Speriamo abbia vinto almeno
Brett Belsky, ex-insegnante di ginnastica della scuola di Kensington, è stato licenziato per aver giocato una partita a Fortnite da venti minuti con due suoi studenti, particolarmente bisognosi di incentivi allo studio. Il fatto è successo alla fine di marzo, dopo che l’adesso disoccupato Brett aveva scritto il suo nickname “TheBelsky” sulla lavagna, promettendo ai suoi studenti una sfida al famoso eSport, se fossero riusciti ad alzare la media dei voti.
Dato che l’iniziativa ha riscosso l’esito sperato, l’ex-docente ha mantenuto la promessa, giocando una partita da venti minuti con due suoi alunni di 12 e 11 anni. Quest’ultimo avrebbe riferito il particolare metodo di insegnamento del professore al padre, che avrebbe poi segnalato la cosa al direttore della scuola, che ha sospeso il povero Brett, in attesa dell’intervento del dipartimento dell’istruzione, che non ha tardato ad arrivare: licenziamento in tronco. Infatti, è considerato un comportamento eccessivo mettersi in contatto con studenti al di fuori della scuola, per attività extra-didattiche.
A mio parere, se i fatti sono questi senza ulteriori dettagli che compromettano la situazione (dato che abbiamo sentito solo “la campana” del professore), c’è una lettura eccessiva da parte delle istituzioni. Se paragono questa situazione ad altre che ho vissuto durante le scuole medie, potrei portare almeno una ventina di casi limite che avrebbero potuto sfociare in una sentenza simile da parte del nostro ministero dell’istruzione, se applicata la stessa rigidità. Ma è altrettanto vero che un po’ di ingenuità ci sia stata: sebbene Brett Belsky abbia avvertito gli studenti che avrebbero dovuto avere l’approvazione dei genitori, lo stesso non si è consultato con il preside per avere un nullaosta all’iniziativa, senza contare che “adulto gioca con due minorenni a famoso gioco online” non è mai una bella presentazione sui giornali, a prescindere dall’insegnamento.
Probabilmente è anche un problema geografico: io che sto in Sicilia ho visto insegnanti di Educazione Fisica fare di tutto oltre che insegnare, sarà per l’abitudine italiana a sottovalutare materie che non si apprendono seduti ai banchi. Ma davvero, se a questo lo hanno licenziato per venti minuti di partita a Fortnite, al mio professore di Educazione Tecnica che si sedeva alla cattedra, si apriva il giornale e diceva “fate quello che volete”, o a uno dei miei insegnanti di Educazione Fisica, che ci ha portato in spiaggia e ha uscito la chitarra intonando canti goliardici, cosa avrebbero dovuto dare? L’ergastolo? In ogni caso la cosa non è finita qui, perché Brett Belsky farà ricorso, portando il caso in aula di tribunale, al fine di riavere la cattedra e il rimborso delle spese legali. Se vivessimo in un mondo più leggero e divertente il giudice direbbe al preside e al professore: “giocatevela a Fortnite“!