Se giudicare lo stile grafico è molto semplice (Voto: 15/10 come direbbe Niccolò Emmanuele), parlare del comparto tecnico è un po’ più complicato ed è qui che si trova la vera differenza tra la versione Wii e questo porting. Le ambientazioni sono enormi e la sensazione è quella di essere una formica ai piedi di un gigante, oltretutto i caricamenti avvengono solo utilizzando il teletrasporto o passando da una sezione all’altra e per sezione parlo di zone più ampie dell’overworld di qualsiasi Zelda. Questo aspetto del gioco è rimasto intatto, i caricamenti sono risultati anche più rapidi su New 3DS (versione scaricabile, attenzione) ma un gioco del genere necessiterebbe di uno schermo molto più grande. Su un portatile con 240p di risuoluzione si perde parte della magia, non solo, le dimensioni ridotte dello schermo rendono alcune battaglie troppo confuse con parti dell’HUD che coprono i nemici impedendo di capire quale bersaglio sia stato agganciato.
Nonostante ciò, non sono sorti grossi problemi ed è apprezzabile il fatto che alcune icone siano state sposate sul touch screen ripulendo parte dell’immagine. L’intenzione del motore grafico è sempre stata quella di puntare sulle dimensioni e i poligoni a spesa delle texture che su New Nintendo 3DS sono ancora più sgranate e sbiadite, dettaglio che si nota soprattutto quando Dunban, all’inizio, guarda la foto dei suoi vecchi amici… e il giocatore vede soltanto dei quadratini grigi. Ammetto di aver riso abbastanza.
Il livello di dettaglio è un altro problema che darà fastidio ai giocatori più attenti, considerato che a qualche metro di distanza da Shulk molte texture diventano dei blocchi e i poligoni tendono a ridursi. Il framerate gira quasi sempre a 30 fps tranne quando il numero di nemici è troppo alto, ciò accadeva anche su Wii ma in questo caso la situazione sembra essere un filo peggiore, niente di problematico comunque. Voglio rassicurarvi: Xenoblade Chronicles 3D è ancora un bellissimo gioco da vedere e credo che difficilmente si potesse fare di meglio… tranne che per l’effetto 3D che funziona bene, non ha problemi di ghosting, ma è un po’ troppo piatto. Sarebbe stato bello avere una profondità come quella di Majora’s Mask 3D e Monster Hunter 4 Ultimate!
Come in tutti i grandi JRPG, la storia è importantissima e in questo caso ottima. La struttura si basa sui cliché tipici del genere ma la forza sta nell’originalità con la quale Takahashi ha trattato i personaggi, così l’amico forzuto e ingenuo è anche intelligente e brillante, la bella ragazza dal carattere forte non nasconde la sua femminilità e anche il comic relief dall’aspetto puccettoso ha una famiglia da mantenere. Lo spessore non è limitato ai personaggi e la tematica della storia è ammirevole, matura e semplice da capire; come se non bastasse Xenoblade Chronicles racconta tutto con una fantastica regia e una serie di colpi di scena che non sfigurerebbero affatto nei migliori anime e che, lo ammetto, mi hanno quasi commosso.
Sapete però cosa rende Xenoblade così interessante e vivo, oltre ai dettagli? Le musiche. Per rendere giustizia al lavoro svolto da ACE+, il gruppo compositori, dovrei scrivere un saggio di mille pagine o sacrificare l’amiibo di Rosalinda in una notte di plenilunio. Stiamo parlando di una delle migliori colonne sonore di sempre, un’opera senza tempo che è già diventata un classico, ogni pezzo è in sintonia perfetta con la location o la situazione ed eleva tutto ad uno stato magico che scalda il cuore. Ci sono pezzi epici, struggenti, melodie rilassanti, musiche che mettono la voglia di correre e respirare l’aria di Bionis, insomma il vostro unico problema in questo caso sarebbe la sordità.
Ci stiamo avvicinando alla fine della recensione ed è ora di parlare dei difetti più evidenti. A seconda che soffriate di “Completamento Compulsivo” o meno, le missioni secondare potrebbero essere un grosso problema. Il numero di subquest è esagerato nel senso più stretto del termine e la gestione delle stesse è imperfetta; da un lato ci sono il teletrasporto, la gestione completa dell’orario e una lista con i personaggi importanti che aiutano a procedere, dall’altro c’è il problema della ripetitività, del rischio di ignorare alcune missioni e dell’intesa con la città: aiutando i cittadini di una determinata zona di acquisisce confidenza con il posto e si sbloccano missioni più interessanti, originali e remunerative. L’idea è buona ma prima di arrivare a questo ben di Dio è necessario affrontare alcune subquests poco ispirate che col tempo diventano quasi un lavoro. Il mio consiglio è quello di darsi un limite accettando da subito tutte le missioni e proseguendo in modo da completare automaticamente le quests più stupide e ripetitive (uccidi 5 pagurix, raccogli 6 apocalipani, ecc.) senza però spendere ore e ore nello stesso posto preoccupandovi di tutti i cittadini.
Cercate di piegare il gioco al vostro volere insomma e se soffrite di ansia da completamento tenete conto di questo problema: un conto è finire il gioco in 80 ore con soddisfazione, l’altro ritrovarsi dopo 130 ore con la nausea e la voglia di spezzare la console. Un difetto che potrebbe invece imbestialire qualcuno è la mancanza del doppiaggio Giapponese dovuto alle dimensioni della cartuccia ma posso assicurarvi che quello Inglese è ottimo, seppur ripetitivo nei dialoghi automatici che hanno addirittura reso Reyn un meme tra i nintendari. Ultimo problema la modalità extra; l’idea di sbloccare modellini e musiche da ascoltare anche con console a riposo è molto bella e accattivante per chi già possiede la versione Wii ma ottenere tutto tramite gettoni è frustrante visto che ci sono solo 3 modi per farlo: utilizzare l’amiibo di Shulk, fare uno Streetpass o spendere Monete di gioco (quelle del contapassi). Vi assicuro che soltanto sbloccare 10 brani è un compito troppo difficile, sarebbe stato più semplice guadagnarsi i gettoni giocando.
Xenoblade Chronicles 3D è un buonissimo porting su una console che per forza di cose è poco adatta al gioco. I controlli funzionano ed è tutto ancora bello da vedere, ma i sacrifici nelle texture si notano e lo schermo piccolo è un problema. Se non avete mai giocato all’originale vi aspetta una delle più belle esperienze del mondo dei videogames e se state pensando di comprarlo una seconda volta per avere il gioco sempre con voi, non sarò io a fermarvi, ma le aggiunte si limitano alla zoppa modalità Extra e al buon effetto 3D; d’altronde stiamo parlando di un porting, non di un remaster né di un remake. A voi la scelta ma sappiate che giocare a Xenoblade una seconda volta mi ha fatto riassaporare quelle sensazioni che nel 2011 mi fecero innamorare di nuovo dei JRPG e questo, vi assicuro, non è poco.