Il primo Mutant Mudds arrivò su 3DS all’inizio del 2012, quindi a quelli che erano ancora gli albori della line-up della portatile Nintendo. Un platform-shooter visivamente adorabile, dalle meccaniche efficaci, che faceva un uso sapientissimo dell’effetto tridimensionale: Renegade Kid fece breccia nel cuore dei videogiocatori, nonostante il palese difetto di quella produzione ossia una longevità assolutamente insoddisfacente. Qualche anno dopo venne pubblicata una versione rimpolpata del gioco, ed arriviamo a questo episodio, questo Mutant Mudds Super Challenge che è qualcosa di simile ad un seguito: 40 nuovi livelli, nuove feature, tinte di puro hardcore trial and error.
Qualunque sia il vostro approccio a questo genere di offerta ludica, un dato vuole essere reso subito cristallino dal sottoscritto: ci troviamo di fronte ad una produzione geniale. E forse anche un po’ folle. Ma basta guardare l’uomo dietro Renegade Kid, Jools Watsham, per configurarsi una già possibile spiegazione.
Una breve esposizione dell’incipit e del gameplay per chi non conoscesse questa saga.
Nei timidi panni di Max, un ragazzino dalla frangetta bionda e gli occhiali spessi, equipaggiato con uno zaino a propulsione ed un fucile, dovremo combattere la minaccia costituita da alieni di fango. La trama è praticamente tutta qui, ma dato lo spirito volutamente retrogame del brand risulta efficace, senza dimenticare alcuni dettagli che ovviamente non vi sveleremo.
Come salveremo il mondo dalla minaccia melmosa?
Le meccaniche restano le medesime dei precedenti episodi, sistematiche. Si salta e si può rimanere sospesi per aria grazie al prodigioso zainetto, e si spara, anche in volo ma non mentre si cammina. Avremo tre cuori a disposizione come energia, che non potranno essere recuperati in alcun modo se non all’unico checkpoint presente in ogni livello: il contatto coi nemici causa la perdita di un cuore, gli spuntoni o la caduta nel vuoto la morte immediata.
Così illustrato, il motore dell’azione di gioco si manifesta per com’è: minimale, anche troppo in alcune meccaniche. La novità di questo episodio sta nel fattore hardcore già nominato: abbandonato il clima tutto sommato rilassato dei precedenti episodi, il giocatore viene catapultato senza troppi convenevoli in un caos di nemici, proiettili fangosi, spuntoni letali, salti precisissimi.
La macchinosità di Max (non risulterà mai agile nei movimenti come un Mario o un Sonic) è anch’essa un fattore studiato: serve a dire ritmo alla manovra, a calcolare al millimetro, ma davvero al millimetro, ogni salto o spostamento. Morire non vi sarà mai sembrato così facile: Renegade Kid lo sa bene, per questo ha aggiunto un apposito contatore delle vite perdute. Carino da parte loro.
Ma è bene specificare che la frustrazione non è così in agguato come si potrebbe pensare: con un po’ di allenamento, anche i meno avvezzi al genere si renderanno conto di avere davanti una sfida assolutamente stimolante, anziché avvilente.

I livelli di gioco effettivi sono 4 per 5 sezioni, ma al loro interno come nei precedenti capitoli potremo trovare le porte d’accesso alla V-Land e alla G-Land, stage che strizzano l’occhio alle vecchie glorie hardware di Nintendo: la prima infatti utilizza la palette visiva del Virtual Boy e quindi in rosso e nero, la seconda quella del Game Boy e quindi in verde e giallo.
Le Land, raggiungibili grazie ai tre poteri extra di cui potremo usufruire a scelta uno per volta (fucile speciale, super salto e maggiore resistenza del jetpack), raddoppiano dunque i contenuti del gioco, ma se in passato il loro superamento era opzionale, diventa ora un passaggio obbligatorio per raccogliere tutti i Water Sprite ed avere accesso ai boss, elemento alla sua prima comparsa.
Le boss fight sono davvero ben fatte, impostate come battaglie-puzzle, alcune addirittura sotto forma di mini-livelli. Classico canone dei tre colpi a difficoltà di scontro crescente, per mastodonti di fango ben caratterizzati. La forza dei differenti nemici di fine livello non segue una linea progressiva all’interno dell’avventura, come d’altronde i livelli normali che possono essere completati dal giocatore secondo il proprio ordine: può capitare quindi di stringere i denti e allenare i polpastrelli maggiormente col primo boss che non con un successivo.
Si arriva ad un totale di 40 livelli e 5 boss fight: un quantitativo ragionevole data la non semplicità del gameplay. In questo senso, l’aver reso indeclinabile il superamento delle Land potrebbe da un lato infastidire i giocatori meno pazienti, ma va detto che se fosse avvenuto il contrario, il gioco sarebbe risultato davvero troppo breve. Completisti per forza. O quasi, visto che comunque il gamer può cimentarsi anche nella ricerca dei 20 personaggi nascosti e giocabili una volta scoperti, nascosti proprio nelle Land. Alcuni di questi vengono direttamente da altri titoli indie, per dei cameo assolutamente deliziosi.
Arrivando alle somme, tra l’impegno rishiesto per oltrepassare sezioni e boss, i dischi da recuperare se si vuole riascoltare la colonna sonora e gli adorabili personaggi nascosti, Mutant Mudds Super Challenge offre una quantità ludica davvero soddisfacente, e un alto tasso di rigiocabilità.

Tecnicamente, il titolo conserva il solito stile caratterizzato da una manciata di pixel buttati sullo schermo in colori sgargianti: scoppia una festa tra occhi e cervello. Questa scelta risulta più efficace in versione portatile, quindi sul 3DS e sul paddone di Wii U: sul televisore infatti lo zoom dedicato al personaggio è meno focalizzato, rendendo leggermente meno chiara l’azione.
L’audio è un tripudio di musiche ed effetti 8-bit, e potremo come già detto andare alla ricerca dei dischi contenenti tutti i brani della tracklist, in modo da riascoltarli a nostro piacimento.
Tra 3DS e Wii U, la prima versione risulta stilisticamente vincente per il fatto che il gioco, per natura di saga nato sul portatile dual screen, può godere dell’effetto 3D, che offre una vita tutta propria agli scenari che sono sviluppati proprio in modo da risaltare la tridimensionalità.

Mutant Mudds Super Challenge è un gioco meravigliosamente fuori dagli schemi, specialmente quelli odierni del settore videoludico, che con ridicoli artifici (un esempio su tutti, il pay-to-win) piegano questa vitale forma d’intrattenimento e, alle volte, d’arte, alle aride leggi del mercato, le quali tendono a rendere ogni brand accessibile e omologato, come i menu dei fast food. Ben venga l’hardcore dunque, la vecchia scuole, e i geni sregolati come Jool Watsham. Mutant Mudds Super Challenge può essere il vostro inno al ritorno al Videogiocare.
Va tuttavia ammesso che l’offerta proposta potrebbe davvero far storcere il naso ai gamer meno pazienti, o che semplicemente cercano un platform che abbia molte meno pretese nei confronti dei videogiocatori, alla ricerca magari di qualche ora di svago dopo una dura giornata.
Se il lettore rientra in quest’ultima categoria, può abbassare il voto di mezzo punto. Gli amanti delle sfide possono invece alzarlo a 9 senza problemi.
Thank you, Renegade Kid.
Nota lieta a margine dell’articolo: il titolo supporta il cross-buy, permettendo quindi di acquistare una singola versione (Wii U o 3DS) e avere a disposizione per il download anche l’altra.
È inoltre disponibile uno scontro del 15% per coloro che hanno acquistato l’originale Mutant Mudds o hanno provato la demo del nuovo titolo nei Nindies@Home.



























































