Sonic X Shadow Generations – Recensione tra luce e ombra

Sonic torna con una buona remastered, impreziosita da una inedita e ottima avventura di Shadow: ecco la recensione di Sonic X Shadow Generations.

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Genere: Platform
Multiplayer: Classifiche online
Lingua/e: Testi e doppiaggio in italiano

Quando si parla di Sonic è ormai diffuso, più o meno giustamente, il pensiero che l’esperienza in due dimensioni dei vecchi giochi non sia mai stata raggiunta dai capitoli in 3D, sia come gameplay che come qualità in sé. Fino a qualche tempo fa la cosa era assolutamente condivisibile, ma dall’uscita di Sonic Unleashed e l’aggiunta delle sessioni 2.5D, le cose sono cambiate, e in meglio.

Sonic ha visto una rinascita, consolidata con il celebrativo e, diciamocelo, furbetto “Sonic Generations” in cui, prendendo vecchi livelli da vari giochi del brand e mettendoci nei panni anche di Classic Sonic, si univa il meglio di quanto fatto dal 1991 in poi per creare uno dei migliori capitoli in tre dimensioni del riccio blu. Mossa ancora più furbetta, quindi, è stata quella di SEGA di riproporre, dopo 13 anni, lo stesso gioco leggermente migliorato ma con un’aggiunta di gran spessore: una storia totalmente incentrata su Shadow, regalando al pubblico quindi Sonic X Shadow Generations.

Un fermo immagine storico

Il gioco celebra quindi nuovamente il passato di Sonic con omaggi ben piazzati, ma lo fa arricchendolo di una nuova avventura che valorizza il suo rivale rosso-nero, un personaggio che i fan hanno desiderato rivedere giocabile e che non aveva una sua avventura dedicata dall’unico gioco che l’ha visto protagonista nel 2005: Shadow the Hedgehog, appunto. Un’operazione che, per quanto mi riguarda, è riuscita alla grande, ma con qualche riserva per l’avventura originale di Sonic.

Così come il gioco, che propone a schermata iniziale di poter scegliere se giocare l’avventura di Sonic o cimentarsi subito con quella di Shadow, anche questa recensione sarà divisa per avventura: analizzerò prima la qualità di rimasterizzazione di Sonic Generations, e poi parlerò del vero pezzo forte del gioco, ovvero Shadow Generations.

Squadra che vince non si cambia

Sonic Generations si presenta come una remaster che esalta il titolo originale del 2011 grazie a una serie di aggiornamenti grafici e tecnici. Su Nintendo Switch, in docked, il gioco raggiunge i 1080p e 30fps quasi sempre stabili: certo, in un gioco veloce come questo i 60fps farebbero comodo, ma vi assicuro che dopo un inizio un po’ tentennante, ci si abitua presto e il gioco scorre (è proprio il caso di dirlo) senza intoppi.

Il caro, vecchio Green Hill

Le migliorie però non riguardano solo il comparto tecnico, ma abbiamo anche delle piccole aggiunte che rendono il titolo più longevo e rigiocabile: Sonic X Shadow Generations introduce alcuni contenuti aggiuntivi nell’HUB principale, come un museo di immagini che omaggia la storia di Sonic, oltre al jukebox per ascoltare la fantastica OST e la modalità cinema per rivedere le cutscene, non proprio il massimo a dire il vero, sbloccabili durante la storia. Graditissimo ritorno è anche quello dei Chao, ma non nel tanto desiderato Chao Garden: l’unica cosa che potremo fare è salvare tre piccoli alieni nascosti in ogni livello e aggiungerli alla nostra collezione. I collezionabili però non finiscono qui, e oltre ai Chao abbiamo anche cinque Ring Stella Rossi da raccogliere in ogni livello, cosa che sarà difficile fare al primo colpo, soprattutto se si vuole raggiungere la valutazione S, e ciò come detto prima aumenta la giocabilità e longevità del titolo.

Inoltre, il gioco propone una serie di sfide e obiettivi secondari che arricchiscono la progressione, con livelli da affrontare in compagnia di Knuckles, Tails e altri personaggi iconici: grazie a questi atti non solo potremo sbloccare ulteriori collezionabili, ma anche variare un po’ il gameplay e raccogliere le chiavi necessarie ad aprire il portale dei boss, anche questi ultimi vecchie conoscenze dei giochi storici.

Anche i boss sono presi dal passato

Il cuore di Sonic X Shadow Generations resta ancorato alla doppia struttura dei livelli, che caratterizzava anche il titolo originale: ognuno di essi è diviso tra una sezione in 2.5D e una in 3D. Nella prima parte, Classic Sonic corre lungo un percorso orizzontale, con un gameplay che richiama i titoli classici della saga, mentre la seconda parte passa a una visuale tridimensionale in cui Modern Sonic può muoversi più liberamente.

Le novità finiscono qui, e seppur il gioco sia valido ancora oggi, i 13 anni trascorsi dalla sua uscita originale si sentono tutti: non tanto graficamente visto il buon lavoro di rimasterizzazione fatto, quanto al gameplay e alla spettacolarità dei livelli. Sonic, soprattutto nelle fasi in tre dimensioni, si muove in modo troppo poco preciso e, per quanto per la maggior parte del tempo si corra a folle velocità, nelle sezioni platform non si ha mai la sensazione di avere il totale controllo del personaggio. Insomma, dopo aver giocato a Forces e soprattutto a Frontiers, ci troviamo di fronte ad un passo indietro che potrebbe spiazzare chi è abituato ad un gameplay più rifinito.

Fortunatamente, tutti questi discorsi non valgono per Shadow Generations che, invece, continua in tutto e per tutto ciò che di buono è stato fatto con Frontiers, regalandoci un vero nuovo gioco di Sonic, ma con Shadow protagonista.

Green Hill in salsa moderna

Chaos Control e gameplay diversificato

Il 2024 è l’anno di Shadow e SEGA ci tiene a farcelo capire: non solo il terzo film del brand in uscita nei cinema e che vedrà il debutto proprio dell”essere perfetto”, ma anche fumetti che fungono da prequel alla storia di Shadow Generations e, appunto, il gioco in questione. La nemesi di Sonic, nata in Sonic Adventure 2 per Dreamcast, è stato fin da subito uno dei personaggi più amati dai fan e ciò l’ha reso un personaggio quasi fisso nei successivi capitoli della serie, con addirittura un gioco, non proprio eccezionale, che lo vedeva totalmente protagonista.

Da allora Shadow si è sempre fatto da parte per essere uno dei tanti compagni di Sonic, ma finalmente possiamo nuovamente giocare nei suoi panni in un’avventura che, a mio parere, è il punto più alto che un gioco della serie ha mai raggiunto.

La campagna inedita dedicata a Shadow the Hedgehog, che finalmente riporta sotto i riflettori il lato più oscuro e profondo della saga, non è una semplice avventura in cui avremmo potuto usare Sonic e che invece ha Shadow protagonista: tutto è cucito intorno al tormentato passato del riccio nero, con un gameplay che si adatta alle abilità uniche dell’”essere perfetto”. Chi ha giocato Shadow the Hedgehog del 2005 ritroverà un personaggio segnato da un passato oscuro, la cui storia si intreccia con la piattaforma spaziale ARK, teatro di alcuni dei momenti più drammatici della sua esistenza, come il destino di Maria e del Professor Gerald Robotnik.

E così inizia la spettacolare avventura di Shadow

Nella campagna dedicata, Shadow viene incaricato di indagare su un’anomalia che appare proprio sull’ARK. Mentre Sonic e gli altri personaggi sono impegnati nei preparativi per una festa a sorpresa, Shadow deve affrontare la minaccia di Black Doom e confrontarsi con il lato più oscuro del proprio passato. Le ambientazioni di questa storia parallela riprendono luoghi iconici, come le basi spaziali desolate e i canyon devastati, offrendo uno scenario post-apocalittico che si distingue nettamente dal mondo colorato di Sonic. Le atmosfere sono cupe e drammatiche, perfette per esprimere il lato più maturo della saga e per riportare alla luce eventi chiave della lore del personaggio.

Come detto, la campagna di Shadow non è solo un’espansione narrativa: introduce anche un gameplay diverso e moderno, adattato alle abilità uniche del riccio oscuro. Il Chaos Control, una delle sue mosse principali, permette a Shadow di fermare il tempo per pochi istanti, dandogli il vantaggio di eludere i colpi nemici e superare ostacoli complessi. Questa abilità tattica aggiunge un tocco di strategia che rende i suoi livelli unici e richiede ai giocatori di adottare un approccio più ponderato rispetto alla velocità pura di Sonic.

Oltre al Chaos Control, Shadow può lanciare proiettili per eliminare i nemici da lontano, teletrasportarsi per evitare attacchi e infliggere colpi potenti. Questa varietà di abilità rende il gameplay di Shadow una sfida interessante e un’esperienza diversa rispetto alla campagna principale. Le sfide specifiche della sua avventura richiedono di padroneggiare ogni sua abilità, e l’HUB principale dedicato a Shadow non è solo un’area di accesso ai vari livelli come in Sonic Generations, ma un vero e proprio mondo esplorabile, ricco di collezionabili e di segreti nascosti in zone verticali e labirintiche che offrono una vera sfida esplorativa. Da questo punto di vista, si vede che ci troviamo di fronte ad un gioco successivo a Sonic Frontiers.

Un HUB che va ingrandendosi, ricco di segreti e collezionabili

Il comparto visivo di Sonic X Shadow Generations è stato curato nei minimi dettagli per offrire un’atmosfera che rifletta la dicotomia tra i due personaggi. Mentre i livelli di Sonic sono colorati e vivaci, le ambientazioni della campagna di Shadow sono dominate da tonalità più scure e scenari devastati. Questi luoghi evocano un mondo post-apocalittico, e il contrasto tra le due campagne non è solo estetico, ma anche tematico: Sonic rappresenta l’ottimismo e la velocità sfrenata, mentre Shadow incarna una visione più cupa e riflessiva, con un gameplay che richiede pazienza e strategia.

Tornando all’aspetto tecnico del gioco, Shadow Generations è un titolo che rappresenta perfettamente il salto generazionale e anche su Nintendo Switch gli sviluppatori hanno fatto un lavoro eccezionale: per quanto anche qui gli fps si fermino a 30 quasi sempre stabili, i livelli sono molto più ricchi di dettagli, le stesse animazioni di Shadow sono più fluide e naturali, gli effetti particellari e di luce sono migliori, la regia sia durante i livelli che le cutscene è “moderna”. Insomma, se Sonic Generations soffre, nonostante il lavoro di remastering, dimostrando gli anni che ha, Shadow Generations è proprio quello che ci si aspetterebbe da un gioco della serie nel 2024, e che quindi fa ben sperare per i prossimi capitoli, anche del porcospino blu. Applausi anche alla OST del gioco, come di consueto in un gioco della serie, che vede pezzi rock tipici di Shadow, oltre all’ottimo doppiaggio di Claudio Moneta per il nostro protagonista.
In quanto a longevità, se per completare al 100% l’avventura di Sonic ci vogliono circa 15 ore, per quella di Shadow siamo su circa 8 ore di adrenalina pura.

Il mio consiglio, per chi vuole giocare entrambe le avventure, è di giocare prima quella di Sonic e poi quella di Shadow: le migliorie palpabili nell’avventura del porcospino nero sono così nette che poi risulterebbe davvero difficile tornare indietro e giocare ad un gioco che, grafica a parte, è di ben 13 anni fa.

Grazie al Chaos Control è possibile fermare il tempo

Sonic X Shadow Generations non è solo una remaster ben realizzata, ma un progetto che espande l’universo di Sonic e Shadow con una storia intrigante e un gameplay variegato. Da un lato celebra la nostalgia dei vecchi fan con una riproposizione accurata (anche troppo) del titolo originale, dall’altro introduce novità che aumentano la profondità e l’interesse del gioco, grazie alla campagna dedicata a Shadow.

Un gioco che, nel suo complesso, offre tante ore di divertimento e qualità, con quest’ultima grazie più all’inedita avventura di Shadow che a quella di Sonic.

Ho terminato l’avventura di Sonic al 100% in circa 15 ore, mentre l’avventura di Shadow, raccogliendo la maggior parte dei collezionabili, in circa 8 ore.
Pro: Buon lavoro di rimasterizzazione per Sonic Generations, che resta ancora un buon gioco. Shadow Generations è tutto ciò che deve essere un gioco di Sonic nel 2024.
Contro: Qualche leggero calo di fps sia nell’avventura di Sonic che in quella di Shadow. Chi ha già giocato a Sonic Generations potrebbe avere pochi stimoli per rigiocarlo ora.
8

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