L’E3 è morto! Viva l’E3!

L'E3 è morto! Viva l'E3
L'E3 è morto! Viva l'E3! Nintendo ha appena annunciato che l'E3 2016 sarà davvero solo all'insegna di The Legend of Zelda! Disperazione!

Condividi l'articolo

La notizia sulle bocche di tutti i Nintendari in questi giorni è che la nostra azienda preferita aprirà le danze dell’Electronic Entertainment Expo con un bello streaming di The Legend of Zelda condotto dai ragazzi della Treehouse. L’orario coincide con quello che di solito era occupato da una conferenza e/o dal Nintendo Digital Event.

L’E3 è morto.

The Legend of Zelda E3 2016
Femme fatale?

È un paio di mesi che alcune tra le più grandi, e importanti, major videoludiche hanno deciso di abbandonare la nave e lasciar affondare l’E3: prima Electronic Arts, che si appresta comunque ad annunciare nella giornata di oggi un nuovo capitolo di Battlefield, decide di tenere un’evento tutto suo aperto al pubblico, sempre a Los Angeles, poi Activision che dà in pasto alla folla il classico trailer di maggio della nuova iterazione di Call of Duty che sarà presentata ufficialmente alla conferenza PlayStation e oggi, ovviamente, Nintendo.

La Grande N sfrutterà la fiera per mostrare al mondo l’ultima perla per Wii U, nonché la prima per NX, in tutto il suo (presunto?) splendore, ore e ore di live streaming, show floor pieno di demo station e sculture di poliestere dedicate al mondo di Hyrule. Nient’altro.

Good old days
Good old days

Ma cos’è l’E3? È il luogo dove i sogni diventano realtà? Tutti ci ricordiamo le grandi ed enormi conferenze degli anni passati sia da parte di Nintendo, prima che subentrassero i Nintendo Direct, che dagli altri, ma la realtà è che oggi tutto questo sta venendo a mancare.

Ma non è la prima volta.

Qualcuno si ricorda dell’E3 che viene cancellato nel 2006? Io non lo ricordavo. Qualcuno si ricorda che l’E3 in pompa magna ritorna soltanto nel 2009 a creare l’industria dell’hype e del celodurismo più sfrenato e più forte di prima?

Quell’epoca sembra finita (per fortuna?).

Sembra finita perché l’E3 sembra mostrare quello che i videogiochi stanno diventando in maniera più cristallina che mai: la fiera che si svolge ogni anno in quel di Los Angeles è un “trade show”, è una fiera per addetti ai lavori che si recano nella baia degli angeli e decidono quali saranno secondo loro i prodotti di successo nel mercato retail nel medio termine.

Nel momento in cui i videogiochi cessano di essere un prodotto retail e iniziano a essere prima un prodotto digitale, che se ne infischia delle logiche del mercato retail, e poi un servizio, l’E3 muore perché non ha più senso di esistere.

Il futuro
Il futuro

Mi permetto di citare direttamente Chris Kohler di Wired, nonché scrittore di Power up, opera immancabile sugli scaffali di ogni buon videogiocatore:

Se sei Activision, un disco in una scatola potrebbe ancora rappresentare una parte significativa del tuo business, ma sta sprofondando. Continui a mettere sugli scaffali un po’ di nuovo prodotti scatolati ogni anno, poi continui a supportare quei prodotti con dei contenuti scaricabili o con delle sottoscrizioni nel corso dell’anno. Vuoi che i fan spargano la voce che gli update stanno arrivando, ma l’E3 non raggiunge direttamente i fan. Se non funziona per Wargaming (una delle aziende che ha capito per prima la trasformazione in atto nel mondo dei videogiochi), significa che non è più il modello giusto per nessuno

Non ha più senso, per nessuno, se non per i fan che si divertono a fare la guerra per vedere chi butta più soldi dalla finestra nel fare delle noiosissime presentazioni su un palco, l’E3 come lo abbiamo conosciuto. Non ha più senso concentrare un quantitativo infinito di annunci tutti insieme in una sola settimana.

L’industria sta cambiando, Nintendo lo ha capito, e ha già iniziato ad attrezzarsi per sfuggire alle logiche che ancora qualcuno ha deciso di seguire: a qualcuno piace, a qualcuno no, ma d’altronde è così.

O forse no?

Grazie a @RostiNeoGAF
Grazie a @RostiNeoGAF

C’è una luce in fondo al tunnel e quella luce si chiama settantaseiesimo meeting annuale degli azionisti del 29 giugno 2016.

Potrebbero interessarti