Pianta il riso, coltiva il riso e ricomincia
Quando si dice colpo di fulmine.
Perché per tanti videogiocatori, basterà guardare il trailer di Sakuna: Of Rice and Ruin per innamorarsi in pochi istanti, grazie a un mix di ambientazioni evocativi nella mitologia del Sol Levante e una direzione artistica che ricorda gioielli di Vanillaware come Muramasa: The Demon Blade e Dragon’s Crown.
E sin dall’anteprima video, si capisce come il titolo abbia due anime distinte, quella di un titolo action 2D e un… farming simulator. Un connubio a prima vista strano, originale, perfettamente contestualizzato dal background della simpatica protagonista dell’avventura, la Dea Sakuna.
Che fare quando sei una giovane dea delle coltivazioni di riso annoiata e viziata? Passare le proprie giornate a sbronzarsi e abbandonarsi ai vizi potrebbe essere un’idea. Sakuna vive nella terra degli dei, pur avendo centinaia di anni si ritrova ancora nel corpo immortale di una ragazzina.
Un giorno come tanti, in preda ai fumi dell’alcool si imbatte in un gruppo di umani che sono riusciti a varcare il ponte che porta nella terra sacra, stremati dalla carestia e in cerca di cibo. Cinque sopravvissuti che si sono incontrati per caso: due adulti, Tauemon e Myrthe, e i giovani Yui, Kinta e Kaimaru, quest’ultimo poco più che in fasce e ancora incapace di parlare.
I cinque si introducono nel castello di Sakuna e dopo un avventuroso inseguimento, la giovane dea finisce per distruggere tutte le scorte di riso offerte dagli umani agli dei. Irritata, la dea suprema delle coltivazioni Kamuhitsuki punisce Sakuna, il suo fedele spirito guida Tama e gli invasori, spedendoli sull’Isola dei Demoni ad espiare la loro condanna.
Sakuna potrà fare ritorno nella terra degli dei solo dopo aver imparato a coltivare il riso, essere diventata forte e degna del suo status ed aver risolto i misteri dell’Isola dei Demoni, luogo misterioso e ostile dove i suoi genitori si conobbero e innamorarono…

Il vero protagonista di Sakuna: Of Rice and Ruin è il riso.
L’alimento base della cucina giapponese è la fonte dei poteri della giovane Dea e per rafforzarsi e diventare un’adulta, dovrà imparare a coltivarlo e lavorarlo a mano, anno dopo anno.
Nella casa in cui vivremo sull’Isola dei Demoni avremo a disposizione tutto il necessario per coltivarlo a mano, un’azione alla volta, a cominciare dalla risaia. Il terreno va battuto per renderlo soffice, i semi vanno piantati uno alla volta posizionandoli alla giusta distanza, il livello nell’acqua della risaia va controllato costantemente in base alla temperatura esterna per non rischiare di rovinare le fragili piante e le erbacce vanno estirpate per consentire al riso di crescere liberamente, giorno dopo giorno.
O per meglio dire, stagione dopo stagione, anno dopo anno.
A primavera avvengono semina e coltivazione, a fine estate il riso viene raccolto e fatto essiccare, prima di lavorarlo in tempo per l’arrivo dell’inverno. Il tempo scorre incessante dall’alba al tramonto, ogni stagione dura tre giorni e con la pratica e il passare degli anni, il numero di opzioni per la coltivazione aumenterà, rendendo più semplice il lavoro e garantendo un raccolto sempre più ricco. Le stagioni muteranno radicalmente i colori dell’ambiente circostante e le soddisfazioni aumenteranno man mano che diventeremo coltivatori sempre più esperti.

Sakuna, da dea pigra e viziata, diventerà la vera e propria responsabile della vita sull’Isola dei Demoni. Il riso coltivato, inizialmente ha la funzione di garantire la sopravvivenza del gruppo nell’isola ostile, ulteriori materiali per cucinare del cibo o creare equipaggiamenti possono essere ottenuti esplorando le zone dintorni della base sull’Isola.
Al termine di ogni coltivazione, i parametri di Sakuna aumenteranno, rendendola notevolmente più forte e permettendole di affrontare in maniera più agevole l’esplorazione dell’isola. Inoltre, a partire dal nostro materiale organico di scarto (o feci, che dir si voglia) possiamo creare il fertilizzante, mischiandolo con praticamente qualsiasi residuo biologico o minerale raccolto, per bonificare il terreno o favorire la crescita del riso.
La seconda anima di Sakuna: Of Rice and Ruin è quella di un action 2D.
Sfruttando l’estensione del suo scialle magico, la giovane dea è in grado di afferrare i nemici e portarsi alle loro spalle oppure aggrapparsi alle superfici per arrampicarsi o raggiungere nuove vette.
Sakuna può utilizzare due armi contemporaneamente, una a singola mano e una a due mani. Il numero di tecniche e azioni che può eseguire in battaglia è inizialmente limitato, ma aumenterà con la scoperta di nuove pergamene durante l’esplorazione o aumentando di livello.

Il titolo di Edelweiss riesce a distinguersi anche nel sistema di combattimento. Lo scialle è la chiave, oltre a permettere di aggirare i nemici può trasformarsi in un’arma devastante indebolendoli, stordendoli o lanciandoli gli uni contro gli altri. I demoni attaccano a orde e determinate aree richiedono di sconfiggerli tutti per poter procedere.
Alcune zone sono strutturate su più livelli, veri e propri dungeon in 2D, con temibili boss ad aspettarci al termine. I nemici sono abili nello sfruttare le tecniche di cui dispongono e sono in grado di rispondere agli attacchi, richiedendo una pratica sempre maggiore con lo scialle per aggirarli e neutralizzare i loro attacchi.

Sakuna si rigenera automaticamente dai danni subiti ma la sua resistenza ha un limite e una volta consumata, non guarirà dalle ferite subite. Per ristabilirsi, dovrà tornare a casa e consumare un pasto, recuperando le forze. La vita sull’Isola dei Demoni richiede di pianificare le proprie azioni giorno dopo giorno, scegliendo tra l’esplorazione e la coltivazione, tra procedere con la trama o diventare più forte, fino a diventare una vera Dea
.
In ogni momento possiamo scegliere come impiegare il tempo a disposizione, volendo potremo passare interi anni senza esplorare, limitandoci solo a coltivare e imparando a conoscere man mano i protagonisti della nostra nuova vita da esiliati.
Spesso, durante la cena, i sette racconteranno storie personali o si scambieranno informazioni, cimentando pian piano un vero e proprio rapporto familiare e sciogliendo anche il gelo apparente del carattere di Sakuna.

Ogni area ha diversi obiettivi da portare a termine prima di potersi definire esplorata, dal ritrovamento di un tesoro alla sconfitta di un boss, dalla raccolta di materiali all’esplorazione totale.
Alcune missioni di raccolta possono richiedere numerosi tentativi data la rarità di alcuni materiali e per le prime ore l’esplorazione e l’avanzamento della trama potrebbero risultare decisamente limitate.
Inoltre, è possibile esplorare anche durante la notte, ma è proprio col favore delle tenebre che i demoni mostrano la loro vera forza e ci troveremo di fronte a nemici di livello notevolmente superiore.
Avventurarsi di notte vuol dire però anche fare nuove scoperte e ammirare le zone da un diverso punto di vista.
Tecnicamente il lavoro svolto da Edelweiss è lodevole, il colpo di fulmine iniziale lascia spazio a incantevoli panorami e scelte cromatiche affascinanti, a fronte di una ripetitività della struttura delle zone bidimensionali, divise in macro-aree con biomi unici.
La cura per i dettagli è comunque notevole, ogni area è ricca di sfumature che arricchiscono lo schermo restituendo sempre un colpo d’occhio notevole, un piacevole contrasto con il grande numero di demoni che popolano l’isola. Tra petali di ciliegio e fiocchi di neve, cullati da un accompagnamento sonoro di ottima fattura che ricalca fedelmente la tradizione giapponese feudale.

Perché in fondo, ci troviamo in Giappone, nell’era degli Dei antichi.
In Sakuna: Of Rice and Ruin ascolteremo scopriremo tanti aneddoti sulla mitologia giapponese assieme alla protagonista, così ignorante sulle proprie origini, quasi umana. Ognuno dei protagonisti ha una personalità unica, impareremo a conoscerli giorno dopo giorno e ad affezionarci a loro, ognuno di loro ha tante storie da raccontare e un passato da scoprire.
Il ritmo e la doppia anima del titolo non sono ovviamente adatte a tutti i giocatori. Adattarsi a un ritmo di gioco e a un incedere lento della trama richiede pazienza e dedizione, così come è necessario un attento studio del combat system, poiché utilizzare tecniche a caso o sbagliare il lancio dello scialle rischia spesso di lasciare Sakuna scoperta agli attacchi avversari.
L’opera distribuita da Marvelous è uno dei titoli più originali dell’anno, sviluppato con una cura dei dettagli notevole e sicuramente in grado di regalare un’esperienza di gioco unica e intrigante.
Purtroppo, il titolo è interamente in lingua inglese e richiede una discreta conoscenza dell’idioma per apprezzarlo fino in fondo.

Sakuna: Of Rice and Ruin è un gioiellino, un titolo originale e fresco che ci trasformerà allo stesso tempo in abili coltivatori e fieri combattenti.
Non possiede l’immediatezza di Animal Crossing nella fase manageriale e non ha un combat system immediatamente accessibile come Ori o Hollow Knight nell’anima da action 2D.
Per entrambe richiede pazienza ma il tempo dedicato sarà ben speso, regalando grandissime soddisfazioni alla fine di ogni annata e deliziando dal punto di vista tecnico e della storia, lungo il tortuoso cammino per diventare una vera Dea.