Uno sguardo al PicoBoot, il modchip basato su Raspberry Pi Pico per portare il GameCube nel futuro

Vediamo come funziona e come si installa il nuovo PicoBoot su console GameCube.

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Open-source, economico e facile da installare

Fin dai suoi albori, il mitico cubo di mamma Nintendo è stato un oggetto di grande interesse nel mondo dei modder e dell’Homebrew. Nel corso degli anni, i diversi smanettoni hanno trovato una quantità incredibile di sistemi per eseguire software non firmati su GameCube, sia sfruttando modifiche hardware che vulnerabilità software.

In questo breve articolo vogliamo raccontarvi la nostra esperienza (e rispondere a qualche FAQ) con l’ultimo arrivato nella famiglia Homebrew di GameCube: il PicoBoot, un rivoluzionario modchip con software open-source creato da Maciej Kobus, noto anche come webhdx, che sfrutta un semplice Raspberry Pi Pico (RP2040 normale o W).

Come funziona PicoBoot?
Questo piccolo gioiellino appartiene alla famiglia dei modchip “IPL Replacement”, è cioè in grado di bypassare il caricamento iniziale del software di avvio del GameCube sostituendolo con un qualsiasi codice non firmato, proveniente da un’altra fonte (nel nostro caso, una scheda micro SD). Questo offre un vantaggio significativo rispetto ad altre soluzioni popolari, come XenoGC o DuoQ, che intervengono a livello dell’unità ottica e quindi necessitano di un disco d’avvio.

Cosa fa PicoBoot?
Con una corretta installazione di PicoBoot, è possibile avviare un software Homebrew direttamente accendendo il GameCube, senza ulteriori passaggi (non preoccupatevi però, sarà comunque sempre possibile far partire la console anche in modo “tradizionale”). La migliore strategia è quindi quella di sfruttare questa capacità per avviare direttamente Swiss, una sorta di “Homebrew Launcher” che permette di eseguire software Homebrew, backup di giochi in formato .ISO, giochi su disco di altre regioni geografiche, oltre ovviamente ai giochi dai dischi ufficiali.

È un lavoro che può fare chiunque?
Non si tratta di una modifica difficile, ma è comunque fondamentale un minimo di esperienza nella saldatura. È necessaria una certa delicatezza per disassemblare la console (soprattutto per smontare il dissipatore) e avere accesso alla scheda madre e, pur essendoci solo cinque fili da saldare, i contatti sono molto piccoli ed è facile creare dei cortocircuiti. Quindi fatelo solo se sapete cosa state facendo!

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Cosa serve per installare PicoBoot?
– Ovviamente un Raspberry Pi Pico;
– un qualsiasi cavo micro-USB per programmarlo;
– un cacciavite Gamebit da 4.5mm, per smontare la scocca, e dei cacciaviti Phillips (“a stella”) dimensione PH1 e PH2 per le viti interne (noi consigliamo questo super-set completo di tutto e adatto per ogni vostra riparazione elettronica);
– un saldatore elettrico a stagno (consigliamo anche l’utilizzo di un buon flussante);
– dei cavi elettrici di buona qualità di diametro AWG 26 o 28 (webhdx consiglia cavi a trefoli, poiché più resistenti alle rotture accidentali, noi in realtà preferiamo i cavi rigidi che sono molto più facili da saldare, questi sono quelli che abbiamo utilizzato);
– una scheda micro SD (il software supporta sia schede formattate in exFAT che FAT32, noi consigliamo comunque il FAT32: è più stabile e, inoltre, alcuni software Homebrew, come GCMM, supportano solo il FAT32);
– un dispositivo per “collegare” la micro SD al GameCube, come un SD Gecko, un SD2SP2 o un SD2SP2 POR (vedi dopo);
[FACOLTATIVO] dei pad termici di ricambio.

Come si programma il Raspberry Pi Pico per trasformarlo in un PicoBoot?
Programmare il PicoBoot è molto semplice: è sufficiente scaricare il file picoboot.uf2 da qui, collegare il dispositivo al PC tramite un cavo micro-USB tenendo premuto il tastino BOOTSEL finché non viene rilevato dal computer come un nuovo dispositivo USB, con il nome RPI-RP2, e trascinare il file scaricato precedentemente al suo interno. Se la procedura è corretta, si accenderà un piccolo led verde sul Pico e verrà automaticamente espulso dal PC. Ora il PicoBoot è pronto.

Come si fa a smontare la console?
Aprire un GameCube è piuttosto semplice: quattro viti Gamebit nella parte inferiore tengono insieme l’intera scocca e ogni vite interna (PH2 per lo scheletro e PH1 per il dissipatore) è comodamente accessibile. Per questa procedura, oltre alle saldature, il momento più delicato è proprio la rimozione del dissipatore. Per “scaldare” un po’ i pad termici e facilitare la rimozione, vi consigliamo di avviare la console e giocare per almeno 20/30 minuti prima di smontarla. Dopo aver svitato le viti che mantengono il dissipatore in sede, vi consigliamo di provare a scollarlo con piccoli movimenti rotatori, assolutamente senza utilizzare alcuno strumento per tentare di fare leva. Prestate molta attenzione a non far saltare alcun componente per sbaglio dalla scheda madre, in particolare il DA15, che sembra essere più fragile degli altri. Una volta rimosso il dissipatore, prima di reinstallarlo al termine della procedura, vi consigliamo di sostituire i pad termici (pulendo meticolosamente la scheda madre e il dissipatore stesso con alcool isopropilico). Qui di seguito un piccolo schemino degli spessori che è necessario applicare:

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Come si installa PicoBoot?
Per una guida precisa all’installazione vi consigliamo di dare un’occhiata alla pagina ufficiale su GitHub, nella quale potete trovare anche qualche video nel caso non abbiate troppa familiarità con il disassemblaggio del GameCube. Qui di seguito potete trovare un pratico schema dei cablaggi (prestate particolare attenzione che i fili in posizione GP4 e GP6&7 non si tocchino tra di loro e che non tocchino il dissipatore):

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Dove si installa PicoBoot?
Lo sviluppatore webhdx (e noi condividiamo al 100%), consiglia di posizionare il PicoBoot subito a destra della ventola di raffreddamento. Per fare questo potete servirvi di un semplice pezzo di nastro biadesivo o, se avete la possibilità di stampare in 3D (o qualcuno che possa farlo per voi), potete produrvi un piccolo stand creato ad hoc per fissarlo alla ventola (in tal caso avrete bisogno di due piccole viti da 2 mm di diametro e 5 o 6 mm di lunghezza).

Un’altra piccola accortezza che occorre avere durante l’installazione è il passaggio dei cavi attraverso lo “scheletro” metallico della console, noi consigliamo di farli passare da qui, piegando un po’ questa piccola aletta per creare uno spazio (senza eliminarla del tutto, come magari avrete visto fare da qualche installatore su YouTube).

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Che differenza c’è tra SD Gecko, SD2SP2 e SD2SP2 POR?
L’SD Gecko è un adattatore che permette di inserire una scheda SD o, in questo caso, micro SD, a livello delle porte per le Memory Card del GameCube; è la soluzione meno impegnativa, ma ovviamente richiede di “sacrificare” almeno una delle due porte durante il suo utilizzo. L’SD2SP2 , invece, è un piccolo dispositivo open-source che viene inserito nel Service Pack 2 e può rimanere nascosto e protetto all’interno della console; lo svantaggio è che la scheda micro SD è raggiungibile con più difficoltà, soprattutto se utilizzate il Game Boy Player. L’SD2SP2 POR, infine, è una variante di quest’ultimo che rende accessibile lo slot micro SD direttamente dal lato della console, rendendolo la soluzione ideale per chi desidera avere sempre accesso alla scheda di memoria. L’unico “difetto” di questo adattatore è lo spazio libero che si crea tra lo slot e la scocca del GameCube, ma fortunatamente anche questo può essere sistemato con un piccolo pezzo stampato in 3D. Attenzione però, nel caso in cui siate tra i pochi possessori di un GameCube modello DOL-101 (senza porta video digitale e senza Service Pack 2), l’SD2SP2, normale o POR, non è una soluzione adatta a voi, presto però sarà lanciato sul mercato un nuovo adattatore per il Service Pack 1, l’M.2 Loader, che permetterà di utilizzare addirittura un disco SSD per avviare ISO e Homebrew.

Il software di PicoBoot è aggiornabile?
Assolutamente sì, la prima versione è stata rilasciata a giugno 2022, al momento della stesura di questo articolo la più recente è la v0.3, che offre già un supporto preliminare all’M.2 Loader. Per aggiornare il PicoBoot occorre ovviamente avervi fisicamente accesso (il che è anche abbastanza comodo, se installato dove abbiamo suggerito) ed è necessario collegarlo al PC seguendo il medesimo procedimento della prima programmazione. L’unica accortezza che lo sviluppatore webhdx suggerisce è quella di dissaldare temporaneamente il cavo 3V3 dal Pico, per evitare un sovraccarico e quindi un riscaldamento eccessivo con potenziali danni del modchip, e poi risaldarlo successivamente.

Dopo l’installazione, come si fa ad avviare il sistema GameCube normalmente?
Il PicoBoot è programmato per ricercare ed eseguire automaticamente un qualsiasi file chiamato ipl.dol, all’interno della micro SD. Se avete seguito con successo anche voi la procedura di installazione ufficiale, ora all’accensione del GameCube viene eseguito direttamente Swiss. Per poter avviare “normalmente” la console è sufficiente o rimuovere la scheda micro SD (in questo caso il PicoBoot, non trovando nessun file ipl.dol da avviare, farà partire il sistema stock) oppure premere il tasto D-pad sinistra (qui PicoBoot riceverà direttamente istruzione di saltare la ricerca del file ipl.dol e avviare il sistema stock). Se lo desiderate, è possibile fare in modo che di default si avvii il sistema stock e che Swiss venga eseguito solo quando viene premuto un particolare tasto all’avvio: per esempio, se il file .dol di Swiss anziché essere chiamato ipl.dol venisse chiamato z.dol, di default la console si avvierebbe tramite il sistema stock, mentre premendo il tasto Z all’avvio partirebbe Swiss, questo “trucco” è possibile con i tasti A, B, X, Y, Z e START (l’unico consiglio che ci sentiamo di dare in questo tipo di configurazione, è quello di evitare il tasto B per avviare Swiss, dato che è lo stesso bottone che se premuto all’avvio del software disabilita l’unità ottica). Infine, se desiderate un tocco di nostalgia con l’iconica intro del GameCube anche quando avviate un file tramite Swiss, è sufficiente recarvi nelle impostazioni avanzate di Swiss e modificare l’opzione “Boot through IPL” in YES.

Tutto molto bello, ma il mio televisore non ha un ingresso RCA
Se avete un vecchio CRT, nulla vi vieta di godervi un po’ della magia del GameCube in analogico. Ma se desiderate portare il cubo nel ventunesimo secolo esiste una soluzione che permette un’ottima qualità d’immagine anche su schermi moderni, senza grossi compromessi. Il primo modello di GameCube, nonché più diffuso in Europa (quindi probabilmente quello che possedete anche voi), caratterizzato dal codice modello DOL-001, oltre alla porta analogica comunemente in uso, possiede una seconda porta video in grado di veicolare un segnale digitale nativo fino a 576p, destinata a un cavo component contenente un chip proprietario di Nintendo, ma rapidamente uscito di produzione. Fortunatamente, esistono ora sul mercato numerosissimi adattatori con FPGA in grado di convertire il segnale “proprietario” della porta digitale GameCube in un comune output HDMI, grazie al sistema open-source GCVideo. Tutto questo, in combo con Swiss che permette di ottimizzare al massimo il video, garantisce il massimo della qualità digitale su GameCube. Noi consigliamo questo adattatore, che viene venduto con un supporto per sorreggerne il peso e possiede un porta micro-USB per eventuali aggiornamenti di sistema.
Pro-tip: nel caso già abbiate un vecchio o diverso adattatore, può esservi utile stampare in 3D un supporto come quello sopra citato. Inoltre, se non avete una porta di aggiornamento, sappiate che GCVideo è comunque aggiornabile tramite Homebrew.

Voi conoscevate già questo modchip? L’avete già installato sul vostro GameCube?

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