del brand di Zelda nell’operazione, c’era il concreto pericolo che le ire dei nintendari di tutto il mondo si scatenassero in tutta la loro furia.

Fortunatamente il sodalizio tra Nintendo e Koei Tecmo è stato vincente, e Hyrule Warriors ha saputo regalare una valanga di ore di gioco grazie anche a una massiccia iniezione di contenuti aggiuntivi di qualità. Forte del successo ottenuto, Nintendo ha deciso dunque di provare a replicare l’operazione portando il frenetico gameplay del titolo Wii U su 3DS con Hyrule Warriors Legends. Il significato del verbo portare va qui preso proprio alla lettera: Hyrule Warriors Legends è in pratica un porting, con alcune differenze, del gioco uscito un anno e mezzo fa, condividendone buona parte dell’esperienza totale. Con sommo disappunto di chi sperava quindi in un sequel, quello che ci ritroviamo qui è invece lo stesso titolo visto su Wii U arricchito sì di qualche spunto, ma anche privato del multiplayer e limitato dall’hardware della console.

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Lo stile di combattimento di Linkle è unico: i suoi attacchi a distanza tornano utili in molte occasioni.

L’impianto di gioco del titolo è praticamente identico a quanto visto in Hyrule Warriors: per chi ha già avuto modo di spolpare il titolo per Wii U le novità sono veramente poche, mentre chi non ha avuto modo di provare Hyrule Warriors, in Legends troverà comunque tutti i crismi che ci si aspetta di trovare in un musou. Il cuore del gioco è rappresentato da battaglie tra due grandi armate e lo scopo è intuitivamente quello di sconfiggere il generale per avere la meglio e porre fine alle ostilità. La modalità Leggenda, considerabile quella principale in quanto porta avanti delle vicende legate da una trama, vi terrà impegnati per una dozzina di ore circa e introdurrà un buon numero di personaggi, tutti controllabili nel corso delle varie missioni.

Rispetto ad Hyrule Warriors questa modalità conta qualche missione in più dovuta alla presenza di nuovi personaggi, prima tra tutti la deliziosa Linkle: introduzioni molto gradite, in quanto ogni personaggio ha un suo stile di combattimento personalizzato e la possibilità di scegliere tra diversi eroi aggiunge un pizzico di varietà in più che non guasta mai. Gli scenari in cui si svolgono le battaglie sono molto vasti e uno dei problemi in cui si incappa inevitabilmente in questo genere di titoli è saper gestire il proprio posizionamento spazio temporale: dove andare e quando andarci, detto in altre parole. Al giocatore è lasciata sì libertà di procedere come meglio crede, ma nel corso della battaglia si succedono molti accadimenti nei confronti dei quali bisogna decidere come reagire. L’arrivo di un personaggio particolarmente potente, il pericolo che un avamposto venga conquistato dall’armata nemica, un eroe amico in difficoltà, sono tutti eventi in grado di influenzare pesantemente l’esito della battaglia, portando anche ad una prematura sconfitta.

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Un semplice tocco sul touch screen e sarà possibile switchare da un personaggio all’altro: molto comodo!

Un’importante novità introdotta in Hyrule Warriors Legends facilita la gestione di queste situazioni: in numerose occasioni sarà infatti possibile prendere il controllo di più personaggi nel corso della stessa battaglia, switchando da uno all’altro con un semplice tocco di un’icona sul touch screen. Ciò consente ovviamente una copertura maggiore del campo di battaglia ed essere più rapidamente dove c’è necessità di intervento, cosa che, con un solo personaggio, si traduceva in corse a perdifiato da un capo all’altro della mappa. Se a ciò aggiungiamo anche la possibilità di impartire ordini agli altri eroi della propria fazione, impostando una precisa meta da raggiungere o un nemico specifico da ingaggiare, è evidente come Hyrule Warriors Legends offra al giocatore degli strumenti per variare il ritmo e le situazioni di gioco, aspetto che su Wii U veniva un po’ a mancare.

A fare da contrappeso a questo piccolo vantaggio tattico c’è la necessità seguire i movimenti dei personaggi alleati con particolare attenzione: la sconfitta di uno qualsiasi di loro porterà come inevitabile conseguenza il fallimento della missione, obbligandovi a ripartire dall’ultimo checkpoint o a ricominciare la battaglia. Se non prestate attenzione a ciò che accade sul campo vi troverete presto nei pasticci e, se ai livelli di difficoltà più bassi avrete tempo di tamponare, ai livelli di difficoltà più impegnativi sarà molto più facile incappare in premature sconfitte: il livello di sfida infatti si alzerà sensibilmente rendendo però le cose decisamente più interessanti.

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Gli obiettivi si susseguono rapidi nel corso della missione: cercare di completarli tutto renderà il compito più agevole.

L’approdo su una console portatile di un titolo strutturato in missioni e dal ritmo intenso come solo un musou riesce ad essere, apre un’importante riflessione sulla questione portatilità. Vero è che il 3DS viene molto utilizzato anche come console “casalinga” ma la sua natura di handheld ne implica e ne incoraggia un utilizzo in svariati contesti anche oltre le mura domestiche. Sotto questo punto di vista le notizie non sono molto positive: Hyrule Warriors Legends sembra rimanere un po’ soffocato all’interno del case del 3DS. In primo luogo, il titolo è del tutto inadatto a brevi sessioni di gioco.

Benché alcune missioni siano piuttosto rapide, ce ne sono molte altre che richiedono anche mezz’ora buona di gioco continuativo prima di essere portate a termine. Certo, si può sempre mettere il 3DS in modalità riposo e continuare la partita dopo, ma diciamo che non si tratta di una situazione ottimale nemmeno sotto il profilo di consumo della batteria. Secondo problema: in un musou c’è da pigiare sui tasti tante volte, rapidamente e per tanto tempo e ciò, unito alla non eccezionale ergonomia del 3DS, porta all’affaticamento di mani e dita già dopo poco brevi sessioni di gioco (state comunque tranquilli, non siamo ai livelli di Kid Icarus Uprising!).

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Arrivare a 2000 K.O. non è troppo difficile: i nemici da abbattere nel corso di uno scenario non mancano di certo!

L’ultimo appunto sul tema portatilità coinvolge il lato tecnico del titolo. Hyrule Warriors su Wii U, pur non facendo gridare al miracolo, era piuttosto bello da vedere grazie anche all’alta definizione: grandi scenari anche se non dettagliatissimi, una fluidità molto buona pur con qualche lieve incertezza nelle fasi di affollamento di elementi sullo schermo, pop up un pelo fastidioso ma nemmeno troppo invadente. Hyrule Warriors Legends, dovendo scendere a patti con un hardware per forza di cose limitato, soffre un po’ da questo punto di vista. Intendiamoci: il 3DS si comporta più che egregiamente perché il gioco non soffre di rallentamenti o inciampi grafici clamorosi ma la leggibilità di quello che accade sullo schermo non è sempre ottimale e sarà impossibile no notare un aliasing piuttosto marcato. Il pop up invece finisce con l’essere oltremodo invadente perché spesso succede che appaiano decine e decine di nemici dal nulla in un’area che fino a un attimo prima pareva sgombra.

Nulla che renda l’esperienza sgradevole, ma insieme a delle animazioni poco spettacolari come quelle degli scontri contro i mostri giganti, testimoniano come un gioco di questo genere dia il meglio di sé su una home console. A tal proposito è doverosa un’ulteriore nota. Il New 3DS (console utilizzata per questa review), al netto delle imperfezioni accennate, si dimostra all’altezza della situazione, effetto 3D compreso, e riesce a gestire piuttosto bene la mole di poligoni presente a schermo. Sul 3DS normale invece la situazione è molto meno rosea, con l’hardware che fa molta fatica a mantenere frame rate e fluidità: il tutto si traduce in una resa visiva mediocre per un risultato tutt’altro che eccezionale e minato da problemi abbastanza gravi.

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Il pop up a volte è molto fastidioso: l’area nella foto sembra sgombra ma, fatti due passi, ci si ritrova circondati dai Moblin…

Al di là delle perplessità appena analizzate, è chiaro come il più grosso limite del titolo stia nella mancanza di sostanziali novità e di una insufficiente differenziazione da Hyrule Warriors. Ovviamente il discorso è ristretto a chi ha già macinato decine e decine di ore su Wii U, mentre chi si approccia al titolo per la prima volta troverà certamente molti motivi di interesse: se la già citata modalità Leggenda offre una trama e una vicenda godibili e divertenti, il vero cuore del gioco è rappresentato dalla gargantuesca modalità Avventura che offre al giocatore contenuti sufficienti a riempire decine di ore di gioco. Qui la varietà di situazioni è certamente maggiore rispetto alle canoniche battaglie, ma il consistente numero di eventi da affrontare sulla mappa del primissimo capitolo di The Legend of Zelda rischia di far subentrare, sulla lunga distanza, un leggero tedio dovuto alla ripetitività di missioni da affrontare.

Completisti e maniaci dei collezionabili non troveranno invece fatica a procedere nelle cento e più missioni proposte, impegnati a trovare Aracnule e frammenti di cuore, oltre ovviamente a ottenere la valutazione massima in tutte le prove. A differenza della modalità Leggenda, in questo caso le cose possono farsi veramente difficili e alcune missioni vi faranno sudare le proverbiali sette camicie: senza un livello adeguato del personaggio da utilizzare (che spesso non sarà selezionabile a piacimento) e armi potenziate in maniera intelligente, la valutazione “A” resterà solo una chimera impossibile da raggiungere. Il processo di crescita dei personaggi si muove lungo tre direttrici diverse: il livello, che aumenterà sconfiggendo i nemici; la creazione di alcuni medaglioni che aumenteranno le capacità difensive e offensive del personaggio; e la forgiatura di armi con abilità particolari infuse al loro interno. La raccolta di armi e materiali lasciati cadere dai nemici non resta così un accaparramento fine a sé stesso, ma diventa un’attività essenziale verso l’obiettivo del completamento al 100%.

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La strada per il completamento della modalità Avventura è costellata da valutazioni A da raggiungere…

Come già accaduto con Hyrule Warriors, anche Legends sarà arricchito nel tempo con una serie di DLC che aggiungeranno mappe Avventura, personaggi e armi nuove, aumentando così a dismisura la longevità del titolo. La valutazione finale del gioco deve quindi tenere conto di molti aspetti, il primo dei quali è proprio il fatto di essere un musou. Il setting e la brandizzazione marchiati Zelda rappresentano senz’altro un valore aggiunto per ogni fan Nintendo che si rispetti ma non riescono ovviamente a edulcorare i tratti spigolosi e tipici del genere. Se si hanno pazienza e costanza tali da giocare il titolo a fondo, esso si rivelerà ricchissimo di contenuti e, a tratti, offrirà un livello di sfida più che probante in grado di regalare parecchie soddisfazioni, con i corposi contenuti extra in arrivo che aggiungeranno (si spera) ulteriore qualità.

L’altro lato della medaglia è rappresentato dagli spunti critici emersi sopra, i più gravi dei quali sono la scarsa portatilità del gioco e il fatto di essere in pratica un mero doppione del titolo per Wii U. Hyrule Warriors Legends è dunque un titolo più che valido ma resta comunque un gradino sotto il suo predecessore, superiore per freschezza e fruibilità. Se Legends dovesse rappresentare il vostro primo approccio al musou made in Nintendo, potete alzare pure il voto finale di un mezzo punto, mentre tutti gli altri sappiano che dietro al ritmo concitato e frenetico del titolo potrebbe essere in agguato un pesante senso di dejà-vu.

7.4

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