Il cambio di un Presidente è sempre un momento di grande riflessione per un’azienda, in particolar modo se avviene non per delle dimissioni come è successo per Nintendo. Ci si ritrova a riflettere su cosa è stato fatto, che impronta dare all’azienda e come proseguire per il futuro, ma soprattutto si pensa ad una nuova persona che dovrà sobbarcarsi il peso di dirigere l’azienda.
Nintendo, e parliamo ovviamente di Giappone, ha un consiglio di amministrazione, una board of directors, decisamente variegata, nella quale sicuramente si è discusso, assieme a Satoru Iwata, quale dovesse essere il futuro Presidente di Nintendo, perché difficilmente un’azienda simile viene colta impreparata da avvenimenti di questa portata.
In questo articolo verranno passati in rassegna i principali candidati alla presidenza, con motivazioni per cui potrebbero aspirare alla poltrona più alta di Nintendo e quale filosofia ci potremmo trovare davanti.
All’età di 62 anni il game designer più prolifico di sempre è certamente il “candidato del popolo”, amato da tutti, rispettato da tutti, senza dubbio porterebbe una visione bonaria come Presidente, riuscendo a mantenere rapporti con personalità importanti come Sakurai, Itoi e Kamiya, ad esempio, magari facendosi promotore per accordi terze parti. Ciò che sicuramente manca a Miyamoto sono le capacità imprenditoriali e probabilmente quel guizzo di novità che alla sua età è davvero esagerato chiedergli. Con l’estremo rispetto che si ha nei suoi confronti, non sarebbe certamente un Presidente capace dal punto di vista manageriale, finanziario e probabilmente anche di innovazione, mentre conservare un ruolo di supervisione gli permette di restare maggiormente vicino al suo ambiente naturale: il game design.
Volto noto a noi europei per i grandissimi successi in termini di localizzazione di giochi di grande caratura come Xenoblade Chronicles, è un candidato che senz’altro proseguirebbe il lavoro già intrapreso da Iwata. Certamente la sede europea si ritroverebbe scoperta di un uomo di grande valore, e a 52 anni sarebbe ancora sufficientemente giovane per guidare l’azienda, e sicuramente ha le capacità manageriali, ma il perseguire a menadito i progetti di Iwata lo renderebbe un presidente ombra.
Personalità conosciuta da chi segue lo sviluppo hardware di Nintendo, padre del progetto Wii, i salvataggi di Zelda su NES e non solo, all’età di 66 anni è certamente un nome che Nintendo prende in grande considerazione, ma è senza dubbio avanti con l’età per prendere in mano le redini di un’azienda che si appresta a grandi cambiamenti come il lancio di un nuovo sistema di gaming, giochi mobile e molto altro. Sicuramente terrebbe molto da conto le sue radici ingegneristiche, ma come filosofia gaming è in linea alla durezza yamauchiana, pur credendo fortemente nell’hardware ottimizzato e venduto con l’elemento sorpresa (wiimote, gamepad).
Sviluppatore importante per Nintendo, recentemente si è fatto notare all’E3 2015 per essere quello “in mezzo ai big” nella foto dei Nintendo World Championship tra Reggie, Miyamoto, Eguchi e Tezuka. All’età di 52 anni è un candidato fin troppo simile a Miyamoto, senza il suo carisma e riconoscimento, difficile prenda la posizione della presidenza visto anche il suo curriculum con esperienza solo in ambito di game design.
Per un Presidente capace di risanare i conti, magari capace di compiere scelte decise e talvolta impopolari ma mirate al profitto dell’azienda, Shigeyuki Takahashi è senza dubbio la scelta migliore vista la sua esperienza finanziaria, ma l’età non aiuta, poiché potrebbe essere una presidenza breve dall’alto dei suoi 61 anni. Sicuramente ci ritroveremmo un Presidente che ascolterebbe moltissimo gli investitori.
Con un consiglio d’amministrazione rimanente decisamente meno rilevante, le persone che entrano in gioco sono le cosiddette wildcard, ovvero nomi che per svariati motivi potrebbero salire alla presidenza esattamente come Iwata, quasi un esterno di Nintendo, venne scelto da Yamauchi.
Dopo aver escluso personalità di design come Sakurai, Eguchi, Koizumi, Aonuma e Tezuka, le wildcard sono senza dubbio:
Morimoto: giovane, ma non troppo, esperienza in comunicazione e marketing, pupillo di Iwata nei recenti Direct e suo fidato braccio destro per le PR Communications.
Katsuhito Yamauchi: riprendere il filone della dinastia non è escluso, anche se sappiamo che ormai la famiglia è poco interessata all’azienda, anche se Katsuhito detiene l’1.98% di azioni, che lo rendono l’azionista di maggioranza come persona singola.
Cordata di banche: uno scenario che non piacerebbe certamente ai fan, ma la Banca di Kyoto, la State Street Bank and Trust Company e la JP Morgan Chase Bank sono i primi tre azionisti di Nintendo, con una percentuale d’azienda del 24.69%, abbastanza per poter dirigere l’azienda mettendo a disposizione capitali per investimenti, ma qualcuno penserà ai giochi?
C’è sempre un insospettabile che Nintendo potrebbe aver tenuto nascosto, che sogniamo un po’ come il Presidente perfetto che ognuno di noi vorrebbe, capace di rilanciare l’azienda con idee nuove, coraggiose, fresche e capaci di mantenere comunque l’integrità aziendale; magari è uno dei nomi qui sopra, magari no. Ciò che possiamo augurarci è che diventi Presidente qualcuno che sappia traghettare l’azienda al meglio finanziariamente, con gli sviluppatori interni ed esterni, facendo attenzione alle esigenze dei giocatori che sebbene fedeli e comprensivi sono comunque esigenti perché il desiderio comune di vedere Nintendo giustamente competitiva sarebbe un bene per tutti.