Devil’s Third – Recensione

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Genere: Action/Sparatutto
Multiplayer: sì, online
Lingua/e: inglese/francese

Parlare del nuovo gioco di Itagaki non è una facile impresa: negli ultimi mesi Devil’s Third è stato un titolo di cui si è chiacchierato molto, purtroppo non con i toni di cui si potrebbe sperare. Si dice che anche la cattiva pubblicità sia buona pubblicità, ma tra critiche alla grafica ed alla fluidità, voci del rifiuto di Nintendo of America di pubblicarlo ed annunci della presenza di microtransazioni, il gioco non ne è uscito bene.

Cosa ancora più rilevante, a mio parere, si è perso un po’ di vista l’argomento fondamentale nel giudicare un simile prodotto: Devil’s Third è effettivamente divertente? Vale la pena acquistarlo per un possessore di Nintendo Wii U?

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Action tamarro come pochi, questo titolo mescola elementi di combattimento melee e di sparatutto, le cui sessioni sono rigorosamente in prima persona se si vuole mirare accuratamente, ed il passaggio da una all’altra modalità della telecamera può apparire un po’ spaesante all’inizio. Di certo la scelta su come farci strada trai numerosi nemici non manca: sono presenti numerose armi, sia da fuoco che da taglio, ed in caso di disperazione possiamo decidere di prendere a pugni l’avversario. D’altronde Ivan è un combattente alto quasi 2 metri e con la corporatura di un frigorifero da ristorante, e possiede inoltre un’innata resistenza ai proiettili, dovuta anche ai suoi tatuaggi, che grazie a speciali pigmenti allontanano le pallottole (non sto scherzando).

La caratterizzazione del protagonista è, a mio parere, ben realizzata. Questo non significa minimamente che il personaggio abbia un particolare spessore intellettuale o dispensi perle filosofiche, né che sia originale o diverso da tutto ciò visto finora, ma implica bensì che Ivan sia perfetto per il suo ruolo: con la sua apparente indifferenza a tutto ciò che lo circonda, esplosioni e sventramenti inclusi, il suo lieve accento russo perfetto per l’atmosfera, e la sua incredibile faccia tosta, svolge perfettamente il compito a lui assegnato dalla storia.

Storia che, peraltro è più che presente, pur essendo a livello dei film americani sul terrorismo prodotti per l’home video: associazioni misteriose e crudeli, satelliti distrutti, modificazioni transgeniche e superleghe di metalli rarissimi fanno la loro comparsa, e non ritengo utile scendere nel dettaglio per non rovinarvi la sorpresa. Pur essendo la trama a volte poco sensata, e pur essendo risibili certi riferimenti a farmaci misteriosi che modificano il DNA, il tutto funziona perfettamente, perché è volutamente eccessivo e sopra le righe.

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Anche i boss nemici sono notevolmente tamarri e con caratterizzazione peculiare, e vi capiterà di affrontare anche una donna seminuda che prova a strangolarvi tra le sue cosce. Come fa ad avere sufficiente forza per uccidere un cristone come Ivan? Semplice, è transgenica anche lei.

Le ambientazioni, invece, non sono tutte così particolari: ve ne sono alcune degne di nota, tra cui quella orientale o quella tra i ghiacci, mentre altre sanno un po’ di sparatutto random che si svolge in una base militare qualunque. Ad ogni modo, funzionano abbastanza, ed è sempre ben chiaro dove dobbiamo dirigerci per proseguire nel capitolo. E come si prosegue? Uccidendo senza pietà. I combattimenti corpo a corpo permettono due tipi di attacchi, leggeri o pesanti, con l’arma bianca o con i pugni, e non sono presenti particolari tipi di combo diverse, il che limita un po’ il nostro divertimento.

Possiamo però lockare il nemico e decidere di lanciargli l’arma, o raggiungerlo con un salto poderoso per sferrare un attacco più potente, un’abilità estremamente utile che può permettervi di spostarvi velocemente, evitando i colpi degli avversari. In generale, il combattimento corpo a corpo non è un’impresa da nulla: la difficoltà è piuttosto alta in alcuni frangenti e contro alcuni personaggi, e si muore piuttosto facilmente. Per fortuna – o meglio, purtroppo – in alcuni momenti l’IA dei nemici lascia a desiderare, semplificandoci la vita.

Sparare è decisamente più divertente e più agevole, anche se il mirino non è propriamente preciso, e  mirare in prima persona ci lascia quasi totalmente scoperti ad attacchi nemici. Ciò nonostante, tenersi coperti ed usare un fucile è spesso il modo più facile per superare un determinato livello. La telecamera è a volte imprecisa e non segue sempre adeguatamente il personaggio, creandoci ulteriori grane.

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Il problema principale riscontrato nel gameplay è la mancanza di un buon bilanciamento: ci sono tratti in cui un singolo nemico può uccidervi, e scene in cui riuscite a realizzare massacri con un coltellino svizzero. E ancora, ci sono ambientazioni in cui sopravvivere è davvero un’impresa ardua, perché vi si parano davanti schiere e schiere di bestioni con armature resistenti persino a testate nucleari. Può essere davvero frustrante dover ripetere numerose volte lo stesso frammento di gioco, ma d’altra parte è possibile in qualsiasi momento abbassare la difficoltà del titolo, ed inoltre da Itagaki non ci aspettavamo di sicuro un’allegra passeggiatina tra i monti. Ma è bene sottolineare che il problema spesso non sia la difficoltà in sé, quanto la calibrazione del tutto sballata di alcuni attacchi nemici in determinati frangenti.

Arrivando a parlare della grafica, si passa alle note dolenti. Come probabilmente avrete già intuito dall’anteprima del titolo, Devil’s Third in questo comparto fa davvero acqua da tutte le parti, e si salva solo per un discreto modello del personaggio protagonista e per alcune texture ben realizzate. Per il resto, ci troviamo davanti ad un gioco palesemente vecchio, a causa probabilmente della genesi travagliata del titolo e della sua lunga gestazione, con alcune schermate davvero imbarazzanti e con un frame rate che definire traballante è un eufemismo. I cali di frame rate ci sono quasi continuamente, ed in alcune scene con numerose esplosioni può capitare di non capire proprio cosa stia succedendo, decisamente un elemento preoccupante in un gioco così frenetico, e decisamente più grave della scarsa qualità di alcune texture e della brutta caratterizzazione dei personaggi nemici. Passi la bruttezza, insomma, ma la fluidità ben più necessaria per la buona riuscita di un gioco simile. Tocco di classe le compenetrazioni: finirete nei muri più spesso di quanto potete temere.

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Musiche e doppiaggio risollevano la situazione: la soundtrack non è da sottovalutare, e ci sono alcuni brani particolarmente interessanti, come quelli delle boss fight, inoltre le voci dei personaggi sono adatte e ben interpretate. Manca la traduzione italiana però, non solo nell’audio ma anche nel testo a schermo e nei sottotitoli, perciò se non ve la cavate con l’inglese potreste avere problemi, anche se il livello di conoscenza della lingua richiesto è davvero minimo.

La modalità multiplayer di Devil’s Third fa storia a sé: ampia e con numerose modalità, permette di personalizzare – non troppo, ma include anche personaggi femminili – il proprio avatar, di acquistare equipaggiamento e di scegliere che sfida affrontare. Sono mostrate online tutte le caratteristiche di ogni giocatore, incluso il suo rank, le sue medaglie e le sue varie abilità. Mi piacerebbe molto potervi descrivere con abbondanti dettagli il multiplayer, ma purtroppo non sono riuscita a provarla interamente nemmeno una volta, poiché, in giorni e giorni di tentativi, non si è mai raggiunto il numero minimo di partecipanti per una qualsiasi delle modalità previste. Immagino che sarà ben più facile giocarla dopo il lancio del titolo nei negozi, e prevedo di provarla e scrivere il mio parere al riguardo, perché onestamente credo possa essere una valida aggiunta alla campagna single-player, decisamente non da sottovalutare. Nei miei brevi tentativi sono però riuscita ad intravedere che le uova d’oro, ottenibili solo spendendo soldi reali, sembrerebbero permettere di acquistare equipaggiamento con apparente funzione solo estetica, ma che fornisce anche veri e propri potenziamenti. Appare dunque molto seccante la presenza delle microtransazioni, in un gioco non FTP, nel quale avrebbero dovuto almeno permettere di scegliere se ottenere le uova acquistandole o scambiandole con valuta in-game. Per acquistare 50 golden eggs sono necessari 12.99€, e se ne ottengono 30 in regalo connettendosi la prima volta.

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Come tirare dunque le somme di questo titolo? Ci sono problemi in diversi aspetti di Devil’s Third, ed è tristemente ovvio come non sia il capolavoro che tutti noi sognavamo e ci aspettavamo da Itagaki. Appare evidente come il team più piccolo e il budget decisamente più modesto non abbiano aiutato la genesi del gioco, che sarebbe potuto essere molto più curato di come appare oggi. Ciò nonostante, non mi pare corretto affossarlo totalmente, per un semplice e chiaro motivo: lo trovo a suo modo divertente.

Frustrazioni e frame rate ballerino a parte, ci si può effettivamente divertire, si può ridere di fronte alle assurdità della trama e del comportamento di Ivan, e soprattutto si possono esplorare le diverse modalità dell’online, che appaiono quantomeno promettenti. Meno divertente appare il prezzo di listino, poiché 60 euro per un titolo problematico come questo possono sembrare una cifra davvero elevata. Ancora meno divertente la necessità di spendere soldi reali per ottenere gli equipaggiamenti nell’online.

Se prenderlo al lancio o attendere un po’ di tempo, sta a voi. Vi assicuro però che Devil’s Third non è il male assoluto che si possa pensare, e che vi regalerà diverse ore di svago.

6.5

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