Code Name S.T.E.A.M. – Recensione

Condividi l'articolo

Genere: Strategico a turni
Multiplayer: Online
Lingua/e: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)

Gli strategici hanno, storicamente, trovato terreno molto poco fertile sulle console: vuoi per problemi legati alla difficoltà di ideare un’interfaccia di controllo in grado di competere con mouse e tastiera, vuoi per le peculiarità di tale genere, decisamente meno immediato e “digeribile” rispetto ad altri. I sistemi Nintendo non hanno fatto eccezione a tale trend anche se, fortunatamente, in questo cupo panorama per i novelli Alcibiade, qualche sprazzo di azzurro ha fatto capolino nei cieli nintendari. Il merito di ciò è da ascriversi, quasi in toto, all’opera di Intelligent Systems, storico partner first party di Nintendo, nato come semplice studio di supporto hardware e software ma trasformatosi ben presto in un team di sviluppo capace di creare serie di successo come Fire Emblem e Advance Wars.

Chiunque abbia provato una delle iterazioni delle due serie appena citate sa che stiamo parlando di titoli dalla profondità tattica importante (seppur declinata in modi differenti), personaggi ottimamente caratterizzati e storie ben narrate, con toni piuttosto leggeri ma con un fondo sottile di drammaticità. Forti di queste certezze, l’annuncio di Code Name S.T.E.A.M. allo scorso E3, superata la sorpresa iniziale per l’inaspettata novella, ci faceva già crogiolare nella sicurezza di quello che ci avrebbe atteso: un “classico” strategico che ci avrebbe tenuti incollati al 3DS per le solite millemila ore. Quello che, oh sorpresa, ci siamo invece ritrovati tra le mani è un prodotto decisamente “suis generis”, piuttosto diverso da quello cui la software house giapponese ci ha abituato.

code-name-steam-nintendon2
Il buon Lincoln è sempre prodigo di buoni consigli…. grazie Presidente!

Lo dico subito: Code Name S.T.E.A.M. butta a mare molti dei canoni di uno strategico a turni e, se avete avuto la possibilità di provare la demo, sarete probabilmente rimasti un po’ spiazzati dall’impatto col gioco. Niente schermate di statistiche, crescita e potenziamento del personaggio pressoché assenti, customizzazione ridotta all’osso e quella che più di tutte appare come l’eresia definitiva: la mancanza di visuale dall’alto sulla mappa di gioco.

Già da questi pochi elementi è facile capire come l’ultima fatica di Intelligent System tracci (o tenti almeno di farlo) una rotta tutta sua, sparigliando le carte in tavola e tentando di dare un pizzico di brio in più alla classica formula dello strategico a turni. Sotto questo profilo il titolo svolge il suo lavoro in maniera efficace: il ritmo di gioco è piuttosto dinamico, non si perde in fronzoli e consente al giocatore di terminare un turno nel giro di un paio di minuti (e spesso pure di meno). Ciò che, intuitivamente, bisogna però tenere presente è che immediatezza e complessità sono legate da una funzione di proporzionalità inversa: più è marcata una, più deve cedere terreno l’altra. Se ci pensate bene la cosa ha un senso perché è chiaro che muovere tante unità sul campo o doverle equipaggiare scegliendo tra decine di configurazioni diverse porta via molto tempo; se le unità da movimentare sono invece solo quattro e le customizzazioni tra cui scegliere si riducono ad un’arma principale e una secondaria, le operazioni fileranno via molto più rapidamente.

Code Name S.T.E.A.M. si basa proprio sull’essenzialità delle cose. La struttura narrativa è lineare e non è possibile deviare dalla trama principale (se non rigiocando le missioni già affrontate) e ogni missione ci vede al comando, a parte rarissime eccezioni, di una squadra di quattro elementi col compito di debellare la minaccia aliena che incombe sulla terra. Gli obiettivi da portare a termine sono vari ma il più delle volte sarà sufficiente condurre uno degli elementi della squadra nel punto indicato per terminare il livello. Le azioni dei personaggi sono infine regolate dai punti vapore che si rigenerano ogni turno: muoversi, fare fuoco e stare in guardia consumeranno un determinato quantitativo di punti, finiti i quali non sarà possibile fare più nulla.

cone-name-steam-nintendon1
Quella minacciosa silhouette laggiù in fondo non promette nulla di buono…

Il titolo spinge dunque forte proprio sulla semplicità e immediatezza del gameplay che, se da una parte conserva innegabilmente la sua matrice di stampo strategico, dall’altra la diluisce fino quasi ad annacquarla. C’è chi si è arditamente spinto a parlare del titolo come una sorta di Gears of War a turni e io stesso, nella preview di qualche settimana fa, avevo azzardato una similitudine con un TPS. Il discorso potrebbe sembrare spiazzante, ma tanti elementi di gameplay del gioco rendono l’impressione di questa deriva piuttosto tangibile e l’avanzare nei livelli della campagna principale non fa che rafforzarne l’impressione. Il vero problema di Code Name S.T.E.A.M è il continuo oscillare delle sue peculiarità sulla linea di confine che separa le cose ben riuscite dagli azzardi; è quindi difficile concedere al gioco un giudizio positivo convinto e la sensazione è che il perseguimento dell’obiettivo di rendere un genere ostico come quello degli strategici più “user friendly”, abbia finito col sacrificarne i punti di forza senza compensare adeguatamente tale perdita.

code-name-steam-nintendon3
L’uomo di paglia è pronto a sparare! Sì, ci sono pure il leone e una sorta di uomo di latta: Code Name S.T.E.A.M. o il Mago di Oz?

L’ambientazione steampunk, ad esempio, è molto bella e le ambientazioni londinesi e americane rivisitate hanno il loro indubbio fascino. Gli scenari sono peraltro ricchi di elementi distruttibili il che aumenta di molto l’interazione e, benché alcuni scorci tendano ad assomigliarsi un po’ troppo, la loro particolarità, tra tubi, sbuffi di vapore, casse, caldaie e arrendamento urbano vario, lascia sempre piacevolmente colpiti. Sfortunatamente tutto questo ben di Dio viene calato in una narrazione che, a parte qualche eccezione, si trascina in maniera piuttosto scialba per tutta la durata della campagna. Alcuni buoni spunti ci sono ma la sensazione è che le scene di intermezzo tra le varie missioni lascino il tempo che trovano, ridotte a siparietti più o meno comici che finiscono per svilire i protagonisti della vicenda, già non particolarmente memorabili di loro. Nessun approfondimento psicologico, empatia con i personaggi assente e scarso mordente della trama: l’ondata di semplificazione generale che ha colpito il gioco ha finito per includere anche quest’aspetto che, con i giusti accorgimenti, sarebbe potuto essere un deciso punto di forza del titolo.

cose-name-steam-nintendon6
Pronti a visitare una Londra inedita e pullulante di alieni?

La già citata visuale in prima persona, switchabile tra i vari componenti della squadra, apre una finestra di visione inedita in un tipo di gioco appartenente a una categoria che, fin dalla notte dei tempi, offre al giocatore una visione demiurgica del campo di battaglia: una prospettiva, quella dall’alto, che permette di avere sott’occhio il quadro generale della situazione, consentendo così una pianificazione certosina di ogni singola mossa. Code Name S.T.E.A.M. invece cala il giocatore, letteralmente, nel gioco, offrendogli una visione molto parziale di quello che accade. In linea di principio la cosa funziona perché, essendo spesso ignari della posizione dei nemici, si è costretti ad avanzare con molta circospezione ma, inevitabilmente, ciò riduce l’incedere sul campo a un tedioso passo da formichina (complice anche il limitato movimento delle truppe) per evitare di esporsi ad un ipotetico nemico nascosto dietro l’angolo. Se a questo aggiungiamo il fatto che il movimento dei nemici appare, nemmeno così troppo di rado, totalmente randomico anziché guidato da un qualche schema preciso, allora la cifra strategica presente nel titolo cala ulteriormente perché in tali condizioni diventa difficile imbastire un abbozzo di strategia.

Anche un’altra importante novità introdotta per dinamicizzare il gioco, ovvero la possibilità di mirare manualmente la parte del nemico da colpire, funziona parzialmente. Lo scopo della cosa sarebbe quello di incoraggiare l’aggiramento del nemico per colpirlo nel suo punto debole (generalmente posto in posizioni non immediatamente evidenti), ma lo scarso raggio di movimento dei personaggi e il già citato movimento imprevedibile dei nemici rendono difficile attuare questa tattica. Il più delle volte l’opzione più pratica è quindi quella di non imbarcarsi in lunghe e difficoltose operazioni di aggiramento e cercare di eliminare il nemico non appena si presenta l’occasione propizia.

La difficoltà generale del gioco, infine, risente delle numerose semplificazioni che Intelligent Systems ha deciso di introdurre nella formula: le unità da controllare contemporaneamente sono al massimo quattro, nessuna customizzazione è possibile se non la scelta di arma primaria, secondaria e steamer ed è possibile concludere la maggior parte delle missioni, come già accennato, entrando nell’area indicata di azzurro con uno qualsiasi dei membri della squadra, senza nessun altro vincolo.

code-name-steam-nintendon4
Punto debole o meno, un bel colpo di fucile a pompa è sempre una valida soluzione ad ogni problema…

Quanto detto fin qui rischia di apparire come una sonora bocciatura. I difetti il gioco li ha, inutile negarlo, ma ciò non vuol dire che essi siano necessariamente preponderanti sui pregi. Ciò dipende in larga misura da quanto si apprezzano gli strategici e, sotto quest’ottica, il tentativo di avvicinare questo genere così ostico ai neofiti può far apprezzare Code Name S.T.E.A.M. molto di più ai non appassionati del genere che non a chi mangia pane e tattica: la curva di apprendimento è molto poco ripida e i picchi di difficoltà sono molti meno di quanti ci si potrebbe aspettare.

D’altra parte il titolo sa anche farsi apprezzare per lo stile accattivante (che non si vede poi così spesso) e per la cura che contraddistingue Intelligent System: l’interfaccia comandi è immediata e, per i possessori di 3DS, il secondo stick analogico deputato alla gestione dell’inquadratura è molto comodo (touch screen o pulsanti le alternative); l’effetto 3D restituisce un ottimo senso di profondità e non risulta fastidioso nemmeno col selettore al massimo; il fattore rigiocabilità è buono grazie alla possibilità di affrontare i livelli già completati con delle varianti, ad esempio con la resistenza dei nemici aumentata; l’idea dei punti vapore da utilizzare per muoversi, sparare e mettersi in guardia funziona bene e necessita di un’attenta gestione; la modalità multiplayer online rappresenta infine una divertente aggiunta che vi permette di sfidare i team di altri giocatori e aumenta la longevità del titolo (già comunque discreta, sulle 25 ore per terminare la campagna principale). Il supporto degli amiibo è poi un’aggiunta simpatica ma nulla più: utilizzando una delle statuine di Fire Emblem è possibile utilizzare il relativo personaggio nelle missioni. Tale personaggio resta però completamente avulso dalla trama di gioco non comparendo mai nelle cut scene e la sua presenza nel gioco finisce con l’apparire forzata.

code-name-steam-nintendon2
Ecco a voi la temibile “Bananapulta”. Alieni, non avete scampo!

Il giudizio su Code Name S.T.E.AM. è dunque ambivalente. Guardato nella prospettiva del suo genere di appartenenza è difficile esserne pienamente soddisfatti, soprattutto se si ha una certa dimestichezza con giochi di questo tipo: la esasperata semplificazione delle meccaniche priva il titolo di quel “giusto” livello di frustrazione che gli appassionati vanno ricercando in uno strategico a turni. D’altra parte i ragazzi di Intelligent System meritano comunque un plauso per il coraggio di aver proposto un approccio soft a un genere storicamente ostico e che la maggior parte di utenza è restia a provare. L’ibridazione con alcune meccaniche tipiche dei TPS ha il pregio di aver velocizzato e reso più frizzante il ritmo di gioco, ma ha anche irrimediabilmente snaturato molte delle peculiarità di uno strategico a turni. Se siete dei neofiti questo è certamente un buon punto di partenza per un primo approccio al genere; se invece avete già macinato ore e ore su Fire Emblem e Advance Wars sappiate che i fasti di questi due titoli sono, ahimè, molto molto lontani.

6.7

Potrebbero interessarti

Recensioni

Unicorn Overlord, una Vanillarecensione

Vanillaware sgancia la bomba e porta un gioco strategico di tutto rispetto nelle nostre mani Sono anni e anni che sentiamo parlare di Vanillaware, una

Recensioni

Persona 3 Portable, recensione di mezzanotte

Il terzo capitolo sbarca su Nintendo Switch con l’edizione più controversa Se Persona 4 Golden è stato il titolo dell’ascesa di Atlus nell’olimpo del genere

Persona 4 Golden
Guide

Persona 4 Golden, guida ai quiz in classe

Ecco una pratica e utile guida per districarci nel panorama scolastico Persona 4 Golden è un gioco già molto stratificato di suo, tra battaglie all’ultimo

Articoli

Le abilità di copia più forti di Kirby!

Riscopriamo l’arsenale della pallina rosa a pochi giorni di attesa da Return to Dream Land Deluxe Amiche e amici di NintendOn, buon San Valentino! In

Recensioni

Warp Drive, una recensione in 240p

Belli i giochi di corse, ma è meglio vedere dove si va Nel corso degli anni su Nintendo Switch sono arrivati praticamente tutti i generi

Recensioni

Circle of Sumo – Recensione

Yonder porta lo sport del sumo su Nintendo Switch, ma in un modo totalmente diverso da come potevamo immaginarlo. Circle of Sumo è una festa multiplayer!

Speciali

Fantastico Studio – Milan Games Week 2018

È tutto Fantastico La Milan Gamesweek è stata come al solito un grande momento di incontro tra ogni tipo di giocatori. Le cose da vedere

Recensioni

All-Star Fruit Racing – Recensione

Fruttariani, fatevi avanti! Da qualche anno a questa parte l’Italia ha iniziato a compiere i suoi primi passi nel mondo dell’intrattenimento videoludico. Sembra che il

Speciali

La mie paure per Metroid Prime 4

Attendo il nuovo Metroid Prime 4 con tutto me stesso. Ma gli ultimi giochi Nintendo, stanno facendo vacillare il mio entusiasmo. Perché?

Recensioni

Hey! PIKMIN – Recensione

Hey tu! Sì, parlo a te col fiore in testa! Hey Joe è un pezzo della tradizione americana portato alla ribalta dalla celeberrima versione di

Recensioni

Kirby’s Blowout Blast – Recensione

Una palletta rosa tra le parole Nintendo e 3DS! Kirby  si trova alla grande su Nintendo 3DS/2DS: quella che la sfera rosa di HAL Laboratory

Recensioni

I and Me – Recensione

Non un gatto, ma due. O è lo stesso? I and Me è un misto tra platform e puzzle game che più indie di così

Recensioni

Flip Wars – Recensione

Flippami e Switchami tutto! Nintendo Switch e multiplayer, un connubio perfetto fin dal primo video che ha presentato al mondo la console della casa giapponese