Alliance Alive HD Remastered – Nove amici in una recensione

Con nove personaggi in cerca di giocatore, Alliance Alive HD prova a dire la sua in un settore ultra-affollato: ci riuscirà? Scopritelo con la nostra recensione

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Genere: Jrpg
Multiplayer: no
Lingua/e: Inglese

Il trappolone dell’alleanza rediviva

Per senso comune, un remastered HD è quanto di più facile da recensire, trovi fior fiori di recensioni online (una perfino sul sito da cui state leggendo) e ci si ritrova più o meno a dire le stesse cose, perché alla fin fine il gioco è quello, non ci sono trucchi da prestigiatore che possano migliorarlo o peggiorarlo, altrimenti staremmo parlando di un remake, non di una remastered.

The Alliance Alive HD Remastered però un po’ di problemini se li porta eccome, soprattutto perché la piattaforma di origine è il fantastico Nintendo 3DS, i cui giochi, una volta trasposti su uno schermo dai 32” in su, diventano belli da vedere quanto la bolletta della luce. Probabilmente però, chi ha una curiosità verso questo titolo, sa già cosa aspettarsi: un jrpg dalle grandi ambizioni, ridimensionate da un team di sviluppo senz’altro di spessore – basta una veloce lettura ai nomi coinvolti – ma piccolo, a lavoro su una potenza hardware ridicola per gli standard delle console ai quali questo porting-ma-HD è diretto.

Se lo dici tu! Io non vedo bene, sto senza occhiali

Prendendo come riferimento la saga di ehm… SaGa, The Alliance Alive, successore spirituale di The Legend of Legacy, costituisce un’anomalia nel panorama, un jrpg di stampo classico, con formule rivoluzionarie, destinate a diventare a sua volta standard qualora le novità siano efficaci a tal punto da divenire irrinunciabili in iterazioni successive. Ma se certi fattori sono diventati topoi del genere, un motivo ci sarà, e andarli a sconvolgere, solo per il piacere di rivoluzionare, non è sempre un bene. E questo è uno di quei casi in cui “lo avrei anche giocato ma proprio non mi va che…”

Quello che potrebbe non andare a genio è l’assenza di un sistema di progressione chiaro. I personaggi non guadagnano punti esperienza, non hanno classi ben definite, e quasi non si vestono finché non finiscono sotto il vostro controllo. Ovviamente, sotto traccia, esiste un sistema, ma sia l’apprendimento di nuove abilità, sia gli avanzamenti di livello, avvengono randomicamente, basta usare una certa abilità, e questa prima o poi diventerà più potente (grazie a un level up), si usa una determinata arma o magia e … AWAKEN! E si impara una nuova abilità relativa a quella arma o magia, e perfino i personaggi aumentano i proprio punti vita per caso. E i talenti? Quelli si acquistano, ma il prezzo è così proibitivo, e il loro impatto sul gameplay così povero che si possono tranquillamente ignorare.

Se non li comandi tu, manco le scarpe indossano!

Velleità tattiche date dagli schieramenti in battaglia, e dal posizionamento dei personaggi, sono totalmente vanificate da una difficoltà di gioco tenuta appositamente blanda, forse proprio perché un combat system con una progressione nelle mani del fato non permette una pianificazione troppo precisa da parte del giocatore. Fatto sta che i combattimenti (rigorosamente a turni, ma con mostri visibili in mappa in stile Tales of) non vi daranno troppi grattacapi, se non in occasione di alcuni mostri particolarmente impegnativi (soprattutto i mostri subacquei) o picchi di difficoltà distribuiti casualmente qua e là nel gioco, non troppo frequenti, ma fin troppo ingiustificati.

Un altro spunto di gameplay è offerto dalla modalità Ignition: quando i personaggi possono attivarla (generalmente accade quando la situazione è disperata), si può sacrificare un’arma per sferrare un colpo di grazia al nemico, motivo per il quale è possibile portare due armi contemporaneamente, ma forse anche motivo per l’assenza di un catalogo di armi degno di questo nome. Bislacco.

Il paese più grande avrà sette case invece di cinque, ma del resto la guerra di mille anni fa…

Se il combat system non brilla, se il sistema di classi non esiste (ed è apprezzabile che si cerchi di superare i soliti cliché, ma poi un caster ti serve, un healer figuriamoci, un tank lo metti etc… che cambia?), se la sfida è minima, la trama poi… Non che sia una brutta trama, ma è quella. Se avete giocato decine di jrpg come me sapete cosa intendo: non c’è nulla di più scoraggiante per chi ne gioca tanti di trovarsi di fronte a una cascata di situazioni già viste. Quindi una ribellione contro i prepotenti, qualcuno che gioca a fare la divinità, maneggiando un potere che mette a rischio l’umanità.

E poi personaggi che sembrano prelevati da un anime di medio livello (ma nessuna sequenza animata, purtroppo), il protagonista ingenuo, la sua fiancée che ha più polso, una geniale inventrice chiaramente minorenne e compagnia cantante. Ed essendo fondamentalmente anime, ci possiamo aspettare le solite banali contraddizioni e ingenuità nella trama, come ad esempio i Daemon (i cattivoni di turno) che cercano delle prove della resistenza… quando in giro per la mappa ci sono intere torri che vi danno sostegno in battaglia. Proprio invisibile questa ribellione.

I Daemon trattano gli esseri umani come inferiori, manco fossero Sgarbi

Paradossalmente però è un peccato, perché la mano si vede eccome. I personaggi piacciono immediatamente e sono pucciosi al punto giusto, il cast di ben 9 personaggi vengono introdotti gradualmente, in maniera astuta (però il tempo di riunirli tutti e siamo a metà gioco: non era meglio qualcuno in meno?) e nell’ultimo terzo di gioco la narrazione spicca decisamente il volo, rivelando una qualità che forse non ci si aspettava dopo ore passate a rushare i combattimenti, con qualche emozionante colpo di scena. Però ci si chiede se non sia troppo poco. Cioé ce lo si chiedeva due anni fa, quando era appena uscito su Nintendo 3DS, oggi la risposta probabilmente è: sì, è troppo poco.

Troppo poco proporre un gioco come questo, che è un buon gioco, ma non certo il massimo esponente del genere, a prezzo pieno, senza localizzazione, quando in giro da appena qualche giorno c’è un certo Dragon Quest, e anche senza il capolavoro SquarEnix, Nintendo Switch è una console di qualità in questo frangente, con un ventaglio di offerte ampio come su poche console.

Sembra un sogno che farebbe mio fratello

Non si capisce perché non si sia deciso per un pacchetto che includesse anche The Legend of Legacy (sebbene sia un gioco abbastanza diverso), per rendere più sostanziosa l’offerta, o quantomeno sensato il prezzo. The Alliance Alive HD Remastered porta con sé quindi il bagaglio di perplessità che aveva all’epoca e ne guadagna anche di nuove, considerando che nel periodo d’uscita ha avversari fin troppo validi. Un gioco con certamente più di un motivo di interesse, ma permeato da una sciatteria generale che ne affossa le potenzialità. Il mio consiglio è comunque quello di giocarlo in portabilità nel caso si decida di dargli una chance.

Giocato per una trentina d’ore, quindi anche più del necessario, grazie a un codice gentilmente offerto dal publisher
Pro: Ideato da un cast di sviluppatori letteralmente leggendario, Alliance Alive HD è un jrpg valido che cerca un compromesso tra tradizione e originalità
Contro: Un compromesso che però non si può dire riuscito. Difficile dire se sia meglio approfittare della portabilità di Nintendo Switch piuttosto che di quella del Nintendo 3DS. Di una cosa però sono certo: ci sono altri giochi dello stesso filone, anche recenti, che meritano forse più considerazione
6.5

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