Due caffé, o un caffé con cornetto (o brioche, come volete chiamarla) in un bar non troppo conveniente.
Il prezzo della Gazzetta dello Sport il sabato, con il supplemento.
Un hamburger e un milkshake da Mc Donalds.
Sì, esatto, 2 euro.
Ma perché iniziare una recensione n questo modo bizzarro? Semplice, perché il costo del gioco è fondamentale per interpretare correttamente il valore dell’offerta ludica proposta da Tom Create Games con il suo Ninja Battle Heroes.

Prezzo minimo, pochi frizzi e lazzi: l’incipit risicato ci introduce in un classico gioco d’azione/platform che a tratti ricorda il mitico Goemon di Konami ed è caratterizzato da una direzione artistica forse non troppo originale ma di qualità sufficiente e decisamente accattivante. Impersonando il tigrotto Saizo è nostro compito ristabilire l’ordine nella Beast Brigade, stravolta dalle macchinazioni della diabolica volpe Ieyasu, attraversando 20 livelli di difficoltà e complessità architetturale crescente.
La natura del gioco però non è quella di un titolo che pone una serie di stage al giocatore perché questo li superi ma assomiglia maggiormente ad una palestra in cui vengono offerti un percorso base e numerose attività alternative, allo scopo di raggiungere la massima preparazione atletica. Ogni livello infatti pone delle sfide complementari – come terminare entro un certo tempo o sconfiggere tot nemici – che sbloccano nuove abilità e slot extra per equipaggiarle.

Le meccaniche action risultano piuttosto semplici alla base in quanto alternano una combo ravvicinata piuttosto semplice all’uso degli shuriken alla distanza, con l’aggiunta di un paio di colpi speciali come la presa in volo e il teleport, ma assumono una connotazione decisamente più gratificante quando vi vengono integrate le counter e le abilità extra: all’ampliare del ventaglio di possibilità del giocatore aumenta anche il divertimento derivato dall’affrontare i numerosi nemici posti dinanzi a noi, soprattutto in modalità Hard.
E la difficoltà è un’altra delle peculiarità del titolo: i livelli sono piuttosto semplici e non richiedono grandi abilità da provetti Super Mario per essere superati, a parte un paio di occasioni in cui si scopre quanto inappropriata sia stata la scelta degli sviluppatori di delegare la croce direzionale alla selezione dell’abilità sullo schermo inferiore e non al movimento.
I combattimenti invece sono poco impegnativi e risultano più che altro un ostacolo, soprattutto col favore dei numeri, che può frustrare il giocatore nel suo saltare da una piattaforma all’altra.

I boss invece si presentano inizialmente con sfide interessanti e legate alla lettura dei pattern e al contrattacco, come da tradizione del genere, per poi diventare delle massacranti prove di pazienza negli ultimi livelli della modalità hard. A stemperare la difficoltà nel superare le sfide boss interviene il bizzarro sistema di continue che garantisce l’immediata ripresa del gioco sacrificando 500 spiriti – l’esperienza rilasciata dai nemici, utilizzata per potenziare le abilità. Una quantità davvero risibile che porta a superare alcuni scontri per inerzia piuttosto che per effettiva padronanza del combattimento.
In tutto questo va assolutamente evidenziato come una volta completato il gioco a modalità normale si perda l’accesso a tutte le abilità non sbloccate: risulta quindi indispensabile concludere la prima run solo dopo aver ottenuto tutto ciò che ci interessa, per presentarsi poi alla nuova sfida con l’adeguata preparazione… per tornare al concetto di “palestra” espresso inizialmente.
Se Ninja Battle Heroes proponesse la sua struttura di gioco limitata e severa ad un prezzo di una pizza ed una birra piuttosto che di un caffé e brioche sarebbe davvero difficile, se non impossibile consigliarlo, ma alla luce della bontà delle meccaniche di base e del sistema di crescita che spinge ad un completismo funzionale, è lecito farne menzione positivamente.
Non mancano i difetti, soprattutto per quel che concerne l’estrema brutalità degli ultimi livelli che spinge a exploitare il sistema di continue come fossimo in una sala giochi con un sacco pieno di gettoni/monetine, ma c’è anche del pane per gli amanti del genere e delle vere sfide.
2 euro, eh!