Il genere dei giochi di ruolo giapponesi nelle sue numerose sfumature sta da qualche anno vivendo tempi strani. Su console casalinghe non sono mancate delusioni e le speranze degli appassionati di vivere magiche storie si sono riversate sulle portatili dove, complice forse una non ossessiva ricerca dell’aspetto grafico a scapito della storia, le soddisfazioni non sono mancate. E per il 3DS, il 2016 è senza dubbio l’anno più splendente.
Etrian Odyssey, Legend of Legacy, Bravely Second, i due Dragon Quest, Pokémon e Fire Emblem sono nomi altisonanti che possono riempire mesi e mesi di gioco all’insegna della qualità. Tra questi titani, prova a dire la sua Stella Glow, canto del cigno di Imageepoch, software house giapponese che ha, purtroppo, dichiarato bancarotta nel 2015. Molto attiva su console portatile, ha sviluppato per mamma Nintendo titoli come la saga di Luminous Arc, Arc Rise Fantasia, Sands of Distruction e Yoshi’s New Island.

Stella Glow appartiene al genere dei giochi di ruolo strategici e richiama alla mente tanti classici del genere come gli Ogre, i Fire Emblem e i sopra citati Luminous Arc e, fortunatamente, si può definire un titolo solido e adatto a tutti, amanti del genere e non. Il protagonista della storia, Alto, è un diciassettenne senza alcun ricordo del suo passato. Cresciuto con la sua amica del cuore Lisette e i suoi genitori, trascorre una vita pacifica e tranquilla in un modesto villaggio.
Come da tradizione, la sua esistenza è destinata ad essere sconvolta da una misteriosa minaccia costituita da Hilda, una strega. Considerate fino a quel momento leggende, le streghe sono le uniche entità in grado di usare la magia tramite il canto, arte proibita in tempi antichi da una divinità. L’unico modo per salvare il mondo è quello di riunire quattro streghe, ragazze capaci di cantare, ognuna in grado di dominare un elemento e solo una volta riunite, in grado di armonizzare insieme per debellare la magia di Hilda.
Alto si rivela ben presto più di un semplice orfano, la sua esistenza è al centro della battaglia tra forze del bene e del male e la verità sulla sua identità e sulle sue origini è ben celata nella sua memoria…

Ogni capitolo della storia di Stella Glow è diviso in due modalità: tempo libero e missione. Un orologio scandisce il tempo e ci dice sempre quanto tempo libero abbiamo tra una missione e l’altra. Le cose da fare nelle due modalità variano sensibilmente. Lambert, capitale del regno, rappresenta l’hub centrale del mondo di gioco. Qui possiamo trovare negozi dove acquistare l’equipaggiamento e la stanza di Alto, all’interno della caserma militare della cittadina, dove salvare la partita e riposarci. Nel tempo libero sono disponibili luoghi speciali da visitare, non presenti normalmente, che permettono azioni differenti come lavorare per guadagnare soldi, andare in esplorazione libera per trovare materiali rari e interagire con i membri del party per aumentare l’affinità e sbloccare nuove abilità.
Essendo le azioni da compiere nel tempo libero in numero limitato, è importante scegliere con attenzione cosa fare e quali membri del party potenziare a discapito di altri. Come negli strategici sopra citati, la mappa di gioco è costituita dall’hub centrale (Lambert) e da altre zone che si aggiungeranno pian piano ma non visitabili al di fuori delle cutscene della storia. In queste aree è possibile talvolta affrontare dei combattimenti, utili ad aumentare il livello dei personaggi prima di entrare nelle quest principali.

I combattimenti, vero e propria spina dorsale del titolo, ricordano molto quelli di Vandal Hearts: si combatte su un’area con visuale isometrica, quasi sempre liberamente esplorabile. Lo spazio di movimento dei personaggi dipende dai loro parametri e dalla loro classe. Una barra nella parte bassa dello schermo con le icone dei combattenti indica i turni di battaglia, sempre visibili. Attaccare richiede un numero maggiore di turni di attesa prima di agire nuovamente piuttosto che semplicemente limitarsi al semplice movimento. Alla fine del turno si decide da che parte girare il personaggio, attacchi laterali o di spalle causano infatti un numero maggiore di danni subiti o inflitti.
Ognuno può tenere un numero massimo di due oggetti consumabili come pozioni o antidoti e, una volta usati, non resta che fare affidamento sulle proprie abilità. Solo le streghe possono usare la magia e con l’incedere della storia e la progressione del loro rapporto con Alto, le abilità magiche aumenteranno fino a poter sfoderare incantesimi devastanti. La componente tattica e le possibilità non mancano ma purtroppo, complice un livello di sfida mai realmente impegnativo, la maggior parte delle volte l’unica cosa di cui tener davvero conto è il posizionamento delle unità chiave, quelle che, se sconfitte, causano il game over.

Stella Glow intrattiene piacevolmente per circa quaranta ore di gioco grazie a personaggi ben caratterizzati sia dal punto di vista caratteriale che estetico e grazie a una trama che riserva colpi di scena e cattura, riservando molti misteri per le battute finali.
Tecnicamente, le scene di intermezzo e il mondo di gioco sono ben costruiti, così come gli sprite bidimensionali dei protagonisti. Non altrettanto si può dire delle animazioni in battaglia, liberamente disattivabili, in cui mostri e alleati compaiono con modelli super-deformed spesso costruiti e animati non proprio benissimo. Ottima la colonna sonora del gioco, capace di scandire bene gli stati d’animo e l’importanza dei dialoghi di Alto e compagni e di essere molto più di un accompagnamento ma una vera e propria parte pulsante del titolo, complice la centralità della musica nella trama. Ottimo anche il doppiaggio, con ore e ore di testo parlato e ben recitato dai doppiatori inglesi.

Stella Glow rappresenta un trpg perfetto per chi non ha mai provato il genere o non ha mai voluto approfondirlo. Non annoia catturando il giocatore novizio ma rischia di risultare forse fin troppo facile per gli appassionati. In ogni caso, è un piccolo gioiellino nel suo genere, che regala ore e ore di divertimento, da prendere in considerazione e da non lasciare da parte in questo periodo d’oro del 3DS.
Il canto del cigno di Imageepoch è un titolo con un enorme potenziale non pienamente espresso che purtroppo non potremo vedere svilupparsi in futuri seguiti ma nella sua sostanza è un piccolo, splendente antipasto in attesa di Fire Emblem Fates. Dategli una chance, non ve ne pentirete!



























































