MARIO KART SUPER CIRCUIT – GBA – 2001
a cura di Alessandro “Vampirolol” Molinari
Il terzo capitolo della serie Mario Kart uscì nel 2001 su Gameboy Advance e fu il primo episodio esclusivamente per console portatili. Unico Mario Kart sviluppato dai mitici Intelligent Systems, Super Circuit tornò alle origini del primo capitolo su SNES con una grafica 2D ed elementi di gameplay reinventati, aggiungendo inoltre diverse idee presenti in Mario Kart 64.
Nonostante il successo di critica e le ottime vendite, si tende spesso ad ignorare questo gioco per il suo look semplice e la somiglianza a Super Mario Kart, eppure molti appassionati sostengono che Mario Kart: Super Circuit sia non solo il più ricco di piste, ma anche il più tecnico della serie, un cult invecchiato benissimo. Il comparto grafico ai tempi mi lasciò a bocca aperta, con piste vive, colorate e personaggi figli di render 3D (come accadeva in Donkey Kong Country, per intenderci), roba che faceva sembrare il GBA un mostro di potenza col quale vantarsi tra gli amici! Ma la vera forza del gioco è proprio il gameplay, con piste più vicine a giochi di corse che a party games, un sapiente utilizzo di IA, distribuzione di monete maniacale, miniturbo a gogo e un algoritmo in grado di rendere gli oggetti divertenti da utilizzare ma mai ingiusti.
Chi abiterà in quella capanna lontana?
A parte che da bambino passai più ore nell’universo di Super Circuit che in quello in cui viviamo, per me ogni pretesto è buono per parlare di questo capolavoro. Le 20 piste originali sono una più bella dell’altra, ovviamente mi preme citarvi le mie preferite: Cheese Land è una pista al formaggio con tanto di topini usciti da Yoshi’s Island, Ribbon Road è il mondo dei balocchi in grado di esaltare le capacità di guida di un esperto, Lakeside Park e Sunset Wilds non sono solo spettacolari ma danno un senso di progressione cambiando aspetto e pericoli ad ogni giro. La migliore di tutte però è ancora Sky Garden: atmosfera fiabesca in stile “fagiolo magico”, musica indimenticabile (già, tutte le musiche erano fantastiche) e level design perfetto. Niente muri, ogni errore potrebbe finire in una pericolosa caduta, soltanto un po’ di terriccio vischioso per dare il giusto margine di errore ai piloti meno esperti; tante scorciatoie ben nascoste, pericolose al punto giusto ed infine una distribuzione delle monete molto tattica. Quando poi sbloccai le 20 piste di Super Mario Kart il gioco cambiò prospettiva, offrendo una guida così rapida e precisa in piste molto meno scorrevoli, aggiungendo quindi un elemento di difficoltà che purtroppo mi impedì di studiare Storia, Matematica e Italiano per molto tempo. Ma chissenefrega, l’importante era passare le ore col mio migliore amico Yoshi, perché tra gli 8 personaggi giocabili non solo era il più simpatico, ma con leggerezza riusciva a passare sui terreni più scivolosi senza rallentare troppo. Sapete quanti gusci blu hanno colpito il mio Yoshi dopo centinaia di ore in prima posizione? Due o tre. Certo, di mazzate ne ha prese tra gusci, fulmini e Boo che rubavano gli oggetti ma in Super Circuit non c’è spazio per l’ingiustizia, sapersi difendere è un’arte che parte dal tenersi la banana dietro (sì, suona male) allo sparare gusci rossi alle proprie spalle mantenendone la proprietà inseguitrice (sì, suona bene). Purtroppo questo elemento tattico si è perso negli altri giochi della serie, oggi i gusci rossi se sparati all’indietro seguono una traiettoria diritta, ma c’è un’altra cosa che mi manca moltissimo: il fischietto, che consisteva nel premere B al momento giusto subito dopo uno scivolone per riprendersi senza perdere velocità, rendendo quindi pozzanghere, macchie d’olio, ostacoli e banane molto meno pericolosi.
I bellissimi artwork delle piste, ognuno racconta una storia.
Ho tanti ricordi legati a questo gioco, dall’intro con la bandiera svolazzante che mostravo a tutti per la grafica incredibile, alla gioia nello scoprire che la schermata iniziale col cielo azzurro diventava un tramonto ed infine un cielo stellato in base ai risultati ottenuti. Ricordo bene quando scoprii che oltre alle 20 piste normali c’erano anche 20 piste della versione SNES! Ero in bagno e avevo finito di fare il bisognino, ovviamente portavo sempre il GBA con me e così il mio sguardo cadde sulla scritta “Press L/R” lampeggiante che non avevo mai notato prima: una volta premuti i tasti i simboli delle coppe si girarono e vidi che ero soltanto a metà del gioco, fui così contento della scoperta che dimenticai di uscire dal bagno e continuai a giocare per un’ora e mezza, seduto sul water, in preda all’euforia! A volte quando giocavo immaginavo le voci dei commentatori, come se la gara fosse vera, che parlavano di me e Yoshi ed i nostri incredibili risultati, arrivai perfino a lasciare che i nemici completassero un giro prima di partire, battendoli lo stesso sul traguardo. Comprai anche il cavo link per giocare in multiplayer, perché si poteva giocare in 2 anche con una sola scheda di gioco, e col vicino di casa macinammo ore a divertirci. Poi passarono gli anni, arrivarono altri Mario Kart e nuove console.
Circa un anno e mezzo fa sono finito in ospedale e avevo il mio 3DS a farmi compagnia, diedi un’occhiata ai titoli che avevo riscosso grazie al programma “Ambasciatori” e mi venne una forte nostalgia vedendo l’icona di Mario Kart: Super Circuit. Con quella timidezza che si prova rivedendo un vecchio amico che conosce tutto di te, feci partire il gioco. Yoshi era lì ad aspettarmi, con il kart acceso e quell’aria spensierata, così ricominciai a giocare e in pochi minuti ripresi confidenza con il bellissimo sistema di controllo; per un attimo immaginai i commentatori che esultavano per il ritorno della coppia che aveva fatto impazzire il Regno dei Funghi anni prima. Da allora continuo a riprendere in mano il gioco, perché come con tutti i capolavori Nintendo non si tratta solo di nostalgia ma di gameplay immortale, divertimento senza età.
Fine prima parte