SteamWorld Dig è un platform-adventure minerario influenzato dal genere Metroidvania. Benché a parole sembri complicato, il titolo sviluppato da Image & Form ha i tipici tratti distintivi delle produzioni indipendenti: accessibile, frenetico ed assuefacente. Uscito il 7 Agosto 2013 sull’eShop di Nintendo 3DS il gioco ha riscosso un discreto successo che ha generato porting per PC ed altre console; questa recensione si riferisce alla recente versione uscita per Nintendo Wii U.
La parte più difficile nello scrivere una recensione, per quanto mi riguarda, è l’inizio. Dovrei introdurre il lettore pian piano nell’atmosfera giusta, senza scendere subito nei dettagli così da risultare più leggero. C’è chi parte con una battuta, chi con un gioco di parole, chessò tipo “SteamWorld Dig ha scavato nelle profondità del genere arcade”. Fortunatamente non mi pagano per scrivere bene, ma per scrivere e basta: mi danno una nocciolina per parola. E così tiè, ho già scritto l’introduzione e Osoko deve sganciare! Ma alla fine ho fatto proprio come SteamWorld Dig che, in 5 secondi, senza introduzioni invasive mette il giocatore direttamente nell’azione per poi pagarlo a cottimo, senza noccioline però.
La storia è talmente corta che a riassumerla si finisce per dilungarsi: Rusty, il robot protagonista, deve cercare lo zio minatore scomparso nei sotterranei di Tumbleton, una città pressoché fantasma. Nonostante avessi sentito alcune lamentele riguardo i minuti iniziali, credo che il tutorial funzioni alla grande perché spiega subito al giocatore la difficilissima meccanica centrale del gioco: premi A e scava.
Il gameplay di SteamWorld Dig è un lontano parente di Dig Dug, The Pit e Boulderdash, tutti giochi che mischiavano azione ed elementi puzzle. Premendo A si da una picconata al terreno che è suddiviso in blocchi differenti, alcuni possono essere abbattuti con un colpo, altri richiederanno più picconate. Durante la ricerca è essenziale rompere i blocchi contenenti minerali da vendere una volta tornati in superficie, questi sono facilmente riconoscibili perché colorati ma c’è un primo elemento di difficoltà: la luce emessa da Rusty si estende per una limitata distanza e si consuma in poco tempo, una volta rimasti al buio sarà molto più difficile riconoscere il terreno. Un modo per ricaricare la lampada è quello di uccidere le bestie nemiche chiamate “luminari”, il tutto a suon di picconate come capita ai minatori di Carrara.
Oltre alla lampada a all’energia vitale che scenderà facilmente subendo danni o cadendo da troppo in alto, c’è il rischio di essere schiacciati da qualche masso rompendo il blocco sbagliato. Esaurendo la luce o lo spazio nella borsa, sarà necessario tornare in superficie facendosi strada attraverso il sentiero scavato durante il tragitto. Ciò porta a pianificare la discesa con attenzione, sebbene non sia mai frustrante grazie ai controlli perfettamente funzionali, anche per via di un salto a parete simile a quello di Megaman X. In città è possibile vendere i minerali e comprare così potenziamenti atti a rendere il gioco più frenetico, l’offerta varia tra picconi fortissimi, lampade più capienti e altri oggetti utili che migliorano l’esperienza esponenzialmente.
Il gioco quindi è un continuo avanti indietro tra miniera e negozi, alimentato dalla voglia di scavare sempre più in profondità. Una delle sorprese che ho trovato sottoterra è l’elemento metroidvania. Ci sono infatti delle porte che nascondono piccoli livelli rompicapo dove il level design può finalmente brillare; infondo alla stanza si trovano potenziamenti estremamente utili come il doppio salto e la trivella. Queste stanze sono le uniche parti puzzle e mostrano come level design nel resto del gioco sia dettato dal caso: ogni nuova partita genera un layout differente, questo comporta da una parte una grande rigiocabilità, dall’altra un design abbastanza piatto.
L’intenzione di SteamWorld Dig non mi è stata chiara fino alla fine, quando dopo soltanto 5 ore mi sono ritrovato a vedere i titoli di coda. Aspettandomi un New Game+ o altre sorprese, sono rimasto un po’ deluso dal fatto che non ci fosse alcun premio, soltanto una valutazione a punteggio basata su soldi guadagnati, nemici sconfitti e tempo di gioco. Oh, neanche una nocciolina! Tuttavia il layout casuale ha preso un senso, ovvero quello di spingere il giocatore a finire l’avventura in fretta migliorando ogni volta il punteggio. La domanda è: vale la pena rigiocare? Beh, a parte qualche minima sbavatura e l’assenza di grandi premi, l’accessibilità è innegabile e adatta al caso, ma qualcuno potrebbe trovare l’esperienza ripetitiva.
Non ci sono grandi novità nella versione Wii U, a parte l’alta risoluzione e qualche miglioramento nel codice, il gamepad è sfruttato in maniera tradizionale visualizzando la mappa o il gioco a seconda delle preferenze. Il lato tecnico è gradevole grazie ad uno stile grafico steampunk e ad un uso dei colori che, nonostante le ovvie tonalità marroni, riesce a non stancare gli occhi. Abbastanza deludente il sonoro, con musiche ripetitive, poco varie e un pochino stanche; gli effetti sono invece molto gradevoli, cosa importantissima in un gioco del genere!
In definitiva SteamWorld Dig è un buon gioco che riesce a divertire dall’inizio alla fine, con controlli semplici e precisi, un ritmo quasi perfetto e delle gradite sorprese. La rigiocabilità è alta ma l’avventura rimane comunque troppo breve, il level design casuale è un’arma a doppio taglio che ha costretto gli sviluppatori ad inserire un pulsante “autodistruzione” nel caso il giocatore finisse per scavare in maniera sbagliata. In un mondo dove la concorrenza indie è fortissima, i ragazzi di Image & Form hanno creato un diamante grezzo che vale la pena di provare! Ehi, un gioco di parole! Dove sono le noccioline?