Mario & Sonic ai giochi olimpici di Rio 2016
ci accompagna per la quinta volta su portatile nel vivo delle competizioni sportive che più di tutte celebrano abilità e lealtà, in una sequenza di eventi che la luce della fiaccola rende unici, irripetibili…
… a meno di non indossare divise improponibili.

Ci sarà tempo e modo di valutare il lavoro di Sega nel realizzare questa fantasiosa riproduzione del più grande evento sportivo dell’anno. In questo momento ciò che è necessario comprendere è lo spirito assolutamente folle con cui è stato costruito il sistema di personalizzazione del proprio Mii nella modalità “Verso Rio“.
In quello che è in pratica uno Story Mode molto all’acqua di rose, il nostro avatar virtuale guadagna mele superando con successo le prove di allenamento, con le quali può acquistare un numero davvero consistente di costumi, classificati da un numero di stelle che determina la possibilità di equipaggiarli o meno.

Ognuno di questi dovrebbe richiamare per estetica e stile un potenziamento delle statistiche riconducibile alla propria disciplina (eg. una tuta da corsa aumenta principalmente la velocità), permettendo quindi di indossare abiti tutto sommato adatti a specifica tenzone.
A meno che non vogliate esagerare, indossando i set più “potenti” mai visti in Brasile… altro che tute da piscina o completi da golf: CARNEVALE DI RIO!

Ed è con questo aspetto che ci si aggira per le aree di gioco, parlando con tutti i Mii e i personaggi dei mondi di Mario e Sonic che vi prenderanno dannatamente sul serio nonostante l’abbondare di piume ed ali sul vostro corpo. Nonostante il carnevale sia da tutt’altra parte e nonostante nessun altro a parte voi si presti a simili, inquietanti, spettacoli.
Questi costumi influiscono sì sulle statistiche in gara, ma non sono visibili in tutte le discipline – purtroppo – riducendo dunque spesso l’effetto ilarità.
Un gran peccato, avrei sempre voluto fare nuoto sincronizzato in smoking e con un cavallo in testa…

Ma la libertà d’espressione viene prima di tutto, quindi siate lieti di conciarvi a festa alla peggio maniera se è quello che volete. Sentitevi sempre fedeli a voi stessi, pur nelle onorevoli competizioni olimpiche tra ricci, funghi e… ok, ok. Forse il contesto non è dei più seriosi.
Di solito a tutto c’è un limite, ma non qui: potrebbe essere l’occasione giusta per liberare lo stylist che è nascosto in voi (ma proprio in fondo in fondo, in un angolino da eremita) e finire dritti su Real Time.

Anche perché se mettersi in ridicolo vuol dire avere delle statistiche da paura in gara, non importa il giudizio di qualsivoglia critico dell’ultim’ora: il gioco val bene la candela!

Ma se perdiamo così tanto tempo tra specchi e passerelle, che ne sarà delle competizioni? È possibile essere vincenti e al tempo stesso belli belli in modo assurdo?
Lo scopriremo nei prossimi giorni. Al momento il nostro Derek Zoolander virtuale è impegnato a vincere tutte le medaglie possibili indossando gli outfit più improbabili.
E lo stanno prendendo sul serio. Dannatamente sul serio.



























































