Lego, come Nintendo, è quasi una religione. I piccoli mattoncini danesi, che sin dalla tenera età ci accompagnano nella crescita, stimolano la fantasia e permettono di accedere a un’infinità di mondi e avventure diverse. E proprio questo, in fondo, era il tema principale di The Lego Movie, al termine del quale tantissimi “bambini cresciuti”, me compreso, si sono recati in un negozio di giocattoli ad acquistare qualche set. Perché i Lego non hanno età, vivere avventure fantastiche costruendo mondi, collezionare set e l’emozione di vedere qualcosa prendere viva mattoncino dopo mattoncino, non ne ha. E non ne ha nemmeno pestarne uno scalzo e urlare al cielo, evocando Chtulu, ancora non presente nei vari set Lego (ma volendo c’è il Kraken, simile).
Lego è un brand che ormai spazia lungo media come fumetti, film e videogames e, in tutte le collezioni uscite nel corso degli anni, la linea City è sempre stata presente. La città, il punto di collegamento tra i mondi dove il crimine, con ironica malvagità e con le sembianze del terribile Rex Fury, è pronto a seminare il panico. E proprio in città, Chase McCain fa il suo trionfale ritorno, pronto a sventare i piani di Fury ricorrendo a tutte le sue tattiche da poliziotto e con una buona dose di casualità e assurdità, tipiche del mondo Lego.

Lego City Undercover nasce come esclusiva per Wii U nel 2013 e ottiene consensi di critica e pubblico grazie a una formula divertente e spensierata, un open-world in cui Lego ricalca la struttura resa famosa da GTA, con le dovute proporzioni e soprattutto con ironia e protagonisti che non si prendono mai sul serio. Appena tornato in servizio, Chase McCain si ritrova davanti una Lego City interamente esplorabile, costruita ovviamente con i celebri mattoncini e con la possibilità di essere distrutta per buona parte, al fine di conservarne i pezzi e, da tradizione Lego, ricombinarli per aprire nuove vie e creare nuovi edifici.
La stazione di polizia è il primo luogo che visiteremo e diventerà presto un’abitudine tornarci per accettare le missioni e fare rapporto una volta concluse: si tratta anche del luogo da cui Chase è stato cacciato per aver commesso un errore durante una missione, mettendo in pericolo una testimone. Un incipit all’apparenza serio, almeno fino a quando non verrà mostrato in un flashback. Dialoghi assolutamente geniali, battute e un grandissimo numero di citazioni cinematografiche e storiche riflettono la forza e la spensieratezza di un brand capace di sfornare, anche in questo caso, una storia che strappa continuamente risate e spinge ad andare avanti per vederne il proseguimento.

Chase è un eroe e, come ogni buon poliziotto (a maggior ragione se una Leggenda), può fermare in ogni momento qualsiasi macchina e sequestrarla, causa operazione di polizia. Esplorare Lego City in macchina è preferibile all’opzione pedonale per via delle sue enormi dimensioni e, inoltre, guidare permette di distruggere le automobili dei pedoni e gli ostacoli durante la strada per guadagnare mattoncini.
Le missioni della trama principale sono lunghe, varie negli obiettivi e nello svolgimento ed è possibile, una volta completate, rigiocarle in qualsiasi momento. Al primo tentativo non è possibile completarle al 100% e ognuna richiede del backtracking per scoprire tutti i segreti. Durante il gioco, Chase otterrà diversi travestimenti che consentono di accedere ognuno a speciali abilità: Chase scassinatore può aprire casseforti o porte altrimenti chiuse, con la divisa da poliziotto è possibile utilizzare un rampino per arrampicarsi e pedinare i malviventi, Chase minatore può usare candelotti di dinamite (reperibili da distributori automatici, proprio come noi prendiamo una qualsiasi bibita) e frantumare giganteschi massi. Oltre ai tre citati, numerosi altri travestimenti attendono solo di essere scoperti. In ogni caso, qualsiasi costume indossi, il nostro eroe viene sistematicamente riconosciuto…
Proseguire nell’avventura permette di accedere a numerosi strumenti, utilizzabili in ogni momento, come uno scanner o una ricetrasmittente e addirittura migliorare le proprie abilità nelle arti marziali e nel combattimento, apprendendo insegnamenti noti solo ai seguaci di Matrix.

La versione per Nintendo Switch gira a 1080p e 30 fps quasi sempre stabili in modalità docked, tranne durante la guida di un mezzo e con molti elementi su schermo. Purtroppo, i cali sono decisamente più numerosi e fastidiosi in modalità portatile ed è difficile non attribuire tale problema ad un’ottimizzazione superficiale, pensando al rapporto docked-portatile di Zelda come esempio. Per fortuna, sotto l’aspetto tecnico, il coloratissimo titolo gode della maggior potenza della piccola ibrida e presenta texture, ombre ed effetti di luce decisamente migliori rispetto alla versione originale.
Il porting gode inoltre di una modalità co-op e consente di giocare in compagnia di un’amico con split-screen diviso verticalmente, ma richiede l’utilizzo di due controller completi.
La città, il mondo di gioco che spazia ben oltre l’ambiente urbano e che si dirama tra montagne, boschi e miniere, pullula in ogni angolo di segreti, di edifici da costruire, di mattoncini collezionabili e di strade da scoprire. Un titolo che richiede decine di ore per essere completato e garantisce divertimento in multiplayer, anche con il semplice fine di distruggere tutto quanto, in allegria.

Lego City Undercover è un ottimo titolo per ampliare l’offerta della finestra di lancio di Nintendo Switch e proprio grazie all’uscita in un periodo favorevole, potrebbe godere finalmente del successo che merita.
Annoiarsi è difficile, non apprezzarlo è ancora più difficile, a patto di amare l’ironia, di essere giovani o giovani dentro un corpo adulto o, più semplicemente, a patto di voler provare una sana esperienza videoludica senza pregiudizi dettati da uno stile colorato e comico.