Animal Crossing New Horizons dopo un mese: ancora bello?

Animal Crossing New Horizons dopo un mese: bello come pensavamo che fosse? In questo articolo diversi spunti e anche qualche critica

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Una riflessione a un mese dall’uscita

Ormai è passato un mesetto da quando Animal Crossing: New Horizons è entrato nelle nostre case, in un periodo in cui abbiamo bisogno per davvero di nuovi orizzonti verso cui guardare. Dopo tanto tempo speso per raccogliere fossili, catturare insetti e tanto altro, non posso far altro che annuire al voto sulla recensione di NintendOn: la possibilità di poter modellare l’isola a proprio piacimento aggiunge uno strato di profondità in più a quello che poteva sembrare un New Leaf+ on vacation.

Con il passare del tempo, stiamo assistendo a cose meravigliose, come il corridoio di latrine appena fuori l’aeroporto e la stanza della quarantena della città di Emil, oppure video pazzeschi in cui i verdi prati di Animal Crossing danno vita a mappe e situazioni di altre saghe, come quella di Mother o dei Pokémon classici. Mentre Mari è un panda vorace, che divora ogni minima info sulla serie, io ho preferito tenermi più all’oscuro, eccezion fatta per qualche trailer ufficiale. In Animal Crossing ogni piccola aggiunta diventa una grande aggiunta, e ogni piccola sottrazione diventa un macigno, per cui ho pensato di scrivere questo articolo in cui esprimo la mia meraviglia e anche qualche tocco di perplessità.

Il gioco è davvero vasto. Anche gli altri Animal Crossing erano “grossi”, ma i più malati di completismo non avevano una vita ardua, dovevano solo pazientare ed escogitare accordi su forum e social con stranieri per avere gli oggetti che nella propria nazione non erano disponibili, come ad esempio quelli a tema seven eleven, dedicati alla famosa catena giapponese (sì, Mari ha fatto anche questo).

In New Horizons invece non si vede una percentuale di completamento del catalogo perché è davvero immenso: sono tantissimi gli oggetti che cadono dai palloncini, dagli alberi, in vendita da Marco e Mirco e che vi verranno donati/venduti/scambiati dagli animaletti, certo, ma alcuni di questi oggetti sono anche disponibili in diverse colorazioni o materiali. Infine, la possibilità di craftare altri oggetti aggiunge ulteriore stratificazione, e anche in questo caso è possibile personalizzare alcuni oggetti (soprattutto quelli più comuni) con un apposito kit (che costa un occhio), e ottenerne variazioni non solo di colori, ma anche di disegni (e alcune volte è persino possibile applicare un modello personale). Questa è una cosa sbalorditiva e niente da dire.

E figurati io, che posso giocare solo quando Mari dorme!

La quantità di animaletti è aumentata, passando da 333 di New Leaf a 402. Alcuni animaletti ho già potuto apprezzarli in Pocket Camp (sì, ci gioco ancora). Altri li ho già potuti disprezzare, sempre in Pocket Camp. Anche in questo caso, si tratta di una miglioria enorme, non tanto per i quasi 70 animali nuovi, ma per l’incremento importante nelle battute di dialogo, nei comportamenti e nelle abitudini, la routine insomma.

Chiaramente si assiste spesso alla ripetizione di qualche battuta, ma c’è sempre qualche cosa di nuovo da notare. Gli animaletti adesso fanno ginnastica, yoga, si siedono all’ombra di un albero, pescano, cacciano insetti, dialogano tra loro sfociando in grosse risa, o liti. Alcune di queste cose le facevano già, altre sono state migliorate, e su Nintendo Switch gli abitanti sono ancora più realistici e teneri, con il manto reso in maniera davvero ammaliante.

Cioé ma che storia ti fai?

Questi animaletti possono avere 8 tipi di carattere, e quando potrete dargli un oggetto, sarà gradito più o meno, a seconda che sia correlato. Cocca, che è un campagnola, non se ne fa nulla di una sacca da boxe per allenarsi, ma è stata apprezzata molto da Cornelio. In ogni caso Cocca ha ringraziato e si è intascata l’oggetto, senza esporlo in casa come a volte succede. Da segnalare che ho provato a regalare a Gelinda un copertone e l’ha rifiutato sdegnata, ditemi voi se è educazione questa.

Con così tanti oggetti e così tanti personaggi, si è sempre curiosi di vedere le azioni associate, e così si può rimanere delusi quando si capisce che il cavallo a dondolo non si può realmente utilizzare, al massimo lo tocchi e dondola, altri oggetti invece hanno un’animazione più complessa associata: abbiamo visto Cornelio aprire una fontanella, bere un sorso e richiuderla. Certo, a volte è un vero peccato perché ci si aspetta sempre qualcosa, ma bisogna anche tenere in considerazione che dei giapponesi saranno morti sotto estenuanti periodi di crunch time solo per farci felici (e non perdere il lavoro), quindi non lamentiamoci.

Chissà se i dipendenti Nintendo hanno un Nook Phone

Una cosa curiosa è avvenuta con la casa. Nel senso che ormai ho pagato tutti i mutui e lo spazio interno della casa è stato modificato in maniera un po’ strana. Mentre prima si poteva avere 4 stanze al piano terra, una stanza al primo piano e una cantina, tutte di uguali misure, e spaziose (a meno che la memoria non mi stia facendo scherzi), in New Horizons, la stanza più grande è quella al primo piano. Entrando in casa, invece, ci accoglie una stanza grande abbastanza, collegata a tre stanze davvero piccole rispetto a quanto eravamo abituati, e la cantina non è grande quanto la stanza al primo piano.

Con così tanti complementi da arredamento da collezionare è davvero stranissimo avere tre stanze così piccole. Certo, magari così è più realistico, o per meglio dire, più vicino a una situazione da vita vera, ma andiamo! Vogliamo più spazio, vogliamo più cose! Il realismo poi sbatte il muso con uno sgabuzzino che esiste, ha veramente tantissimo spazio, ma non è “fisico”, nel senso che si tratta di un menù accessibile con la pressione di un tasto e non c’è una stanza che contenga queste cose. Quindi non si capisce se abbiano voluto dare un’impressione di realismo per la forma delle stanze, ma poi si siano inventati (per fortuna, aggiungo!) questo spazio astrale in cui riporre oggetti che non si capisce dove sia situato.

Voglio la montatura Pixel nella vita reale!

Tocco geniale per quel che riguarda gli armadi e gli specchi, che non sono la stessa cosa dello sgabuzzino, ma che riprendono la parte dello sgabuzzino dedicata al vestiario, e offrono un’anteprima di come apparirà il personaggio una volta vestito. Abbastanza inspiegabilmente, lo sgabuzzino non può ospitare schemi e rape, e piante/alberi interi (che ok, nella realtà nessuno mette un albero in un armadio ma se è per questo nemmeno una piscina, e ce l’ho). La domenica così, dopo aver comprato le rape da Brunella (la dolcissima e mocciosissima nipotina che sostituisce la nonna Nella nella vendita delle rape), sono costretto a spargere rape dentro le stanze (con il risultato che ancora non ho arredato granché, e l’ABC mi manda lettere minatorie) o ancora peggio, fuori, per terra, così ancora il villaggio non ha ottenuto la valutazione di 5 stelle perché c’è troppa roba in giro.

Questa cosa che poi non posso sistemare gli schemi (da imparare per craftare gli oggetti) da qualche parte è davvero ridicola: sono delle semplici carte, davvero non potevano pensare a un album raccoglitore dove piazzarli a mo’ di carte di Pokémon TCG? Capisco che la gente tenderebbe a comprare quantitativi di rape insensati per arricchirsi e sveltire la solvenza dei debiti, ma davvero non potevano pensare a un terrapieno con spazio ristretto adatto all’uso?

Manco un album di figurine

Una gravissima mancanza poi, è la mancanza delle opere d’arte destinata al museo, con sala espositiva annessa. Il dubbio che alcune parti di gioco siano state volontariamente messe da parte per poi venire integrate con aggiornamenti gratuiti (SI SPERA), viene. Soprattutto perché in rete qualche giocatore ha postato screen in cui gli animaletti fanno riferimento proprio alle opere d’arte e a Bartolo. Con il passare dei giorni è evidente che i personaggi speciali più o meno arriveranno tutti: abbiamo visto transitare nel nostro villaggio Bice, Sciuscià, K.K. e Sahara.

E al posto di Castore e di Gustavo, che diventavano subito noiosi coi loro tornei, abbiamo Castorino e Ivano, che oltre ai tornei, vi sottopongono a prove più varie. Siamo ancora in attesa di scoprire che fine abbiano fatto Resetti (sì, ok, la musichetta dell’elisoccorso è il suo tema ma nessuno lo ha ancora visto), Girolamo, Tortimer e soprattutto Strizzo, uno dei personaggi più amati da Mari che teme per la sua salute, dato che il suo compito, quello di insegnare le emozioni, stavolta viene gestito dai comuni animaletti.

Prenditi una cascata di tarantole e coprimi di stelline!

Parliamo adesso dei Dodo, o meglio delle isole da visitare. Se per quel che riguarda l’online c’è poco da segnalare, se non i soliti anacronismi Nintendo (assenza di chat in real-time, dover ricorrere all’app da smartphone, scenette per nascondere i tempi tecnici di attesa server troppo lunghi), un piccolo appunto lo si può segnalare per quel che riguarda l’isola random da visitare offline. Se non sapere su quale isola si verrà trasportati è una scocciatura che però almeno mantiene il brivido della scoperta, non si capisce perché se il villaggio ha già raggiunto la capienza massima di animaletti ospitabili (ovvero dieci), sull’isola non ne compaiano più.

Capisco l’impossibilità di poterli invitare nella propria isola, ma almeno incontrarli, perché no? Soprattutto perché se ne invito uno con la carta amiibo, appena si convincerà (non basta una sola volta) a venire, lo farà a discapito di un povero animaletto, che verrà cacciato senza nemmeno una cartolina di arrivederci e grazie. Se non posso più incontrare animaletti, e il villaggio è già pieno, come incontrare quelli nuovi? Devo per forza cacciarne uno e lasciare lo spazio sfitto?

Un’isola piena di fiori ibridi? FANTASTICO! Beh, la prima volta…

E ormai dovreste avere fradicio in testa la più grossa pecca del gioco: una sola isola a console. Non sarebbe nemmeno una cosa assurda, anzi è bello che due giocatori possano abitare nella stessa isola, ma innanzitutto non dovrebbero essere costretti, e in secundis il secondo giocatore non dovrebbe avere meno possibilità del primo. Infatti, se gli avanzamenti personali sono identici per entrambi i giocatori, quelli legati allo sviluppo della città sono affidati solo al giocatore principale.

Non ho finora parlato delle miglia Nook, un sistema di achievement che vorrei vedere in tutti i giochi, e della possibilità di arredare l’esterno dell’isola, che è la più grossa aggiunta insieme a quelle di terraforming e crafting, ma non penso ce ne sia bisogno. Insomma, se questa isolaccia (cit. Rapput, Claudio Bisio) è un bellissimo posto in cui trascorrere il proprio tempo libero, a volte si impreca per sciocchezze. Ad esempio può capitare di voler spostare una casa di pochissimo e pagare, oppure si sposta il museo in una zona più elevata, si costruisce una rampa per accedervi, ma questa rampa non è perfettamente allineata alla porta del museo. Nintendo sa fare tante cose, ma con la geometria ha ancora qualche problema. La cosa però che è sempre bella di Animal Crossing, è che si tratta di un’avventura a lungo termine, e questa nuova iterazione ha tantissimi dettagli insignificanti, ma che lo rendono ricco come poche altre produzioni.

Con la possibilità di cambiare il soprannome, non potevo scegliere meglio

Ad esempio, se si cammina con l’annaffiatoio, si sentono effetti sonori che riproducono coerentemente lo sbattere dell’acqua dentro l’oggetto, i vari tipi di scarpa hanno suoni diversi (e così i terreni e i pavimenti), se piove e sei dentro casa te ne accorgi dalla finestra, le ombre sono più corte o più lunghe durante il giorno, le nuvole proiettano ombre sul terreno e le tarantole sono pelosissime e fanno tanto schifo. Si può migliorare? Sempre.

Sarebbe bello infatti avere una barra per la durata degli attrezzi, in maniera da non trovarsi sprovvisti, si può arredare la stanza comodamente grazie a una sorta di editor, ma non gli esterni. Ma forse nessuna miglioria può essere equiparata agli aggiornamenti. Se Nintendo riuscisse a tenere viva l’attenzione su Animal Crossing: New Horizons con aggiornamenti, magari nemmeno così tanto ricchi di contenuti, ma costanti, come successo con Splatoon, non avremmo davvero nulla di cui lamentarci.

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