Initial D: Perfect Shift Online – Recensione

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Initial D è un celebre manga, nato nella seconda metà degli ani 90 dalla matita di Shuichi Shigeno, incentrato sulle gesta di Takumi Fujiwara, un ragazzo che grazie alle consegne notturne per il negozio di tofu del padre si scopre provetto guidatore e quasi per caso inizia a partecipare a gare notturne sulle tortuose strade montane nella prefettura di Gunma, a nord di Tokyo.

Initial D Perfect Shift

Il successo del manga e del successivo anime non poteva non avere una trasposizione videoludica: difatti bastano un paio di anni per veder arrivare le conversioni per console di Initial D.

Il brand, salvo un paio di parentesi su GB prima e GBA poi, non è mai stato presente sulle console Nintendo, generando dunque un po” di sorpresa al momento dell”annuncio di Initial D: Perfect Shift per Nintendo 3DS.
Inoltre, pur trattandosi di un anime a tema automobilistico, questa incarnazione per il portatile con schermo 3D non è un racing bensì un rhythm game, basato sulla giusta sincronizzazione del cambio di marce; visto che non c’è due senza tre, la terza sorpresa è che ci troviamo di fronte al primo Free to Play per Nintendo 3DS.

Lo scorso mese di Gennaio è stata lanciata la fase di beta testing, che ho avuto modo di provare ed analizzare, mentre all”inizio di Aprile finalmente è stata resa disponibile la versione definitiva, pronta per essere scaricata sulla propria console.

nintendon-initiald-garage

Essendo un titolo gratuito, sono presenti tutti i meccanismi tipici dei giochi di questo genere, offrendo quindi un”esperienza di gioco immediata che però richiede tempi di attesa o investimento di denaro reale per fruire di tutte le opzioni e funzionalità.
Quando si vorranno migliorare le caratteristiche del veicolo, infatti, occorrerà aspettare dapprima una ventina di minuti: in seguito, all”aumentare del livello dell’aggiornamento, vi sarà un incremento anche del lasso di tempo necessario per effettuarlo; i soldi reali invece li utilizzeremo per comprare dei crediti con cui partecipare alle corse speciali.

Ma vediamo in dettaglio il gameplay: come già detto, a differenza della quasi totalità dei capitoli usciti in passato su varie piattaforme, anziché ad un racing ci troviamo di fronte ad un rhythm game, sempre basato sulle vicissitudini di Takumi e delle varie squadre da corsa presenti nel manga.
Sono presenti tre modalità di gioco, Quest, Battle e Premium Race: nella prima potremo seguire il corso della storia del manga (Story Event) oppure partecipare ad una gara contro un pilota particolare. La modalità Battle invece permette di giocare contro un’altra persona online, sebbene in modo asincrono: i dati vengono scaricati sulla propria console e si inizia la gara, ma senza che il nostro avversario possa partecipare attivamente (un po’ come avviene in Nintendo Pocket Football Club). La Premium Race invece ci mette alla guida di una potente macchina e la gara si conclude al primo intermedio: vincendola si riceverà una carta speciale non ottenibile nella modalità Quest, quindi più forte di queste ultime.

Ovviamente essendo un F2P sono presenti numerose “gabole” che limiteranno l’utilizzo del gioco per un periodo di tempo prolungato: innanzitutto per gareggiare si consuma benzina, per cui avremmo un contatore che, una volta azzerato, si potrà ripristinare come? Risposta più che scontata: pagando oppure facendo passare del tempo.
I “D coin” invece si utilizzano per affrontare gli avversari nella modalità Premium Race e a differenza della benzina non si ripristinano, ma si ottengono vincendo gare particolarmente difficili oppure ogni tot di giorni; infine giocando What about insurance quotes health plan administrative costs and profits?  Health plans’ administrative costs and profitsare sometimes cited as a reason why premiums are rising. nella modalità Quest, al termine di ogni gara vinta si ottengono dei punti RP con i quali si potrà migliorare le caratteristiche del proprio mezzo, comprarne uno nuovo o addobbarlo con adesivi e, grazie al recente aggiornamento di fine Aprile, parti speciali, quali alettoni posteriori o cerchi in lega.

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Quindi la sequenza ciclica del gioco risulta essere: regali giornalieri all”avvio del gioco (punti RP, ticket per la Premium Race che sostituiscono i D Point), punti RP e carte ad ogni vittoria nella modalità Quest, carte speciali ad ogni successo nella Premium Race, punt RP e altri bonus come premio nelle Battle online.

Le carte come ogni buon gioco F2P che si rispetti possono essere combinate tra loro per aumentare gli effetti della caratteristica speciale; se ne possono utilizzare fino a 4 per ogni gara ma solo una può essere scelta per una determinata sezione, per cui considerando che ci sono tra le 5 e le 6 sezioni occorre valutare bene come e quando utilizzarle.
Tra i miglioramenti ci sono un maggiore grip (in curva, nelle sezioni in salita o in discesa), drift più efficaci, controllo della pressione emotiva e della concentrazione, che dovrebbero aiutare a migliorare le proprie prestazioni.

I più attenti probabilmente avranno notato l’uso del condizionale nella mia ultima affermazione e, purtroppo, non è un errore: le carte danno un aiuto abbastanza marginale, ma la cosa ancora più negativa è che persino il giusto timing nel cambiare le marce a volte non è così importante come in teoria dovrebbe essere, visto che parliamo appunto di un rhythm game…

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Il gioco dovrebbe premiare l’abilità nel riuscire a cambiare o scalare marcia nel giusto istante, ovvero l’ultimo dei 4 quadrati che in pratica segnalano i giri del motore, mentre spesso la gara viene decisa da due particolari eventi: la partenza, che consiste nel premere il tasto A allo scoccare del via e poi cambiare marcia al momento giusto nella prima sezione, oppure avere la macchina più potente. Difatti partendo benissimo ed avendo la macchina più veloce, si arriva per primi al traguardo anche non facendo nulla nelle sezioni successive: cosa assurda se si pensa che magari si è ai 60 all”ora in quinta marcia e il nostro avversario in teoria dovrebbe superarci tranquillamente.
Questo difetto è stato leggermente corretto col rilascio del primo aggiornamento (versione 1.01), ma persiste soprattutto quando si gioca con avversari già battuti in precedenza. Mi è successo diverse volte di provare a fare una partenza ottima e poi non toccare più il 3DS fino al termine della gara: non solo l’ho vinta senza problemi, ma ho persino preso un grado S che in teoria spetterebbe quando si cambia perfettamente la marcia per diverse volte…

Giocando a Initial D mi son chiesto diverse volte se gli sviluppatori avessero davvero in mente di realizzare un rhythm game, considerato che alla fine quello che conta di più è avere la macchina con performance migliori, mentre le carte e la bravura del giocatore nel cambiare al momento opportuno le marce contano solo fino ad un certo punto. Ciò stupisce soprattutto alla luce del curriculum di  iNiS, sviluppatori del titolo: basti citare Beatmania e, soprattutto, Ouendan
Se a ciò aggiungiamo il fatto che per poter giocare è necessario essere online, il quadro generale non è molto positivo; di certo ci troviamo di fronte ad un titolo gratuito, però gli F2P obbligano a giocare in maniera non convenzionale, in quanto gli elementi fondamentali sono il tempo e il denaro. Ma questa non vuole essere una critica a questa tipologia di gioco: ci sono titoli gratuiti che si lasciano giocare piacevolmente.

Questo Initial D già era partito col piede sbagliato: considerati gli episodi apparsi sia su PS2 che su PSP, non penso fosse difficile riciclare i motori di uno di quei titoli per adattarlo alle caratteristiche del 3DS e creare così un titolo che avrebbe fatto felici gli appassionati di questa saga; se a ciò si aggiungono i difetti nel gameplay, alla fine una delle poche note positive è appunto la gratuità del prodotto, da utilizzare nei vuoti di tempo. Sempre che si abbia una connessione internet disponibile…

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