Xenoblade Chronicles fu una vittoria per Nintendo, Monolith Soft e soprattutto per noi fan. Nel 2011 Nintendo Wii era percepito come una console esclusivamente casual, troppi giochi interessanti rimanevano in Giappone o in America senza raggiungere il nostro suolo e anche per gli appassionati erano evidenti certe mancanze nella lineup. Quante volte avete sentito dire che su console Nintendo mancano i racing simulativi? O gli FPS? Spesso queste frasi erano figlie di ignoranza – ma stiamo proprio parlando di percezione – e dopo l’arrivo di PSX, le home della grande N non furono più il punto di riferimento per gli amanti dei giochi di ruolo. Per questo Xenoblade Chronicles fu un miracolo, perché arrivò in Europa e successivamente in America (dopo numerose petizioni) riscuotendo un buon successo e diventando immediatamente una serie importante, cambiando di conseguenza l’opinione di chi lamentava una mancanza di JRPG. Non solo Shulk è entrato nel cast di Super Smash Bros con forza ma Nintendo ha creduto in Monolith Soft investendo con decisione in Xenoblade Chronicles X, seguito spirituale in arrivo su Wii U e ha al contempo affidato ai Monster Games lo sviluppo di Xenoblade Chronicles 3D, che è un porting della versione Wii in esclusiva per New Nintendo 3DS.
Xenoblade Chronicles è il raro caso di JRPG che riesce ad osare e innovare pur rispettando le radici del genere e se il cuore di ogni gioco di ruolo sta nell’unione tra battle system e storia, troppe volte gli elementi di contorno sono stati trascurati negli ultimi anni. Xeno è fatto di tutt’altra pasta, il gameplay si fonde perfettamente con tutto il resto e ogni azione del giocatore viene premiata o almeno riconosciuta dal gioco. Partiamo comunque dal sistema di combattimento, che è difficile da spiegare ma semplice da utilizzare anche grazie alle puntuali spiegazioni sparse per il gioco: essenzialmente il gameplay è simile a quello dei mmorpg, con un attacco automatico e diverse tecniche speciali selezionabili dal giocatore tramite icone ricaricabili (di norma) col tempo.
Il tutto avviene in tempo reale e il giocatore è libero di muoversi intorno al nemico ottendendo diversi effetti in base alla posizione rispetto al bersaglio, senza però poter schivare a comando. Non è possibile controllare più personaggi contemporaneamente se non durante i bellissimi attacchi di gruppo che più volte vi faranno esaltare e che dipenderanno dalla capacità del giocatore e dall’intesa tra i personaggi, che crescerà facendoli lavorare insieme. Elemento importante e legato fortemente alla storia è la Monade, la spada del protagonista che vi offrirà spesso visioni dal futuro anche durante le battaglie: immaginate di vedere un personaggio subire un attacco letale e avere improvvisamente 10 secondi per cambiare il destino avvisando qualcuno o selezionando la tecnica giusta. La visione è implementata benissimo ed è una delle cose più esaltanti della storia umana dai tempi di Sei un mito degli 883 e di Majin Vegeta, per dire.
Di contorno a tutto questo ci sono i vari effetti delle tecniche, le personalizzazioni dell’equipaggiamento, le armi e le armature che variano in base al nemico appena sconfitto e tutto ciò che vi aspettereste da un buon jrpg; in sostanza il gameplay è divertente e funziona, riesce a rimanere abbastanza tattico pur svolgendosi in tempo reale. I ragazzi di Monster Games hanno deciso di mantenere lo stesso sistema di controllo della versione Wii giocata con il Classic Controller quindi il New 3DS funziona benissimo, peccato per chi utilizzava l’accoppiata Wiimote + Nunchuck, che per ovvie ragioni non è emulabile sul portatile. Il gameplay non è perfetto. Il rischio è che il giocatore si focalizzi soltanto su tre personaggi (Shulk, Reyn, Sharla) ottenendo un’esperienza ripetitiva e limitata; per evitare questo io consiglio di sperimentare il più possibile e cambiare il personaggio principale variando così il gameplay, oltre ad avere più possibilità con alcuni boss.
Nonostante ciò un po’ di noia sarà inevitabile soprattutto nelle ultime 5/10 ore, anche se fortunatamente non è mai necessario grindare più del necessario come avviene in molti JRPG classici. Molto dipenderà da voi infatti, quando dicevo che il gameplay si fonde col mondo mi riferivo in particolare ai punti esperienza. Combattere, affrontare le subquest, esplorare le meraviglie di Bionis e addirittura compiere azioni particolari farà crescere i personaggi adattando l’avventura ad ogni stile di gioco senza cadere nel blando; in questo modo Xenoblade diventa un videogame per tutti, anche per chi non ama i JRPG. Anche per i fan di CoD, toh.
L’esplorazione è parte integrante del gioco e senza dubbio il mondo è meraviglioso tanto da far invidia a molti giochi open world o d’avventura (sì anche Zelda) per design e struttura. Gli eventi della trama si svolgono su due colossi millenari, Bionis e Mechanis, destinati a combattere da sempre anche dopo la morte, dando spazio alla vita di varie popolazioni. Bionis rappresenta la natura ed è dimora degli Homs nonché dei protagonisti del gioco, mentre Mechanis rappresenta la macchina e a quanto pare è dimora dei mechans, robot che si nutrono di homs e vogliono quindi annichilire Bionis.
Questo concetto è così unico e simbolico da sembrare quasi una leggenda moderna e l’esplorazione ne guadagna in atmosfera e senso di meraviglia: poter vedere il nemico Mechanis sullo sfondo, con le luci rosse che si accendono di notte ricorda la luna di Majora’s Mask e regala una sensazione unica, irripetibile. Tra le decine di location troverete pianure sterminate, una foresta fantastica, un mare e addirittura strutture steampunk che sembrano uscite da Metropolis di Fritz Lang. Il design dei mostri e in particolare dei Mechans è sempre ispirato, nonostante alcune animazioni siano ripetitive la cura per i dettagli è da premiare, soprattutto nelle creature di Bionis come i Conix che mangiano l’erba o gli Armadix che si spostano in gruppo.