Quando un titolo giunge alla sua sesta iterazione, il pericolo dietro l’angolo è quello di cadere nella pedissequa ripetizione del canovaccio già visto in precedenza, offrendo pochi stimoli e scarso appeal all’utenza sempre a caccia di nuove esperienze videoludiche. Va da sé, peraltro, che se il gioco è realizzato con perizia, rispetta tutti i crismi del genere cui appartiene e prova ad apportare qualche novità all’interno della sua struttura collaudata, allora la formula avrà probabilmente successo, che si tratti del sesto, decimo o ventesimo capitolo. Mario vs Donkey Kong: Tipping Stars fa esattamente parte di questa fortunata categoria di manufatti videoludici: un prodotto, nella sua semplicità, ben confezionato che farà la felicità di tutti gli amanti dei puzzle game e che rappresenta il primo passo di Nintendo nel mondo del cross-buy tra Wii U e 3DS.

Il casus belli da cui prende le mosse questo nuovo capitolo della particolare faida tra Mario e lo scimmione avido di banane, non è altro che la semplice variazione sul tema, caro al filone dei giochi dedicati all’idraulico baffuto, del rapimento: i gusti di Donkey Kong sono tuttavia diversi da quelli di Bowser e, anziché la bionda Peach, ad essere nei guai è, ancora una volta, la mora Pauline. Toccherà dunque a Mario, o meglio, al mini esercito di pupazzetti a molla con le sue sembianze, farsi strada tra gli oltre 60 stage della campagna principale e salvare la fanciulla rapita.
Nell’analizzare il titolo, già dopo poche manciate di livelli viene naturale notare come, alla stregua di tutti i puzzle game riusciti, Tipping Stars soddisfi due requisiti fondamentali: la semplicità del concetto di base e il continuo inserimento di elementi nuovi per combattere quello che è il nemico maggiore di questo tipo di giochi, ovvero la ripetitività.

La struttura generale del gioco è dunque essenziale e anche chi si dovesse approcciare per la prima volta alla serie, non farà fatica ad assimilarne le meccaniche. Per darvi l’idea: non esiste nemmeno un vero e proprio tutorial, caso più unico che raro per un puzzle game. Tipping Stars recupera l’impostazione bidimensionale del primo capitolo e pone il giocatore di fronte ad un compito, in apparenza, semplice: aiutare i Minis ad attraversare una serie di scenari di pericolosità crescente, al termine di ognuno dei quali vi è una porta da attraversare per raggiungere il livello successivo. I Minis, carini e pucciosi all’inverosimile, sono però solo dei semplici automi e, una volta messi in moto con un tocco di pennino, non si fermano più, nemmeno nel caso in cui stiano andando verso morte certa: è dunque nostro compito garantirne l’incolumità. Come? Intervenendo opportunamente sullo scenario: costruendo piattaforme, posizionando molle, tubi e nastri trasportatori nella maniera più funzionale possibile, il tutto via touch screen del 3DS o del Gamepad, e avendo cura di tenere i nostri piccoli amici alla larga dai brutti ceffi che popolano i vari ambienti. La varietà di oggetti utilizzabili, di cui vi lascio il piacere della scoperta, è ottima e si amplia progressivamente col passare dei livelli e fa sì che l’interesse e la curiosità di vedere cosa c’è dopo spingano a voler macinare livelli uno dietro l’altro: il meccanismo “ancora un livello e poi smetto” non faticherà ad attecchire.
Se il concetto di base è dunque semplice, il portarlo a termine lo sarà però molto meno poiché gli scenari, ovviamente, seguono una curva ascendente di complessità e, se i primi tre mondi non creano grossi grattacapi, a partire dalle grotte del mondo numero quattro la faccenda si complica decisamente. Il gioco non diventa mai frustrante (la maestria di Nintendo nel dosare la difficoltà è anche qui confermata), ma mette alla prova continuamente il giocatore, proponendo situazioni sempre nuove con le quali è necessario familiarizzare un minimo per comprenderne appieno le meccaniche.

La difficoltà bilanciata di cui dicevo poc’anzi è anche dovuta al fatto che i livelli sono approcciabili in due maniere differenti. Lo scopo ultimo è, come già accennato, quella di condurre i Minis alla porta di uscita e questo, anche nei livelli più avanzati, non si rivela mai un compito esageratamente complesso. Discorso diverso per chi invece ricerca la perfezione, dato che alla fine di ogni stage verrà assegnata una coppa (insieme alle stelle spendibili nello shop dell’editor) in base alla performance, valutando il punteggio ottenuto. Per ottenere il massimo, la coppa d’oro, è necessario raggiungere un certo punteggio e, per far ciò, si devono raccogliere tutte le monete sparse per lo scenario e condurre tutti i Minis all’uscita nel più breve tempo possibile. In questo caso la ricerca del percorso ottimale diventa decisamente più difficile e alcuni diabolici livelli richiedono di aguzzare l’ingegno in maniera non indifferente (e qui il buon vecchio metodo del trial & error si rivelerà un compagno fidato).

Oltre a quanto detto finora, altri parametri interessanti con cui soppesare il valore del titolo sono indubbiamente longevità e prezzo. Il numero di ore che Tipping Stars richiederà per essere completato è molto variabile: per darvi un primo dato, finire i sei mondi che compongono la campagna principale mi ha impegnato per quasi cinque ore. Sebbene possano sembrare poche, considerate che non in tutti i livelli ho preso la valutazione massima e che, una volta visti i titoli di coda, il gioco ha ancora molto da offrire. Nella fattispecie mi riferisco a due mondi speciali e oltre venti livelli bonus da sbloccare collezionando un opportuno numero di coppe d’oro: la durata sopra indicata può allora facilmente incrementare in maniera sensibile (e lo farà di certo nel caso voleste ottenere la valutazione massima in tutti gli stage). Un fattore da non sottovalutare è poi rappresentato dall’editor dei livelli, con il quale è possibile condividere le proprie creazioni sul Miiverse e, di riflesso, giocare gli stage creati dagli altri utenti: ciò rappresenta virtualmente una fucina infinita di nuove sfide da provare. Il tutto è poi arricchito dalla possibilità di collezionare timbri per il Miiverse e di ricevere stelle (e regalarne) ogni volta che un altro utente gioca uno scenario che avete condiviso, con l’opportunità di sbloccare così nuovi oggetti per l’editor.

Il prezzo di vendita del software è di 19,90 € e, come nel caso della longevità, il dato va interpretato con la sensibilità di ognuno. In linea generale, vi ricordo che Tipping Stars sarà venduto solo in formato digitale, (anche la versione retail, infatti, non prevede la cartuccia bensì un codice download eShop) e il costo indicato può essere serenamente inserito nella fascia budget: si tratta comunque di un gioco che sarebbe potuto tranquillamente entrare nel circuito retail. Se amate i puzzle game, le nove-dieci ore (a stima, come sopra specificato) che passerete in compagnia del titolo sono di ottima qualità e sapranno stuzzicarvi a dovere.
Un ultimo importante aspetto importante da sottolineare è che Mario vs Donkey Kong: Tipping Stars rappresenta il primo esperimento di Nintendo in termini di cross-buy. In sostanza, acquistare il titolo in una delle sue versioni, Wii U o 3DS, vi consentirà di ottenere gratuitamente quella dell’altra piattaforma. Purtroppo non sarà possibile sincronizzare i salvataggi tra le due versioni del gioco e, passando da Wii U a 3DS e viceversa, vi troverete a giocare due partite “diverse”. Tale mancanza comunque non inficia il fatto che il cross-buy vada ad ampliare di gran lunga la fruibilità del prodotto: un esperimento dalle ottime potenzialità che speriamo Nintendo estenda anche ad altri titoli futuri.



























































