Sono passati quattro anni dall’uscita di La scatola delle fiabe: forme nascoste in prospettiva, un titolo destinato al DSiware (e un anno dopo all’eShop di 3DS) e sviluppato da Good-Feel Inc., team interno di Nintendo, che si è occupata, tra le altre cose, della serie Wario Ware. Era un puzzle game dove, all’interno di veri e propri diorama di carta, bisognava scovare i più svariati oggetti.
Chi ha apprezzato l’atmosfera di quel titolo così particolare probabilmente si troverà a suo agio con Tengami, titolo indie della NyamYam, software house composta da Ryo Agarie, Jennifer Schneidereit e Phil Tossell, ex-dipendenti Rare che, finiti i lavori per Kinect Sports, si sono lanciati nell’avventura, piena di rischi ma, immaginiamo, anche di soddisfazioni, della produzione in proprio e Tengami è infatti la loro prima fatica, uscita dapprima su iOs e in tempi più recenti su PC e Wii U.
Il mondo quindi è di carta. Anzi, è un Pop-Up book, di quelli che trovate nel reparto infanzia/narrativa per bambini della vostra libreria di fiducia, libri che di solito usano il pretesto della fiaba per stupirvi con elementi scenici che a volte sono prodigi di architettura, al soldo del sorriso dell’infante. Ecco, Tengami a darvi un input narrativo non ci prova neanche: il (poco) testo a schermo vi consiglierà come attivare elementi della pagina (e quindi del puzzle), almeno per le prime volte. Poco altro testo per gli indizi, da poter richiedere quando si brancola nel buio con il prosieguo del gioco, e per dei componimenti, in stile haiku, a fine livello.
Per il resto l’atmosfera è quella del Giappone feudale, per quanto rarefatta. Non troveremo infatti riferimenti storici, giusto l’abito del protagonista e qualche ideogramma basteranno a darci l’impressione di trovarci all’interno di una fiaba giapponese, ed è questo il piatto forte del titolo: l’estetica. Non c’è dubbio che il lavoro svolto dal talentuoso team di NyamYam sia pregevolissimo, al punto da suggestionarci e farci sentire dalle casse il profumo di carta – ma di quella buona – oltre che le musiche di David Wise, famoso per il suo lavoro sulla saga Country di Donkey Kong, che ci propone temi sicuramente non memorabili ma altrettanto sicuramente di atmosfera e adatti ai toni nipponici dell’ambientazione.
Il protagonista andrà dove noi gli indicheremo di andare, attraverso spazi suggestivi ma sostanzialmente vuoti e privi di elementi di gameplay. È una storia solitaria la sua, non avrà nessuno e nessuna ad attenderlo durante il suo tragitto, solo qualche puzzle, di difficoltà crescente e ben congegnati, seppur lontani dal proporre soluzioni fresche, figuriamoci innovative. Eppure vi farete prendere. Senza bagaglio culturale, con una meta conosciuta solo dal vostro alter-ego virtuale e quindi da voi ignorata, vi libererete dei vostri freni inibitori, vi farete incantare dall’onirico dopo aver accantonato il “È troppo facile, dai”.
Il problema è che quando questo avverrà sarà troppo tardi, perché il modus vivendi di Tengami è tanto nella bellezza disincantata quanto nella brevità. Probabilmente l’eredità da Apple store non gioca a favore, ma facciamo fatica a credere che anche quell’utenza sarà rimasta soddisfatta dalle ore di gioco impiegate, pardon, dall’ora di gioco impiegata. Su Wii U la musica è la stessa: dieci timbri da usare nel miiverse da cercare in giro per le location e fine delle aggiunte in esclusiva alla fiaba. Non è stato svolto nemmeno un lavoro supplementare di game design per allungare un po’ il sugo: non ci sono obiettivi secondari, né gallery da sbloccare, nessun extra che possa mitigare la scarsa longevità.
Vendere oggi Tengami è come presentarsi a I Re delle Grigliate e buttare solo verdure sulla brace per prendersi gli insulti di Chef Rubio, ovvero proporre un prodotto troppo inconsistente, non solo per la media dell’affollata scena indie, ma anche per quella più ristretta già presente sul Nintendo eShop. Non a caso abbiamo evitato di definire la fatica NyamYam un punta e clicca. Infatti, pur avendo tutti i crismi per poter rientrare nella categoria, in fondo bisogna puntare e cliccare per tutta l’avventura; non ha quella complessità che caratterizza le avventure grafiche, né classiche, né moderne. Piuttosto è meglio definire Tengami un puzzle new age, che a dispetto delle carenze e di un prezzo troppo elevato per quel che offre, almeno su Wii U, ci fa guardare in positivo per i prossimi lavori di NyamYam, perché Tengami e la sua poesia valgono il tempo speso, per quanto breve sia.