Non è sempre il lavoro migliore del mondo
Nell’ultimo podcast di Kiwi Talkz, Lawrence Schwedler, il compositore di Metroid Prime Hunters, ha rivelato che il suo lavoro in Nintendo ha anche portato ad alcuni dei momenti più stressanti della sua vita, dovuti principalmente dalle pressioni, delle aspettative e da altri fattori.
Schwedler ha trascorso più di 13 anni della sua carriera alla Nintendo Software Technology, un team di sviluppo di titoli first party della grande N con sede negli Stati Uniti, realizzando musica per giochi come Metroid Prime Hunters, Wave Race: Blue Storm, Pokémon Puzzle League e persino la serie Chibi Robo.
Dal modo in cui ho parlato della mia carriera in Nintendo sembra che sia stata entusiasmante e felice, quando in realtà è stato uno dei periodi più stressanti della mia vita, e non è stato tutto divertente, c’erano momenti in cui mi chiedevo: “Cosa ci faccio qui?”. Sono sicuro che avrai sentito parlare della sindrome dell’impostore, dove ti senti tipo: “Oh mio Dio, cosa ci faccio qui? Loro pensano che io sia qualcosa che non sono”. Quasi tutti gli artisti devono affrontarla. Dall’altra parte pensavo: “Non mi piace più questo lavoro, non c’è più sfida, stiamo solo facendo un altro sequel…”, e ti schiaffeggi perché ti rendi conto che se il te stesso di 20 anni fa ti sentisse ora, direbbe solo: “Ti porto fuori in giardino e ti sparo, perché hai il lavoro più bello del mondo”, ma non è sempre il lavoro migliore del mondo. Penso che sia un processo più organico e che dobbiamo continuare a lottare per ciò che amiamo, continuando a reinventarci e imparare cose nuove.
A dicembre, in un’intervista con Shinesparkers, Lawrence Schwedler aveva spiegato come sia stato stressante lavorare su titoli con una fanbase così ampia, rivelando anche che “ogni sviluppatore di giochi perde il sonno prima che il gioco venga rilasciato e si preoccupa su come il suo lavoro verrà accolto”. Inoltre, Schwedler aveva dichiarato che tutto sommato è stato un percorso divertente, dove ha lavorato “con un incredibile team di programmatori, designer e artisti”, molti dei quali conosce ancora oggi.
Cosa ne pensate delle dichiarazioni Lawrence Schwedler?