Mario Golf: World Tour è un vero e proprio inno al gioco del golf e, al tempo stesso, un degno tributo portatile al roster di personaggi della grande N a cui siamo abituati: ancora una volta troviamo alle redini della serie Camelot, assoluta leader nel settore, che ci propone un titolo simile più alle recenti iterazioni home console della saga che all’ibrido sportivo/rpg apparso su Gameboy Color (che viene però regalato a chi acquista World Tour sull’eShop entro il 29 Maggio) e Gameboy Advance.
L’esperienza di gioco si divide in due parti principali:
- Partita veloce (Mario golf)
- Gioca con un Mii (Club castello)
Club castello ci mette nei panni del nostro Mii di fronte a una serie di campionati (al momento 3 da 18 buche nella copia ufficiale) in cui dobbiamo, prima di tutto, prendere confidenza con le meccaniche di gioco e, per i nuovi arrivati, con le regole del golf. Per sbloccare ogni campionato in modalità competitiva è necessario vincere (primo posto almeno, il podio è irrilevante!) il campionato precedente, il che, con le scelte sui controlli che abbiamo a disposizione, può rivelarsi una sfida più o meno impegnativa.
Guarda Mamma, sono un pro!
Possiamo infatti scegliere quanta responsabilità avere sul riempimento della barra di tiro: tentare di azzeccare solo la potenza (auto) oppure anche la precisione (manuale)? Nel secondo caso, leggermente più insidioso, si ha però la possibilità di scegliere uno spin nelle poche frazioni di secondo successive alla pressione decisiva del tasto. Topspin e super topspin per mandare la pallina oltre il limite raggiunto con la forza del tiro, backspin e super backspin per farla tornare indietro (ciò è utile ad esempio se abbiamo la rapidità di accorgerci che il nostro lancio è troppo potente, o nel caso in cui il punto finale della gittata sia in una pendenza svantaggiosa). È anche possibile usare i controlli touch per imprimere alla pallina un effetto fade (in senso orario) o draw (viceversa), toccandola nel punto giusto.
Il set di mazze non ha niente da invidiare a giochi più seriosi (pensiamo ad esempio a quel bel gioco di Tiger Woods PGA Tour per Wii). Si può scegliere in qualsiasi momento fra 13 mazze, legni, ferri e putt – anche se il gioco propone in automatico quella più idonea – ognuna delle quali può essere regolata su tiro breve (o approccio), normale, power o speciale. Il tiro power copre più distanza di un normale ma se ne ha solo un numero limitato per ogni partita. Il tiro speciale sfrutta invece gli oggetti raccolti nelle sfide (e solo all’interno di esse può essere usato). Ad esempio, con la bomba avremo un tiro estremamente potente e pressoché verticale nella discesa.
“Ho pescato una trota grande così!” No aspetta, è un altro sport…
Va detto che totalizzare un par è molto semplice, specie se la modalità di tiro è impostata su auto. Al contrario, anche solo il birdie rappresenta un livello di difficoltà abbastanza elevato e la soddisfazione di imbucare è riproposta in questo capitolo sportivo di Mario in tutto il suo fascino, con l’assuefazione (e la frustrazione) che ne deriva. A tal proposito imparare ad associare forza, mazza, vento e distanza dalla buca e leggere il green, la cui inclinazione è descritta da una griglia colorata, sono passi di fondamentale importanza per concludere le fasi più problematiche del gioco, che solo con tanta esperienza (o con grosse botte di fondoschiena) potranno essere risolte.
Da grandi sport derivano grandi vocabolari. Il golf, rispetto ad altre pratiche sportive, sotto quest’aspetto ha qualcosa in più (anche perché esiste dal XIII secolo!). È un gioco che a seconda del terreno su cui si trova il golfista cambia nettamente, a partire dalle caratteristiche del percorso, fino alla mazza da usare. Inoltre non si gioca su un campo fisso come ad esempio il tennis o il calcio (sebbene anche in questi ultimi possano esserci variabili simili). Perciò è naturale che si siano sviluppati un dizionario e un gergo ad hoc piuttosto vasti, e Mario Golf: World Tour non manca di saziare anche il lato più curioso dei giocatori. In una sezione del menu è infatti possibile accedere a una vera e propria mini-enciclopedia dei termini coniati in ambito golfistico (e sono parecchi).
Le manie di protagonismo di un Goomba
Il vero pregio risiede nel comparto grafico ricco e sfavillante, dalle animazioni naturali e fluide, che rende giustizia alle potenzialità del 3DS offrendoci i riflessi e i colori a cui siamo abituati da Mario Galaxy. E qui bisogna citare i percorsi: dal castello di Peach al bosco del Torcibruco, passando per il mondo subacqueo del pesce Smack, l’occhio è ammaliato dalla meraviglia e con qualche traccia riarrangiata da vecchie glorie possiamo decisamente sentirci a casa.