Tratto da una storia (di hacking) vera
Il mondo dell’hacking affascina un po’ tutti, anche coloro che in realtà non saprebbero nemmeno dove iniziare a leggere una riga di codice. Questa tematica ha fatto la fortuna di film, serie tv e videogiochi, con personaggi “antagonisti” che operano per motivi personali e non proprio legali, e si ritrovano ad essere i protagonisti che grazie alle proprie competenze risolvono misteri e sventano minacce criminali. Atomine non potrebbe trattare in maniera più vicina l’hacking di quanto già lo faccia, eppure non abbiamo una trama, nessun piano da sventare prima che sia troppo tardi, nessuna vendetta personale o mistero: in Atomine saremo noi stessi il virus.
In realtà ciò che muove il tutto è un fatto realmente accaduto che lo studio italo-australiano Broken Arms Games ha voluto utilizzare come espediente per la “trama”: nel 2011 un informatico di Kaspersky, chiamato Sergey Ulasen, riuscì a scoprire STUXNET, un worm che colpiva i sistemi di controllo industriali della Siemens diffusosi attraverso il sistema operativo Windows. Come avrete capito, noi saremo proprio STUXNET e il nostro compito sarà quello di addentrarci sempre più all’interno dei sistemi di protezione, evolverci come è caratteristica propria dei virus e arrivare al cuore del software. Per farlo non dovremo studiare codici o manuali di informatica, ma bisognerà semplicemente essere dei bravi, a tratti bravissimi giocatori di twin-stick shooter, genere di appartenenza di Atomine.
Procedurale
La particolarità del gioco è che i livelli si creano casualmente in maniera procedurale, quindi sarà davvero impossibile giocare due volte la stessa mappa, seppur il setting e la varietà degli scenari non vari così tanto tra uno e l’altro, cosa che alla lunga potrebbe dare un senso di già visto. Nonostante ciò, i vari effetti grafici come glitch, righe di codice e nemici appuntiti danno davvero la sensazione di trovarsi all’interno di un mondo di gioco virtuale, di essere riusciti a rendere visibile un mondo fatto di virus e antivirus, che in tutti i modi cercheranno di distruggersi per debellare la minaccia.
I livelli sono caratterizzati da più stanze liberamente esplorabili e in ognuna di esse sono nascosti, ad attenderci, decine di nemici dalle forme e rispettive armi più disparate: raggi laser, missili, proiettili a ricerca e bombe a timer rilasciate come ultima speranza una volta messi K.O.; ovviamente anche noi, il virus, non siamo da meno, con tantissime forme di fuoco a disposizione. La particolarità, ed è davvero una delle caratteristiche più riuscite di Atomine, è l’evolversi del virus grazie a delle stanze apposite attraverso le quali, utilizzando l’esperienza raccolta tramite l’uccisione degli antivirus, si potrà effettuare l’upgrade di versione che ci renderà ancora più temibili. Non solo aumento dell’energia vitale massima o della potenza di fuoco, ma anche la possibilità di recuperare l’energia persa, cambiare totalmente arma o aumentare alcune statistiche a sfavore di altre (come velocità, rateo, potenza, distanza).
Strategia
Questa caratteristica richiede quindi una certa dose di strategia, poiché concentrarsi solo sulla mera potenza di fuoco lascerà le nostre difese molto scoperte, o non preoccuparsi minimamente di indebolire i nemici hackerandoli e rendendoli quindi più lenti (fondamentale nei livelli più avanzati) ci porterà a morte certa. L’altro lato della medaglia è però rappresentata da una certa casualità degli upgrade tra cui scegliere, quindi una buona dose di fortuna sarà necessaria affinché capitino gli aggiornamenti giusti al momento giusto.
Atomine fa infatti dell’elevata difficoltà il suo fulcro principale, cosa che spronerà i più accaniti a dare il meglio di sé, soprattutto nella modalità New Game +, ma che probabilmente scoraggerà chi sperava solo in un twin-stick shooter con cui passare qualche ora. Il non pianificare a dovere i vari upgrade e il fatto che i livelli non siano mai uguali, non permettendo quindi di sapere “cosa ci aspetta” alla fine di un corridoio, faranno vedere la scritta Game Over molto spesso.
Blue screen of death
Ad aumentare la difficoltà, personalmente parlando comunque mai arrivata a livelli di frustrazione, sono i numerosi effetti grafici dovuti a pallottole, esplosioni, pareti con codici e glitch, il tutto mentre ci si muove ad alta velocità circondati da decine di nemici: purtroppo a volte capita che nelle fasi più concitate ci siano dei brevissimi freeze da pochi decimi di secondo, un’enormità in un gioco del genere in cui anche un isatante può essere il tempo necessario per passare da carnefice a vittima.
Il gameplay però funziona e su schermo viene riprodotto fedelmente ciò che vogliamo, con movimenti precisi anche in mezzo alle centinaia di proiettili e, a parte i casi di freeze sopra menzionati, non perderemo mai per colpa del gioco. A lungo andare la ripetitività si farà probabilmente sentire, nonostante le boss battle diano filo da torcere e il comparto grafico e sonoro, caratterizzato da colori acidi e musiche elettroniche, riesca ad affascinare anche dopo molti Game Over. Ottima la possibilità di raccogliere diversi collezionabili e quella di acquistare alcuni potenziamenti tramite la moneta del gioco che, non poteva essere altrimenti, è composta dai BitCoin.
Hacker, non novellini
Atomine è un gioco per esperti del genere, che metterà in seria difficoltà chi cercava solo un passatempo e che appassionerà i più avvezzi al twin-stick shooter offrendogli una sfida più che ottima, soprattutto nel New Game +. Un comparto tecnico che non meraviglia ma che affascina, con richiami tecnologici legati al mondo dell’hacking che, di contro, a volte rendono difficoltosa la visuale nei momenti più concitati. Niente hacker o moventi di vendetta, qui si va al sodo ripetendo la storia e distruggendo i sistemi informatici industriali del governo iraniano. Forse, a pensarci bene, la trama è anche migliore di certi giochi più blasonati.