Little Big Workshop – Una recensione turbocapitalista

Little Big Workshop è sbarcato su Nintendo Switch, siete pronti ad affrontare il mondo degli affari?

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Genere: Simulatore, strategico
Lingua/e: Italiano

La fattura non può aspettare!

Diciamoci la verità, chi non ha sognato almeno una volta nella sua vita di avere una fabbrichetta (NDR: da leggere alla milanese) tutta propria? Magari senza alcuna sorta di tutela legale per i propri dipendenti così da essere considerato un vero e proprio dio? Little Big Workshop si propone di soddisfare questo sogno oscuro e di rendere qualsiasi giocatore un capitalista sfrenato. Certo, non la sagra dei diritti dei lavoratori ma sicuramente un gestionale da prendere in considerazione.

Sviluppato da Mirage Game Studios e pubblicato su Nintendo Switch da HandyGames, Little Big Workshop si presenta come un gioco da tavolo in cui dovremo gestire una fabbrica, partendo dalle produzioni in legno fino a quelle di alta tecnologia. Appena avviato il gioco vedremo, infatti, una scrivania su cui si poseranno le mura iniziali della fabbrica e i primi tre lavoratori.

Nel corso dell’esperienza ludica, potenzialmente infinita, dovremo cimentarci nella gestione delle operazioni aziendali. Che si tratti di produrre oggetti, trattare coi clienti o, letteralmente, prendere a martellate gnomi, ci verrà sempre richiesta una certa dose di strategia e, perché no, di creatività.

Lo spazio è poco ma never stop the production

Per comprendere a pieno il funzionamento di Little Big Workshop risulta, però, fondamentale seguire con attenzione il tutorial iniziale che accompagna, passo a passo, i giocatori nei loro primi affari. Nel corso del gioco, infatti, saremo sottoposti ad un numero di scelte decisamente rilevante e buttarcisi a capofitto potrebbe non essere la migliore delle scelte. Durante il tutorial impareremo come procedere con l’ordinazione dei materiali e la pianificazione della produzione.

Entrambe potranno essere pianificate da prima selezionando il prodotto che si vuole fabbricare nel Mercato – occhio all’andamento di domanda e offerta! – e poi stabilendo l’iter produttivo associando ogni fase al macchinario adatto. Come intuibile, esistono macchinari e postazioni di lavoro di ogni tipo e prezzo, sta a ogni giocatore decidere su quali investire e in che quantità. È poi possibile produrre oggetti accettando le sfide dei nostri clienti negozianti dalle, riuscendo a soddisfare le loro tempistiche, potremo ottenere compensi sempre maggiori e favori.

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a progettare

Ma i lavoratori in tutto questo? Qualcuno pensi a loro! Beh, credo che essere assunti in una qualsiasi fabbrica di Little Big Workshop possa essere uno dei peggiori incubi immaginabili. Nella fabbrica da tavolo non esistono sindacati né diritti o tanto meno orari di lavoro. Gli efficientissimi dipendenti lavoreranno ventiquattro ore al giorno, sette giorni a settimana. Certo, con qualche pausa ogni tanto, ma pur sempre all’interno dell’area ristoro della fabbrica. Area, questa, indispensabile per evitare di vedere i lavoratori collassare continuamente a terra.

Non che la loro salute ci importi più di tanto ma, sapete… la produzione… Seguendo la stessa logica ci troveremo, spesso nelle fasi più avanzate di gioco, a dover affrontare diverse “crisi“, che possono rovinare sia l’ambiente di lavoro che la qualità della produzione. Potrebbe, per esempio, capitare di disinfettare un’area che si sta ammuffendo o di dover licenziare dipendenti per evitare il dilagare di un’epidemia. Scelta, quest’ultima, che potrebbe risultare dolorosa se abbiamo fatto specializzare quel lavoratore. Aumentando di pochissimo la loro paga giornaliera potremo, infatti, fare specializzare in un determinato settore di materiali qualsiasi lavoratore rendendolo più produttivo.

Espandersi, espandersi, FATTURARE

Ma noi non siamo lavoratori, noi siamo i dirigenti. E per questo Little Big Wokshop fornisce diversi menù con cui monitorare l’andamento della fabbrica. Oltre al già citato mercato in cui vedere quali prodotti sono più richiesti e quali sono desiderati dai nostri clienti, e all’ovvia presenza del negozio dove acquistare macchinari e quant’altro, il gioco fornisce anche diversi dati e statistiche decisamente più manageriali. In Ricerca e sviluppo è possibile sviluppare le nostre skill aziendali similmente a quanto avverrebbe in un gioco di ruolo: producendo sempre di più ed eseguendo le commesse dei clienti in tempo si ottengono punti abilità da spendere nello sviluppo di queste skill che contribuiscono a rendere la fabbrica decisamente più efficiente di volta in volta.

Gli Strumenti di analisi possono essere, invece, usati per localizzare velocemente alcune criticità della fabbrica, come la presenza di lavoratori o macchine inattive, mentre selezionando Zone decideremo quali postazioni di lavoro assegnare a ogni deposito per i prodotti finiti. Da Inventario potremo dare una veloce occhiata ai nostri possedimenti e da Lavoratori a tutti i dipendenti, potendo visualizzare le loro paghe, la loro anzianità di servizio e le eventuali specializzazioni. Infine, in Economia e statistiche potremo accedere ad un conto semplificato delle attività, all’interessante Classifica FERB della concorrenza (più si sale più minacce telefoniche si ricevono, siete avvisati), alle info sulle relazioni coi clienti dove viene valutata la bontà dei rapporti con ciascuno e, infine, ai traguardi che, essenzialmente, propongono un percorso standard da seguire per far crescere la fabbrica.

Ma chi sei? Chi ti conosce? CHI TI CONOSCE!?

Little Work Shop non è, però, un gioco perfetto, anzi. Malgrado la cura maniacale dei dettagli, rimane comunque il fatto che quel che alla fine è richiesto al giocatore per la stragrande maggioranza del tempo è semplicemente di produrre oggetti. Sia chiaro, durante le prime ore di gioco mi ha fatto impazzire ma, alla lunga, devo ammettere che può facilmente annoiare. Va considerato, poi, che questa elevata cura ha come conseguenza una difficoltà parecchio decisamente alta e che, di conseguenza, Little Big Workshop non è assolutamente compatibile con il gioco superficiale.

Non nascondo, infatti, che il mio primo approccio è stato decisamente fallimentare e che, con la prima fabbrica, ho dovuto dichiarare banca rotta per debiti dopo pochi giorni di attività. Se calcoliamo poi che la qualità contenutistica non rispecchia quella tecnica, è facile capire come Little Big Workshop sia un buon simulatore ma nulla di più. Il porting per Nintendo Switch soffre infatti di lag nei momenti più concitati e, addirittura, di freeze che richiedono di ricaricare l’ultimo salvataggio. Quest’ultimi sono abbastanza frequenti e, considerando quanto ogni azione vada ben calcolata nel gioco, possono rendere l’esperienza complessiva frustrante se non si salva spesso.

La programmazione è tutto.

In definitiva, Little Big Workshop è un simulatore ben riuscito, con dettagli curati maniacalmente e che richiede una dose di strategia non irrilevante. Forse un po’ monotono e potrebbe, per questo, non piacere a tutti e potrebbe persino annoiare qualcuno ma, tolti i limiti tecnici, non posso non consigliare il gioco a chi abbia un minimo di spirito imprenditoriale e di voglia di impegnarsi in un simulatore decisamente profondo.

giocato per circa 10 ore grazie al codice fornitoci dal publisher
Pro: Un buon simulatore curato in ogni dettaglio e con una buona dose di strategia. Guardare i lavoratori sgobbare è una goduria.
Contro: Forse un po’ troppo monotono e complicato. Diversi problemi tecnici che ne inficino la piacevolezza.
7.5

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