Senran Kagura
è una serie di videogiochi speciale, unica, come non se ne vedono in giro.
Per via della sua prorompenza, però, è facile approcciarla scalfendone solo la superficie, rischiando magari di affondare i piedi nella melma del perbenismo spiccio, quello che tira in ballo l’oggettificazione della donna e tutte le altre problematiche ben presenti in media a maggiore diffusione (chi ha detto TV?) e che di certo non andrebbero affrontate in un contesto così disimpegnato e frivolo quale un videogioco di nicchia.
Quello che non viene colto da chi incorre in questo equivoco è quanto Senran Kagura sia ESILARANTE. Maiuscolo, ben chiaro.

In questo secondo episodio gli sviluppatori sembrano aver preso coscienza del loro “destino” strettamente legato alla fanbase e hanno sciolto le briglie di ogni riserva, lanciandosi non solo in doppi sensi che andavano a stuzzicare le fantasie, ma anche in riferimenti piuttosto diretti di quelle che possono essere le attitudini delle ragazze e le eventuali relazioni .
Basta vedere il video per capire cosa alberga nella testa di Katsuragi…
L’estremizzazione dei fisici in dotazione alle giovani shinobi poteva anche far titillare il sopracciglio della disapprovazione ai tempi del primissimo episodio, ma dopo averlo giocato e avendo constatato in che direzione stesse andando il franchise c’era ben poco da essere seri: le ragazze sono diventate ancora più formose e si svestono in un numero ancora maggiore di occasioni, con la telecamera sempre pronta a sottolineare la minima lacerazione del vestiario durante la battaglia.
Deponiamo dunque le armi, abbandoniamo ogni formalismo e scrostiamo la grigia facciata che ci impone il diniego di fronte ad un certo tipo di intrattenimento ludico.

La componente fanservice del gioco è esasperata e alla lunga perde di qualsivoglia consistenza morale, lasciandoci tra le mani una sfilata di formose combattenti che offrono i loro fisici (finti e innaturali) all’altare del dio Ludo sicché plasmi un titolo che, una volta spogliato (ah-ah) del pregiudizio, si ponga come prodotto di valore grazie anche all’aggiunta delle giuste dosi di action e di graphic novel.
Perché Senran Kagura, da sempre, offre anche una corposissima dose di dialoghi e trama, a tratti anche godibile. Non per niente lo sceneggiatore della serie è stato chiamato a lavorare su Fire Emblem Fates!

Curve generose, panty shots come non mai, pergamene infilate in zone sconvenienti... tutto in breve diventa ilare, leggero.
E si inizia a ghignare all’idea che esista una modalità camerino in cui agghindare a piacere tutte le protagoniste e roteare la telecamera, sbirciando come novelli Muten – con al fianco un’indispensabile dotazione di cotone emostatico salvavita.
Sì, è un divertimento superficiale, a tratti vacuo, ma non per questo immeritevole di considerazione quando è solo una parte di un complesso che nel corso degli anni si è evoluto e sta consegnando al pubblico software di qualità crescente.

Dunque qual è il punto di questo articolo?
A parte farvi vedere un po’ delle rotondità che vi aspettano in Senran Kagura 2: Deep Crimson – che stiamo maneggiando con le dovute cure – queste righe nascono dalla volontà di sdoganare la serie agli occhi dei più schizzinosi, dei giocatori che proprio non riescono a intravedere nulla al di là delle, invero ingombranti e in grado di occludere la visuale, rotondità femminili.
Se dovessimo parlare dei problemi del titolo, o della serie in generale, il fanservice sarebbe di certo tra gli ultimi a comparire in un elenco che non vi proponiamo in questa sede.
Sgranate gli occhi e godetevi le splendide shinobi di Senran Kagura senza troppi problemi dunque, è tempo di giocare! *boing*



























































