Una nuova fiaba, nelle terre di Excillant
Prendiamo un protagonista maschile, preferibilmente un cavaliere, prendiamo una protagonista femminile, se disponibile una principessa o una ragazza votata a una missione superiore. Prendiamo la magia dei quattro elementi, spade, asce, lance, armature, aggiungiamo un male sigillato da millenni che sta per risvegliarsi e distruggere tutto.
Cosa otteniamo? Gettando tutti gli ingredienti in un frullatore avremo una fiaba fantasy, una storia costruita partendo da una ricetta che comprende gli ingredienti sopra citati. Aggiungiamo del carisma ai protagonisti, un’ambientazione medievale che comprende castelli e villaggi, mezzi di locomozione principalmente costituiti da cavalli e qualche rara presenza di aeronavi e ore e ore di dialoghi, possibilmente interessanti in modo da spingere il giocatore a continuare l’avventura.
Ecco, probabilmente sono gli stessi ingredienti che 34 anni fa Hironobu Sakaguchi mise nel frullatore creando Final Fantasy, antenato e parente prossimo di Bravely Default. E sono gli stessi della ricetta di Tomoya Asano, produttore della serie e unica figura chiave della saga Square-Enix rimasta in Bravely Default II, per un nuovo punto di inizio e una storia totalmente nuova.
Ci troviamo nel continente di Excillant, una terra dai confini delineati da cinque grandi regni. Qui, su una spiaggia vicino alla città di Halcyonia si risveglia Seth, unico superstite di un’imbarcazione colpita da un violento naufragio, con vaghi ricordi dell’incidente e della sua vita passata.
Un evento voluto dal fato, lo stesso che al risveglio lo porterà ad incontrare Gloria, affascinante principessa di Musa, accompagnata da Sir Sloan, cavaliere e sua guardia del corpo personale.
La missione di Gloria è quella di recuperare i quattro Cristalli della Luce, artefatti dotati del potere dei quattro elementi per sventare la minaccia dell’Oblio della Notte, un male antico in procinto di risvegliarsi.
I Cristalli sono stati rubati da Musa e il regno è stato totalmente raso al suolo, rendendo Gloria e Sir Sloan gli ultimi due sopravvissuti.
Per trovarli, Gloria ha intrapreso un viaggio alla ricerca di alleati, gtrovando rifugio ad Halcyonia sotto protezione del re, grande amico di suo padre. Ma il fato ha ben altri progetti per Gloria e Seth e le loro strade si incroceranno presto con Adelle e Elvis, due mercenari dal passato (ovviamente) misterioso, pronti ad unirsi nel lungo viaggio che li porterà alla ricerca dei Cristalli.
E il viaggio attraverso Excillant dei quattro eroi li vedrà presto fare la brutale conoscenza di Adam, un misterioso e formidabile spadaccino anch’egli alla ricerca dei Cristalli, con intenzioni tutt’altro che amichevoli e dotato di un potere senza pari.

Sviluppato da Claytechworks, team di sviluppo dietro al titolo per mobile Bravely Default: Fairy’s Effect, Bravely Default II rappresenta, come detto, un nuovo inizio per la saga, un capitolo indipendente dai due predecessori.
Un nuovo inizio coronato da un motore grafico totalmente nuovo, caratterizzato da splendide città in due dimensioni disegnate a mano alternate a modelli poligonali dallo stile “chibi”, protagonisti dal corpo non realistico e non proporzionato, uno stile simile a quello dei precedenti capitoli. L’effetto finale è appagante ma al tempo stesso straniante, poiché abituarsi a texture iper-definite nei dettagli delle armature, dei vestiti, della pelle dei nemici contrapposte a sfumature acquerellate nelle città e nei dungeon richiede un po’ di tempo.
L’alta qualità dei modelli poligonali si scontra con texture volutamente sgranate quando entriamo in una casa e la telecamera zooma su dettagli ravvicinati, anche l’espressività dei protagonisti in alcune occasioni ne risente durante le cutscene e nel complesso, l’impressione è che uno stile unico ma maggiormente coeso avrebbe potuto portare a un risultato finale migliore. La mappa del mondo di gioco inoltre, adotta uno stile poligonale ancora più semplice e povero, con pochi essenziali dettagli, quasi a bassa risoluzione, decisamente il più debole dei tre stili visivi adottati.
Per fortuna, gli ambienti sono ricchi e variegati, ognuno dei cinque regni presenta panorami unici e le città di Excillant sono meravigliose da ammirare.

L’altalenante coesione visiva viene sopperita da una direzione artistica di ottimo livello, la presenza dei quattro Cristalli e il loro potere incontrollato ha pesantemente contribuito a modificare l’ambiente delle capitali dei regni: il regno desertico di Savalon ha subito le conseguenze della presenza del Cristallo dell’Acqua con buona parte della città che si ritrova sommersa e con i suoi cittadini costretti a costruire sempre più in alto; la verde Wiswald è stata invasa da gigantesche fronde e alberi secolari sorti con il potere del Cristallo della Terra.
E l’incantevole Rimedhal, gelida città situata nella parte a nord di Excillant, dal panorama senza rivali, vede i suoi abitanti pregare un misterioso bagliore di colore rosso sulla cima della torre più alta.

Bravely Default II presenta un classico sistema di combattimento a turni, il cui ordine è basato sul parametro velocità delle unità in battaglia.
La caratteristica principale della serie è la presenza dei comandi Brave e Default: con il comando Default è possibile mettersi in posizione di difesa accumulando un turno extra senza agire fino a un massimo di tre, con il comando Brave è possibile rilasciare tutti i turni accumulati o andare in passivo a cominciare dal turno base, fino a un massimo di meno tre.
Entrambi i comandi sono utilizzabili sia dalle nostre unità che dagli avversari e un sapiente utilizzo può fare la differenza in battaglia.
Il titolo Square-Enix presenta oltre 20 classi utilizzabili suddivise in classi fisiche, magiche e di supporto, a cominciare dal Tuttofare, disponibile sin dall’inizio e tra le più bilanciate nelle statistiche.
Ogni classe è liberamente utilizzabile da ognuno dei protagonisti e presenta caratteristiche, parametri e abilità esclusive, oltre a consentire l’utilizzo di differenti tipi di armi e armature. Inoltre, ognuna possiede un peso specifico massimo di equipaggiamento consentito, un fattore molto importante da tenere in considerazione e che contribuisce a rendere unica ogni classe.
Per sbloccare una nuova classe bisogna possederne il relativo Asterisco, un magico artefatto che permette la “trasformazione”, ottenibile proseguendo nella trama principale o completando missioni secondarie affidate dagli abitanti di Excillant.

Vincendo le battaglie si ottengono punti classe (PC), necessari per imparare nuove abilità da utilizzare in combattimento, suddivise in abilità passive e attive. Le abilità passive sono sempre utilizzabili una volta imparate ed è possibile equipaggiarne fino a un massimo di cinque, mentre le abilità attive richiedono di indossare l’Asterisco della relativa classe di appartenenza. Per fortuna, ogni eroe può utilizzare fino a due classi alla volta, una come primaria e l’altra come secondaria: la classe primaria ne determina l’aspetto, i valori dei parametri, l’equipaggiamento e l’accesso a tutte le abilità mentre la classe secondaria permette di utilizzare solamente le abilità attive sbloccate.
Ogni classe possiede inoltre due specialità, abilità passive particolarmente potenti e sempre attive quando la classe è equipaggiata che consentono di ottenere vantaggi e benefici speciali, oltre a permettere risultati sorprendenti se abbinate a classi affini.
Mentre gli effetti delle abilità sono sempre liberamente consultabili, la seconda specialità si rivela solamente una volta sbloccata, di solito si trova tra le ultime abilità da imparare e il suo effetto è nascosto poiché spesso è particolarmente potente, in grado di fare la differenza.

Studiare le classi e trovare una sinergia tra primaria e secondaria è fondamentale, poiché il livello di difficoltà di Bravely Default II è elevato, con alcuni picchi durante scontri con boss particolarmente impegnativi.
Gli avversari sfruttano fino in fondo le proprie abilità e mosse speciali, specialmente quelli dotati di un Asterisco, e in più di un’occasione sono supportati da mini-boss in grado di fornirgli supporto ed esaltarne le caratteristiche. La conseguenza logica è che una parte dell’avventura va riservata per il grinding, quella parola tanto amata quanto, soprattutto, odiata che significa dedicarsi ad affrontare orde di avversari per aumentare il proprio livello e in questo caso, la classe equipaggiata.
Per fortuna, le battaglie possono essere accelerate in ogni momento, fino a poterle affrontare al quadruplo della velocità normale e inoltre, per chi volesse dedicarsi alla storia e vivere un’avventura più semplice, è possibile abbassare la difficoltà globale dal menù delle opzioni.
Nei primi due Bravely Default era presente l’opzione per creare dei set predefiniti per affrontare gli scontri automaticamente, opzione assente in questo capitolo, limitata alla possibilità di utilizzare le ultime mosse selezionate in battaglia con la pressione del tasto Y e la successiva conferma.
I nemici sono sempre visibili su schermo nei dungeon e sulla mappa dell’overworld e in puro stile Dragon Quest ci attaccheranno se di livello pari o superiore al nostro o tenteranno la via della fuga se di livello inferiore.

Alla colonna sonora ritorna REVO, compositore che ha firmato la colonna sonora del primo indimenticabile Bravely Default.
Un gradito ritorno per una selezione musicale complessivamente di ottimo livello, con alcuni picchi durante i momenti più drammatici della trama, accompagnati splendidamente. Dal main theme accogliente passando per la serenità di Halcyonia, fino ad arrivare a note che ricordano fiocchi di neve in caduta nelle nevose Enderno e Rimedhal.
Passando per battle theme veloci, quasi psichedelici, che sembrano studiati per affrontare le battaglie a quadrupla velocità senza che il ritmo ne risenta. E per finire, un tema cantato e intenso, durante i titoli di coda che non mancherà di far scendere una lacrima.
Excillant offre circa cento quest secondarie da affrontare, tante sono le richieste degli abitanti del continente in difficoltà, bisognosi di aiuto.
Nella maggior parte dei casi si tratta di missioni di raccolta o di nemici da affrontare, ma non mancano viaggi tra una città e l’altra per gestire rapporti personali rovinati dal tempo, stile C’è Posta per Te.
Molte missioni richiedono di tornare sui propri passi negli intricati e complessi dungeon che affronteremo, costruiti a regola d’arte (capito Game Freak?) attraverso più livelli di profondità e altezza.
Una volta completato un labirinto, un teletrasporto si attiverà all’entrata, permettendoci di arrivare rapidamente dal lato opposto o in una zona centrale, quando particolarmente lungo.
La seconda scelta, alla prova dei fatti si rivela inspiegabile, costringendoci ad affrontare numerose volte la stessa strada, senza che ci sia una vera e propria logica, con un risparmio di strada e tempo minimo.
Un’altra scelta di game design apparentemente inspiegabile è la costruzione e gestione dell’overworld, l’area esterna alle città e ai dungeon.
La telecamera non è completamente libera, è possibile muoverla solamente a sinistra e destra e la visuale appare spesso schiacciata, non dando modo di vedere liberamente cosa abbiamo attorno, non è di particolare aiuto la minimappa in basso a destra, anche se è possibile ingrandirla, non abbiamo mai una visuale completa di cosa si trova attorno a noi ma solamente nelle vicinanze. Per quanto possa apparire strano, non esiste una mappa completa e dettagliata di Excillant da poter consultare liberamente.
Per fortuna, sia la missione principale che le secondarie sono indicate in ogni momento da appositi segnalini, senza la loro presenza sarebbe molto probabile ritrovarsi a girare alla cieca alla ricerca dell’obiettivo.
Un’altra scelta incomprensibile è l’assenza di un registro delle missioni secondarie. Il menù dell’avventura è rappresentato dal misterioso libro che Elvis porta sempre con se, su cui prende nota di ogni cosa, un vero e proprio diario di viaggio, pieno di stile e dettagli, da cui possiamo accedere a ogni informazione riguardo al party e alle avventure vissute.
Tranne, quali e quante missioni secondarie abbiamo completato e soprattutto, quante ne mancano da completare. L’unico modo per ottenerle è esplorare giorno e notte le città, i dungeon e l’overworld ma senza avere la certezza di averle portate tutte a termine. E dulcis in fundo, le missioni secondarie sono numerate, dalla prima all’ultima.
Non si tratta di scelte che compromettono eccessivamente l’esperienza di gioco ma appaiono assolutamente incomprensibili.

Un’aggiunta gradita è rappresentata dal B&D (Blocca & Domina), un gioco di carte basato sul predominio territoriale di una griglia dalle dimensioni di 5 scacchi per 5. Ogni carta possiede un numero di caselle predefinite che può occupare, le più rare sono dotate di abilità speciali in grado di influire sul terreno di gioco o sul tipo di creature in campo, rendendole più forti o indebolendole e rovesciando, in tutti i sensi, le carte in tavola.
I punti accumulati dopo ogni vittoria permettono di acquisire nuove carte e di aumentare il proprio ranking per sfidare nuovi avversari.
Una side-quest interessante ma che appare quasi totalmente marginale, senza una vera e propria contestualizzazione nel mondo di gioco.
Comunque, rimane un’aggiunta interessante che non mancherà di appassionare gli amanti del Gwent o del Triple Triad.
Dopo aver completato una delle missioni secondarie iniziali, avremo la possibilità di mandare una barca ad esplorare le terre esterne a Excillant. In modo del tutto simile a quanto accadeva su Nintendo 3DS, quando Bravely Default II si troverà acceso con la console in stand-by, incontreremo giocatori di tutto il mondo in un viaggio virtuale di massimo 12 ore alla volta, per ottenere ricchi premi e bonus all’accensione.
Una modalità extra interessante che con un po’ di fortuna, assicura piccoli vantaggi per avanzare nell’avventura, come globi che garantiscono punti esperienza o punti classe.
La longevità di Bravely Default a livello di difficoltà normale si attesta attorno alle 70-80 ore per completare l’avventura principale e intorno alle 100 per terminare tutte le quest secondarie e raggiungere il massimo livello di competenza in tutte le classi.
Il viaggio di Seth e Gloria tocca vette narrative elevate e inaspettate, con picchi sorprendenti anche in rapporto al pegi (12) del titolo.
Tuttavia, dopo aver terminato l’avventura rimane la sensazione che qualche elemento sia stato tagliato dalla narrazione, con domande che restano senza risposta, almeno per ora.

Bravely Default II è un gioco di ruolo giapponese conservativo dal lato giocabilità, ereditando quasi tutto dai predecessori ma perfezionando il sistema delle classi e delle combinazioni delle abilità, proponendo un battle system classico e al tempo stesso moderno, in grado di mettere a proprio agio rapidamente qualsiasi giocatore.
Ma è anche un titolo maturo e indipendente, in grado di muoversi con le proprie gambe e proporre una storia originale e fresca, dimostrando ancora una volta come gli ingredienti base di una fiaba fantasy possano proporre un numero infinito di ricette.
Ancora una volta però, l’impressione è che all’avventura sviluppata da Claytechworks manchi qualcosa per spiccare il volo e affermarsi tra i capisaldi del genere. Rimangono le sensazioni agrodolci di elementi di trama non sufficientemente sviluppati e di un livello di difficoltà in alcuni frangenti poco bilanciato, così come di scelte di level design semplicemente incomprensibili. Ancora una volta, manca il quid pluris.
Quello che abbiamo tra le mani è un titolo validissimo, in grado di appassionare e divertire per decine e decine di ore con l’ironia e la splendida caratterizzazione dei suoi protagonisti. Un ulteriore gioiello nella libreria di Nintendo Switch, con solide basi per compiere finalmente, con un eventuale seguito, il balzo necessario per diventare un capolavoro.
La strada è quella giusta. Bentornato, Bravely Default!