Sangue a fiumi e violenza gratuita, ma con uno stile ineguagliabile
Lo devo ammettere, prima del lancio improvviso su Nintendo Switch non avevo mai toccato un No More Heroes. Nel corso degli anni avevo sentito parlare spesso dei titoli di Suda51, di quanto fossero f olli e unici, colorati e malati.
Eppure fino al lancio di No More Heroes: Travis Strikes Again non avevo ancora avuto modo di interessarmi alla saga, o forse non avevo voglia di iniziare una nuova serie di videogiochi conscio del fatto che avrei potuto innamorarmene perdutamente.

E ora, soprattutto grazie al lancio così improvviso dei primi due No More Heroes su Nintendo Switch, la mia fame di nuovi giochi ha avuto la meglio e il mio dito è lentamente scivolato (e nemmeno così lentamente) sul tasto acquista, tra colleghi che mi urlavano “non li hai ancora giocati? Esci da questa redazione” e con le dita a formare una croce e il mio portafogli che chiedeva umilmente pietà.
Voglio più Travis nella mia vita
Sarete quindi felici di sentirmelo dire: No More Heroes mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno e temo che non riuscirò più a separarmene.
Sarà forse il mix di violenza praticamente gratuita contro i nemici più piccoli, sarà per l’incredibile carisma di Travis che sprizza da tutti i pixel della produzione, oppure forse per lo stile unico che caratterizza la componente grafica dell’opera di Suda51.

In questo gioco ho trovato praticamente solo cose belle, persino nelle missioni più noiose come quelle in cui si deve tagliare l’erba (da fare rigorosamente con i sensori di movimento dei Joy-Con) e raccogliere il cocco, sempre contornate da quell’aria di tamarria e strafottenza che è parte del personaggio di Travis.
L’open world (o meglio, quella specie di abbozzo di open world) è probabilmente la componente meno riuscita e noiosa di tutto il gioco. Sia ringraziato Suda51 che nel secondo capitolo ha deciso di eliminarlo in favore di una serie di menù molto più comodi e meno tediosi per noi giocatori. Ma posso perdonarglielo, posso far finta di non aver visto nulla.

Mettendo da parte la mappa esterna alle missioni, che non servirà ad altro se non a scorrazzare in giro a bordo di una moto tamarra come poche alla ricerca di nuove missioni, armi o vestiario, ciò che colpisce immediatamente è lo stile. Colori accesi ma non troppo appariscenti, contrasti tra chiari e scuri che danno uno spessore enorme ai modelli poligonali di nemici e ambienti e soprattutto scelte stilistiche nella rappresentazione dei nemici principali che è semplicemente da manuale.

In No More Heroes tutto è esagerato all’ennesima potenza. Non elimineremo semplicemente i nemici, ma armati della nostra Beam Katana li divideremo letteralmente in due in un ballo mortale di sangue e violenza. E i nemici principali, i nostri obbiettivi che dovremo sconfiggere per raggiungere la vetta della classifica dei migliori assassini del mondo, sono tutti personaggi tremendamente carismatici e unici, dotati di abilità e di armi semplicemente esagerate.
Insomma, l’esagerazione di ogni componente di gioco è il cuore pulsante dell’esperienza di No More Heroes. Ed è tremendamente fantastica.
A suon di Beam Katana
In un quadro dove l’esagerazione la fa da padrona, come chiudere finalmente il cerchio in bellezza se non con un combat system tanto folle quanto divertente?
Comandare Travis è un’esperienza unica, e tramite l’ausilio dei comandi di movimento il tutto diventa ancora più folle e divertente. Menare fendenti agitando il Joy-Con è la base del combattimento, ma il tutto si fa ancora più interessante nel momento in cui riusciremo a padroneggiare il combat system e a concatenare attacchi differenti (tra leggeri e pesanti) e colpi all’arma bianca, per dividere in due i nemici facendo schizzare sangue ovunque oppure abbattendoli con mosse degne del miglior incontro di Wrestling.

Come se tutto ciò non bastasse, ci pensa poi la psichedelica colonna sonora ad accompagnare la nostra avventura, con canzoni uniche in grado di tenere sempre alta la nostra concentrazione sull’azione in corso e di caricarci, allo stesso momento, di un’insaziabile voglia di violenza.
Fatevi un favore
Giocate No More Heroes. Amate, No More Heroes. Perchè è una serie che dimostra, ancora una volta, che anche la violenza fine a sé stessa in un videogioco può essere un modo per sfogare la tensione accumulata durante la giornata di vita reale.

Perché la qualità di un gioco come questo merita tutto il nostro supporto, merita di strapparci delle sane risate tra una gag e l’altra. E, oltretutto, supportando i due No More Heroes riusciremo a garantire un buon futuro per una saga che potrebbe avere ancora moltissimo da dire, a partire da quello che promette essere un esplosivo No More Heroes 3 in arrivo nel 2021 su Nintendo Switch.