Qualche settimana fa sono entrato nell’universo di Little Battlers eXperience e come un giovinotto alle prese con la sua prima serie animata sono andato, letteralmente, in brodo di giuggiole. In queste settimane ho avuto modo di giocare e completare tutta quanta la modalità giocatore singolo del gioco di Level-5: un’opera di certo esaltante ma non priva di qualche, piccola, sbavatura.
Cos’è esattamente LBX? Oltre ad essere un progetto cross media ciò che più ci interessa, il videogioco, non è altro che un gioco d’azione con qualche elemento da gioco di ruolo. Il giocatore chiamato a impersonare Van Yamano deve ovviamente salvare il mondo dalle macchinazioni di una segretissima associazione, la Nuova Alba.
La storia, sebbene parta con un cliché ormai stra-abusato e continui su questa falsariga, riserva più e più volte qualche colpo di scena, riuscendo perfettamente a far immedesimare il giocatore nei panni dei personaggi creati da Level-5. Verso le ultime battute di gioco, quando tutti i nodi della trama vengono al pettine, ammetto di essermi sentito abbastanza inebetito dai colpi di scena, e la boss-fight finale, davvero difficile se non affrontata con gli strumenti adatti, mi ha letteralmente fatto tremare dalla tensione.

La struttura di gioco che fa da cornice alla trama principale è semplice: oltre a proseguire con la storia, e quindi cimentarsi con le battaglie LBX per livellare e ottenere nuovi pezzi, è possibile anche affrontare delle missioni secondarie che vi chiederanno di raccogliere degli oggetti speciali o affrontare delle sfide alternative con degli LBX specifici. Da un certo momento in poi si sbloccherà anche la modalità “Battaglia a ranghi” in cui l’obiettivo è scalare la vetta dei 100 giocatori più forti del globo: un compito decisamente non semplice e con un livello di sfida ben sopra alla media del gioco.
Peccato che il titolo sia estremamente lineare e non sia permesso al giocatore di deviare più del dovuto dalla storia principale. Intendiamoci, potete anche grindare fino a livelli impensabili prima di arrivare alla fine del gioco, barcamenandovi tra battaglie di robot e consegne di foto di treni, ma non c’è scampo: la missione legata alla trama è l’attrattiva principale della modalità singolo giocatore di Little Battle eXperience.

Nell’universo creato da Akihiro Hino, l’autore della serie, tutto ruota attorno agli LBX, piccoli robottini di cartone rinforzato creati dalle più disparate aziende di giocattoli – la Tiny Orbit spicca come la più “famosa” – per far divertire i bambini di tutto il mondo. Ogni battaglia si svolge all’interno dei cubo-ring, delle vere e proprie arene con ambientazioni più o meno esotiche (si va dalla semplice città all’oasi nel deserto, passando per un antico tempio di culti pagani) in cui i robot devono darsele di santa ragione.
Le modalità di battaglia sono principalmente due: si gioca in 3 vs 3 e vi sarà chiesto di mettere K.O l’avversario una singola volta o di metterlo K.O tre volte consecutive, in questo caso poteri degli LBX sono limitati. In game il tutto è giustificato dalle “regole” che vigono nel gioco: mettere K.O l’avversario con un LBX ai massimi poteri comporta, virtualmente, la sua distruzione. Sebbene questo espediente venga utilizzato a fini narrativi è un peccato non vederlo applicato al gameplay: veder distrutto il proprio LBX, senza possibilità di ripetere una battaglia, e dover ricostruire da capo la propria macchina da battaglia avrebbe aggiunto quel tocco di sadismo e di cattiveria propria dei Demon Souls. Ma Little Battle eXperience vuole essere altro: vuole essere un titolo perfetto per far rivivere ai ragazzi l’esperienza del cartone animato.

I modelli di LBX sono tantissimi e nella partita dubito fortemente di averli visti tutti: ognuno di essi ha punti di forza e debolezze, ognuno soffre un tipo di attacco e un tipo di danno elementale – c’è una sorta di meccanismo carta/forbice/sasso incrociato tra il tipo di danno e il tipo di danno elementale che gli attacchi hanno – e sarà abbastanza inevitabile tener conto di tutte queste variabili, almeno nelle prime ore di gioco. Purtroppo, nel prosieguo dei livelli, gli sforzi fatti in fase di progettazione del combat system vengono vanificati dalla bassa difficoltà di gioco, probabilmente così calibrata per venire incontro al target di riferimento: ho portato a termine il titolo usando sempre lo stesso LBX, quello principale, con le stesse caratteristiche nel corso di tutto il gioco senza batter ciglio.
In tutto questo a “sbilanciare” il sistema di gioco, soprattutto nelle ultime ore di gioco, ci sono gli status alterati, causati da armi che possono infliggere danno elementale: il danno da fuoco è nettamente il più forte ed infliggere lo status da surriscaldamento corrisponde a un blocco totale del LBX avversario, che potrà soltanto muoversi senza misure di difesa né di offesa. Uno status micidiale nelle armi del giocatore tanto quanto nelle mani della CPU.

I parametri “vitali” degli LBX sono definiti dalla barra della vita, dalla barra della batteria, dalla barra dei Punti Battaglia, che di fatto sono la vostra scorta di energia per effettuare qualsiasi azione in battaglia, e dal misuratore C: riempirlo permette di sferrare micidiali attacchi speciali in grado di togliere una quantità di vita anche dieci volte il valore dell’attacco standard.
Ogni caratteristica dell’LBX è determinata dal suo hardware e nell’apposita schermata del menù è possibile customizzare vari elementi: CPU, che stabilisce l’arma migliore da assegnare al robot; memoria centrale, che determina il numero massimo di attacchi speciali da impostare; il motore, che determina quanti PB diminuiranno nel caricare il misuratore C; la batteria, che determina i PB; e le unità ausiliarie, che possono migliorare tutte le funzioni del robot. Ovviamente tutte queste componenti sono da far rientrare nel vano hardware dell’LBX. Debolezze e resistenze sono determinate dall’esoscheletro dell’LBX, due braccia, due gambe, torso e testa. Ci sono un totale di 133 modelli di LBX diversi,162 unità centrali e qualche centinaio, dalle 500 in sù, di armi diverse.
La campagna principale non spinge a sperimentare più di tanto dal punto di vista della customizzazione dell’esoscheletro ma i contenuti post-game, il torneo artemis e le battaglie in wireless potrebbero spingere i giocatori a inventarsi degli LBX quanto mai strambi.

Non tutti gli LBX sono uguali, anzi, sin dai primi capitoli avrete per le mani un team composto da tre unità ben differenziate: l’LBX di Yamano è un robot ben bilanciato da utilizzare con spada/asta e scudo, l’LBX di Amy è velocissimo da equipaggiare rigorosamente con le daghe, l’LBX di Kazuya è il classico LBX di supporto. Nel corso del tempo la squadra diventerà sempre più grande e varia, aggiungendo qualche possibilità in più nella personalizzazione del team, permettendovi di puntare su un assetto più offensivo o più difensivo.
“L’attacco è la miglior difesa” e quando sarete in difficoltà – anche con un basso livello di sfida generale può capitare di arrivare impreparati a una sfida – puntare sulla forza bruta funziona sempre. In battaglia è possibile cambiare strategie dei compagni guidati dalla console e sopratutto cambiare il personaggio che state controllando per mischiare le carte in tavola: un episodio in particolare mi ha aperto gli occhi sulla funzionalità di questa possibilità, permettendomi di vincere una battaglia altrimenti perduta. Al netto di qualche piccola sbavatura l’impianto di gioco del titolo di Level-5 è esaltante.
È necessario mettere in chiaro Little Battle Experience per Nintendo 3DS non è Little Battle Experience.

Sono impazzito? No, semplicemente il titolo che sarà pubblicato da Nintendo e da Level-5 all’inizio di settembre è Little Battle eXperience Baku Boost (2012), versione riveduta e corretta di Little Battle eXperience Boost (2011), che a sua volta è una versione riveduta e corretta di Little Battle eXperience, titolo per PlayStation Portable uscito in Giappone nel 2011.
A livello grafico il gioco risente dell’età: si vede che il titolo non sfrutta pienamente il Nintendo 3DS, anche se l’effetto 3D stereoscopico è profondo e ben realizzato; a livello poligonale siamo su livelli buoni ma non eccelsi ma il lavoro fatto su texture e shader non è propriamente al livello di quanto potrebbe fare il 3DS. Probabilmente però è più una scelta stilistica fatta su PSP che si è trascinata fino al 3DS più che incompetenza tecnica. Il gioco rispecchia come colori e animazioni il cartone animato e probabilmente si è cercato di dare un look omogeneo a tutta la produzione. C’è da dire che sebbene la grafica in game non faccia gridare al miracolo, complici anche dei super sporadici cali di frame rate nelle fasi più estreme del titolo, le cutscene con le scene del cartone animato e l’atmosfera che si respira lungo tutta l’avventura controbilanciano il difetto tecnico. Il comparto sonoro è di buon livello e svolge bene il suo compito.

Oltre alla modalità giocatore singolo nel gioco possiamo trovare una sezione per inserire le password segrete del gioco, che sbloccano parti di LBX, contenuti scaricabili (non ancora disponibili per il download), modalità streetpass, le battaglie Wireless 3 vs 3, la battaglia a ranghi da affrontare in singolo o in co-op e il “new game +”.
La versione originale del gioco conteneva anche l’“episode 0” una missione sbloccabile dopo aver terminato il gioco una volta atta a introdurre i personaggi della seconda serie TV: nella versione europea per Nintendo 3DS non ce ne è traccia.
Per portare a termine l’avventura di Van Yamano servono circa venti ore, suddivise in una dozzina di capitoli: aggiungete una decina di ore se volete affrontare tutte le missioni secondarie (io ne ho affrontate solo una piccola parte) senza contare i contenuti che si sboccano dopo la fine della trama principale che possono allungare il gioco non di poco. Venti ore dense, prive di livellamento e di tempi morti, tutta trama e combattimenti, personalizzazione, compravendita di oggetti e pezzi di ricambio. Tutto sommato non è affatto poco.

Little Battlers eXperience è un gran titolo anche se qualche sbavatura non gli permette di diventare un capolavoro del genere, ma è davvero un progetto interessante. Se oggi mi chiedessero di consigliare un RPG non troppo impegnato, ma comunque profondo, alla portata di tutti e ben realizzato, LBX sarebbe il gioco che consiglierei. Evitatelo solo e soltanto se non sopportate i cartoni animati giapponesi. Se amate i robot correte a comprare LBX.



























































