Return to PoPoLoCrois: a Story of Seasons Fairytale – Recensione

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Genere: JRPG
Multiplayer: no
Lingua/e: Testi in inglese, doppiaggio in giapponese o inglese

In una soleggiata e tiepida mattina le sumoo pascolano allegramente accanto a raccolti rigogliosi, ma cosa succede!?! Cos’è quella bestia nera? Perché mi ritrovo a combattere? Fino a poco fa avevo un innaffiatoio in mano! Tutta questa manfrina per introdurvi a, aspettate che prendo aria, Return to PoPoLoCrois: a Story of Seasons Fairytale. Voi non potete vedere, ma vi giuro che sono riuscita a scriverlo tutto d’un fiato.

Come facilmente intuibile dal titolo questo gioco è un crossover tra il già citato PoPoLoCrois (da me rinominato popolocroissant) e il recente Story of Seasons, la nuova serie apocrifa del più noto Harvest Moon. Forse non tutti voi conosceranno PopoloCrois vecchia serie di gdr finora appannaggio delle console Sony, e che conta all’attivo anche due serie anime e un manga molto apprezzati in patria ma sfortunatamente mai sbarcati da noi. Invece su Story of Seasons dovreste essere più informati visto che il gioco è uscito una manciata di mesi fa e prontamente recensito da una punta di diamante di questo sito [A questo giro te la passo, ma ti tengo d’occhio – N.d.Pittanza].

La storia comincia col nostro eroe, nonché principe del regno di Popolocrois, Pietro impegnato in una sua piccola avventura personale, ovvero fare il cascamorto col suo grande amore Narcia, viene cercato disperatamente dal cancelliere visto che oggi è il tredicesimo compleanno del principino e sono tutti in sua attesa per festeggiarlo. Di ritorno al castello, e dopo essersi preso la giusta ramanzina dal cancelliere, il nostro eroe raggiunge tutti i sudditi per dare il via ai festeggiamenti ma tra gli ospiti spunterà una misteriosa quanto affascinante (piuttosto io direi inquietante ma chi sono per andare contro i canoni estetici del luogo) Lady Marmela che avvertirà il re di un pericolo imminente, pericolo che affligge già il suo popolo, quello di Galariland e che presto potrebbe arrivare anche da Popolocrois. Solo un puro di cuore può salvare il destino dei due mondi e indovinate un po’ chi è questo puro di cuore? Chi ha detto il cancelliere fuori subito…

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Ben presto qualcosa va storto e il viaggio dimensionale intrappolerà l’indomito, quanto sprovveduto, principe Pietro nella terra di Galariland dove combatterà il male e troverà buoni amici e compagni d’avventura ad affiancarlo tra i quali un tenero lupo blu e tanti volti nuovi, così come vecchie conoscenze della serie. Direttamente mutuato dall’anime lo stile grafico, mentre il genere, come avrete già intuito, è un classico gdr con incontri a turni. Per tener fede alla definizione “classico”, viaggiando per la mappa, comodamente visualizzata sul touch-screen, incapperemo in tanti scontri casuali, sfortunatamente non evitabili. Nonostante la necessità di levellare il nostro party di personaggi, gli incontri sono decisamente più del necessario, mentre decisamente più azzeccata è la loro struttura: al nostro turno verrà visualizzata una griglia sotto i nostri piedi che determina il nostro movimento.

Oltre a non poter oltrepassare le caselle delimitate dalla griglia, dovremo rivolgere una particolare attenzione a non intralciare col nostro movimento il resto della squadra o ancora prendere in considerazione quanti turni sono necessari per aggirare un ostacolo prima di poter attaccare il nemico. A parte muoversi e attaccare, i nostri protagonisti potranno sfruttare tutta una serie di mosse speciali, che andranno a potenziarsi o ad aumentare di numero col progredire dei livelli del personaggio. Troviamo attacchi speciali, mosse curative, o ancora mosse di supporto che aumentano le statistiche. Queste mosse potranno essere effettuate anche (o solo) in coppia con un altro personaggio e questo aggiunge un pizzico di colore in più nella scelta della vostra formazione. Per ultimo, e sicuramente meno importante, la possibilità di scucire quattrini per tentare la fuga, di incerta utilità visto che le battaglie sono tutte molto semplici e si risolvono in poche mosse.

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La mancanza di una sfida che sia tale è un vero e proprio limite di questa produzione quasi al pari della poca varietà negli scenari. Vi si intenerirà il cuore la prima volta che verrete rimpiccioliti a misura blatta per entrare nei dungeon per affrontare malvagi insetti ma ci si sorprende la prima volta, stop. A meno di individuare negli adolescenti il target principale del gioco, è quasi un mistero come tutto sia davvero curatissimo, al netto anche di idee, magari non nuovissime ma pregevoli, e si siano dimenticati di motivare i giocatori con un tasso di sfida più adeguato. Struttura dei combattimenti a parte, la cura si nota nella deliziosa estetica davvero gradevole agli occhi, con uno stile manga coloratissimo e ben delineato, sebbene i personaggi pecchino un po’ di anonimia nella caratterizzazione.

La nota più stonata però è nel titolo: Return to PoPoLoCrois: a Story of Season Fairytale. Ci si aspetterebbe una sinergia tra due brand, il meglio di entrambe le serie unite in un unico gioco. Sappiamo bene che Story of Seasons che è un simulatore di vita rupestre che regala totale immersione: la devozione e il duro lavoro nei campi e verso gli animali sono gravosi ma verranno ripagati con la giusta soddisfazione. Dimenticatevi tutto questo: coltivare intensamente o badare alle bestiole non è uno sforzo richiesto. Che annaffiate o meno i pomodori, questi non appassiranno mai, semplicemente mentre vaghiamo per le nostre avventure sullo schermo comparirà un messaggio a renderci noto che le carote hanno bisogno di acqua, e quando avremo la voglia e il tempo potremo andare a bagnarle e queste magicamente spunteranno, senza mai rischio di avvizzimento. Meno frustrante e zero soddisfazione.

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Il guadagno derivato dalle coltivazioni, vendendo i frutti della terra, è risibile rispetto a quello ottenuto in battaglia. Anche la possibilità di poter mangiare ciò che si produce è meno efficace di comprare e bere una pozione, col risultato che l’implementazione della parte “Story of Seasons” sembra poter giovare di più alle vendite, nella speranza di poter convincere qualche fan di questa serie a prendere in considerazione il nuovo acquisto, che al giocatore stesso, dato che la parte simulativa non trova un riscontro efficace in termini di gameplay. Più interessante la raccolta di insetti e minerali e con questi ultimi, portandoli da un artigiano sintetizzatore che aprirà proprio accanto alla vostra fattoria, potremo forgiare armi nuove, si potranno mischiare diversi elementi (fino a due) tra di loro per dar vita a nuove creazioni. Un altro elemento di gameplay tratto da Story of Seasons, è la possibilità di relazionarsi con una fanciulla tra cinque disponibili, facendo conversazione e regalandole vari ortaggi cominceranno ad affezionarvisi. Quello che mi perplime è: se Pietro in Popolocrois broccolava con Narcia, non poteva regalare la carota a lei?!? Perché questa torbida sottotrama di lui che prova con le altre? Che brutto fedifrago!

Il sistema di controllo è molto comodo e intuitivo, con il touch-screen relegato a mappa e poche altre funzioni tipo il teletrasporto, e un effetto 3D molto ben fatto ma fine a se stesso. Purtroppo non è localizzato in italiano e questo potrebbe far desistere qualcuno all’acquisto visto la gran mole di dialoghi. Per quanto riguarda il doppiaggio è possibile selezionare tra inglese e due tipi di giapponese, uno doppiato da attori nuovi, l’altro dalle voci originali dell’anime, quest’ultimo particolarmente gradevole. Il comparto sonoro è un’altra nota positiva, la colonna sonora non è estesissima ma include un tema personalizzato per ogni personaggio e i brani sono molto orecchiabili. Come accennato sopra, la grafica in cel-shading è deliziosa, tutta un tripudio di personaggi chibi style (tipo di caratterizzazione jappo dove i personaggi hanno il testone e il corpo più piccino) e colori.

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Nella sostanza: Return to PoPoLoCrois: a Story of Seasons Fairytale (mi si sono incrociate le dita nel scriverlo) merita? Sì. Vero, i dungeon potevano essere più articolati, magari includere qualche enigma da risolvere con lo schermo tattile avrebbe giovato, così come avrebbe giovato una difficoltà più profonda o un’ibridazione con Story of Seasons più curata. Eppure se si cerca un gioco di ruolo leggero leggero, che non duri molto (parliamo di una quindicina di ore per portare a termine la storia principale e qualche ora in più per le un po’ ripetitive missioni secondarie), e che sprizzi una gioviale giapponesità da tutti i pixel, Return to PoPoLoCrois: a Story of Season Fairytale riesce a essere soddisfacente quanto basta per l’intero arco della sua durata.

7.0

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