IronFall: Invasion – Recensione

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Genere: Third Person Shooter
Multiplayer: Online 6 giocatori
Lingua/e: Testi in italiano doppiaggio in inglese

Scrivere una recensione di IronFall: Invasion non è facile, perché mi sono trovato davanti ad un titolo con molti pregi, ma anche con molti difetti. Negli ultimi giorni ho letteralmente divorato la campagna in singolo giocatore del nuovo gioco di V.D.dev – sviluppatore francese indipendente con una ventina di anni di esperienza sulle spalle – e nel giro di circa sei ore sono giunto ai titoli di coda della prima avventura di Jim Woper.

IronFall: Invasion è uno sparatutto in terza persona in cui il giocatore, che veste i panni del sopracitato Jim Woper uno dei militari scelti (l’unico?) a indossare la fantastica tuta EX-16, che lo trasforma in un un cingolato bipede (un Metal Gear praticamente), è chiamato a sconfiggere orde di Dyxides, una temibile armata robot aliena intenzionata a impossessarsi delle risorse del nostro pianeta, con un arsenale da far invidia a qualsiasi militare. L’intreccio narrativo di questo episodio è debole: gli alieni stanno attaccando diverse infrastrutture in giro per il mondo e il nostro compito è dapprima quello di salvare lo scienziato che ha inventato la tuta EX-16, e successivamente quello di sventare gli attacchi nemici. Ci si ritrova sbattuti ai quattro angoli del globo senza la minima idea di cosa stia accadendo e perché.

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Ciò che salta subito all’occhio una volta avviato il gioco per la prima volta è l’impatto grafico del titolo: gli sviluppatori hanno tirato fuori dal Nintendo 3DS tutto ciò che aveva da offrire e sono riusciti a creare un  comparto tecnico quasi al livello di Resident Evil: Revelations, TPS che su 3DS, graficamente, non ha però rivali. Il gioco riesce a “girare” costantemente, e senza cali visibili a occhio nudo, a 30 fotogrammi al secondo in modalità 3D e a 60 in modalità 2D. Nonostante il 3D sia davvero ben fatto,  trascurando qualche effetto ghosting nelle zone più buie del gioco, è consigliabile giocare in 2D: il frame rate più alto giova nettamente all’esperienza.

Le ambientazioni di IronFall: Invasion sono abbastanza grosse e ricche di particolari, il problema è che sono davvero poco ispirate, come tutto il gioco del resto. Se i tre sviluppatori di V.D.dev brillano dal punto di vista tecnico, peccano in maniera clamorosa da quello artistico. Ci si ritrova in ambientazioni davvero prive di mordente: un albergo, un laboratorio segreto, un deserto, una centrale nucleare, una diga e un vulcano. Location viste e riviste nel corso degli anni.

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Ovviamente ci si può fregiare di una grafica da urlo, ma un videogioco è fatto anche dal suo lato ludico, e sotto questo punto di vista IronFall: Invasion quantomeno non delude.

Il divertimento non manca, questo è indubbio, così come i nemici: durante le scorribande in giro per il mondo a caccia di robot, ci si imbatte in varie tipologie di nemici che sembrano reagire in maniera diversa a seconda delle armi utilizzate. Ecco quindi che i droni volanti esplodono in fretta se colpiti con la “Botgun” – la seconda arma acquisita nel corso del gioco, gli scarafaggi robot vengono annichiliti immediatamente se colpiti con il lancia granate e così via. Peccato che questa idea di bilanciamento, particolarmente gradita, perda di efficacia nelle fasi finali per via del fucile da cecchino, capace di distruggere quasi tutti gli avversari con un singolo colpo.

Se alla base del titolo ci sono gli scontri a fuoco, per lo più a piedi, non mancano dei minigiochi che spezzano un po’ il ritmo. Di tanto in tanto ci si cimenta in qualche semplice gioco di abilità, come collegare i cavi allo spinotto giusto, cercare di non far saltare una centrale nucleare spostando delle barre di plutonio all’interno del nocciolo del reattore o disinnescare bombe con un simpatico rompicapo mnemonico. Saltuariamente compare qualche scienziato da salvare, previa meticolosa ricerca in un laboratorio.  Anche qui, ottima idea: sarebbe stata dura reggere sei ore senza fare altro che sparare a robot senzienti (anche se l’intelligenza artificiale a volte lascia un po’ a desiderare), peccato che a più riprese si faccia ricorso allo stesso espediente narrativo, lo stordimento dovuto a un’esplosione,  per mettere in difficoltà il giocatore con grafica sfocata e movimenti leggermente rallentati.

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Difficoltà appunto, che sistematicamente fa capolino nelle sezioni cui ci si trova ad impersonare Finch, compagna di squadra di Jim, che inspiegabilmente si trova ad affrontare i robot armata solo e soltanto della sua pistola: nessun’altra arma all’infuori di questa  e come protezioni solo una camicia e un giubbotto… viva la videogame logic!

Il gameplay è solido e si attesta nella media del genere: una buona varietà di situazioni accompagna le sparatorie cover-based, con non più di 6/7 nemici alla volta, ma anche abbastanza strategiche: il ritmo di gioco è scandito dalla frequenza cardiaca del personaggio, ciò vuol dire che si muore solo e soltanto quando la frequenza cardiaca è troppo alta, ovvero quando il nostro cuore collassa. Non è possibile pensare di affrontare i livelli alla Rambo: è necessario di tanto in tanto coprirsi dietro qualche riparo per far sì che la frequenza cardiaca scenda gradualmente.

Come funziona il sistema di controllo? Ci si muove con lo slide pad, si muove la visuale con il c-stick, che si è dimostrato all’altezza del compito, anche se non permette una precisione assoluta e una velocità fulminea, si usano i dorsali per ricaricare, correre, mirare e sparare. Si possono cambiare le armi con la croce direzionale o con i tasti A o Y e, di tanto in tanto, è richiesta un po’ di interazione con i touch screen per portare a termine i minidischi che ci saranno proposti. Nelle opzioni è presente una sezione dedicata alla gestione della sensibilità dello slide pad e del c-stick, affinché si possa trovare la configurazione a noi più adatta.

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Il multigiocatore è estremamente basilare, si può affrontare sia online che in locale in modalità wireless, sono presenti solo un due modalità a sei giocatori: tutti contro tutti, deathmatch a squadre ( 3 vs 3, 2 vs 3 o 2 vs 2 vs 2) in competitiva oppure tra amici. Si può scegliere di scommettere sul giocatore vincente per ottenere più punti. Le partite, che si possono giocare in sette arene differenti, sono praticamente prive di lag, a sottolineare ancora una volta la capacità tecnica della software house. Da notare che, in questa modalità, è stato aggiunto anche un comando che non è presente nella modalità in giocatore singolo, l’attacco corpo a corpo che si può utilizzare premendo il tasto X. Peccato per l’assenza di qualsivoglia sistema di comunicazione tra i giocatori.

In sintesi IronFall: Invasion è un titolo da promuovere, sebbene per il rotto della cuffia: il gioco c’è, funziona, ma ha alcune sbavature a livello di presentazione, di trama e di situazioni che, unite alla piattezza generale dell’offerta, non gli permettono di spiccare, nonostante una modalità online non comune sulla piattaforma.

È disponibile sul Nintendo eShop la versione di prova gratuita, che permette di farsi personalmente un’idea e poi decidere se comprare il gioco completo: il prezzo richiesto per tutto il pacchetto, circa 20€, è forse sproporzionato se paragonato alla qualità del titolo, ma è comunque possibile dilazionare l’investimento acquistando separatamente single player o multiplayer a 10€ circa.

6.0

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