Blasting Agent: Ultimate Edition – Recensione

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Genere: Platform Action
Multiplayer: no
Lingua/e: Inglese

Esistono giochi che sono semplicemente giochi. Nessuno stroytelling particolare, nessuna meccanica in grado di piegare la sfera videoludica fino a farle toccare altri tipi di intrattenimento: solo giochi da giocare. Blasting Agent è così, un prodotto piccolo, sviluppato da un paio di persone, che non ha alcuna pretesa di cambiare il mondo. Va detto però che un minimo di ambizione non avrebbe fatto male.

Dal momento dell’accensione, osservando la schermata iniziale fatta di pixel granulosi che paiono sabbione del Po, si capisce subito che il gioco non ha alcuna intenzione di nascondersi dietro tanti fronzoli. Il gameplay non è da meno: con Y si spara e con B si salta. Fine. E se volete, potete cambiare l’impostazione dei pulsanti, così quei giocatori strani che usano il pollice al contrario possono divertirsi anche loro.

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Saltano con A. Poverini, devono avere mani deformi.

Vorrei potervi dire di più, ma il gioco è proprio così: è un platform perché si salta ed è un action perché si spara. Ne consegue che il level design sia stato costruito a modo, con piattaforme sospese (perché si salta) e nemici pronti a crivellarci di proiettili o cuocerci con lanciafiamme (perché si spara). Vi ho già detto che si salta e si spara? Bene, perché non farete altro dall’inizio alla fine, tranne forse mettere in pausa. E sparare.

Lo scopo del gioco infatti è sconfiggere i cattivoni e raccogliere più oro possibile. I nemici hanno una buona varietà, sia nei movimenti che nella sfida che presentano e oltre a usare i proiettili, è possibile saltargli in testa per arrecare danno. Da questo lato il gioco funziona, anche se il design sfiora sempre la noia: l’esplorazione dei livelli è impostata in maniera troppo meccanica, senza un vero senso di soddisfazione da guadagnare. Troppe volte mi è sembrato di giocare col pilota automatico inserito.

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A proposito di pilota, chi sta guidando questo razzo?

Il discorso vale anche per i powerup collezionabili sparsi per i livelli, che spingono il giocatore a cambiare strada per ottenere una migliore gittata, un proiettile in più o maggiore potenza di fuoco. Questi potenziamenti, insieme ai cuori bonus, sono troppo facili da ottenere, tanto che verso la fine diventeranno quasi una noia. Non solo, il loro effetto è permanente: una volta finito il livello saranno vostri e nessuno potrà toglierveli, scelta che facilita troppo il gioco.

Il problema è che Blasting Agent estremizza eccessivamente il concetto di semplice, dal design alla sfida stessa. Non è che non si muoia: a volte i nemici avranno la meglio e a volte i salti non saranno precisissimi, facendovi cadere nella lava di un vulcano, tuttavia il senso di sfida manca a causa dell’altissimo numero di checkpoint. In poche parole, perdere una vita in questo gioco non ha alcun effetto negativo.

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Che carino, mi ricorda il “Tromela” di Shovel Knight!

Raccogliere tutto l’oro sparso e uccidere tutti i nemici ottenendo potenziamenti speciali come il doppio salto e lo scudo è l’unica sfida discretamente divertente. Perfino i boss, che hanno un design accattivante e che possono rivelarsi molto forti, richiederanno poca attenzione, sempre e comunque a causa dell’eccessiva semplicità. La modalità difficile, che si sblocca dopo aver finito il gioco, offre una sfida maggiore ma a quel punto avrete già vissuto l’intera esperienza e non tutti avranno voglia di rigiocarci.

La longevità stessa è un altro problema: il gioco dura sei livelli. Carini, abbastanza lunghi, ma pur sempre sei livelli. Nonostante ciò, Blasting Agent è riuscito comunque a piacermi, perché il feeling dei controlli è buono e diverte. Questo gioco mi sta simpatico, a partire dalla storia stupidissima che ci mette nei panni di un agente pronto a sventare i piani dei Black Hand, un gruppo di terroristi che vive in un vulcano. E io, quando i terroristi vivono in un vulcano, sono già contento.

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Che poi, chi finanzia sempre questi cattivi? Mah.

Anche il lato tecnico del gioco è buono: graficamente non si tratta della solita solfa degli 8-bit che alla fine sono 16-bit sgranati o qualche altro tipo di bit strano che non comprendiamo, no, Blasting Agent sembra sviluppato all’epoca, su un sistema misto tra Atari e Nes. Peccato che, proprio come negli anni ’80, nella versione 3DS non ci sia l’ombra del 3D che avrebbe migliorato ulteriormente il giudizio.

Come in ogni platform d’azione che si rispetti, la colonna sonora è da premiare con musiche cariche di adrenalina e suoni gracchianti al punto giusto che mi sono rimasti in testa in maniera positiva. Anche gli effetti sonori riescono ad avere l’equilibrio corretto tra omaggio e gusto, aggiungendo un po’ di soddisfazione quando si fanno saltare in aria i nemici della Black Hand.

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Mi ricorda un gioco del Nes che ha appena compiuto 30 anni.

In definitiva Blasting Agent è come un panino con dentro un’unica, sottile, fetta di prosciutto: va bene, ma manca un bel po’ di roba. Il gameplay è semplice e abbastanza divertente, il lato tecnico è buono e alla fine dei conti il gioco mi sta simpatico. Tuttavia l’esperienza è troppo facile, gli sbloccabili non hanno molto senso e anche il design è appena sufficiente. Al momento della recensione il gioco costa 2,99€, un prezzo giusto giusto per un gioco piccolo piccolo.

Giocato su Nintendo 3DS per 4 ore completando tutti i 6 livelli al 100%
Pro: Il gioco è semplice e accessibile, i livelli in linea di massima divertono e il lato tecnico è piacevole
Contro: La difficoltà è troppo bassa, il design non ha niente di speciale e il gioco finisce molto presto
6.0

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