Google Stadia? Ci siamo già venduti al nemico, anni fa!

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Ma non lo ha fatto Nintendo…SEGA

. Master System, Mega Drive, Saturn, Dreamcast.
Nintendo. NES, Super Nintendo, Nintendo 64, GameCube, Wii, Wii U, Switch.
Cosa vedo, quando guardo queste console, comodamente disposte sotto la mia TV (andateci piano con l’invidia, ho una collezione molto ibrida)? L’ho appena detto: console. Tra queste, ci sono altre due che considero console a pieno titolo: Playstation 1 e Playstation 2. E anche Playstation 3, nonostante il piede in due staffe (spiego poi).
Ma perché? Xbox, Playstation 4, non sono pure console?
Onestamente: no. Non le ho mai considerate console, non ne hanno il carisma, ma ancora peggio, non ne hanno le caratteristiche. Per me una console è un hardware proprietario chiuso, deciso a monte dal costruttore per venire incontro alle proprie esigenze gaming e solo per caso, se avviene, a quelle delle third party. E così, Nintendo Wii, con la sua obsolescenza contemporanea, pur essendo per l’appassionato della tecnologia, una vera e propria cagata, se non una truffa ai danni del consumatore, tanto da poterla definire letteralmente “due gamecube attaccati con lo scotch” (cit.) – ma io dico che nemmeno ci arriva a due gamecube, guardate Donkey Kong Jungle Beat! – è una console assolutamente degna, una delle ultime console.
A netto della mancanza di alta definizione, uno dei cavalli di battaglia della concorrenza, Nintendo Wii è stata una console costruita secondo ciò che Nintendo voleva fare: sotto la guida illuminatissima del mai troppo compianto Satoru Iwata, Nintendo voleva portare un sorriso in tutti i volti di chi giocava. E il telecomando Wii, che probabilmente in termini assoluti è uno dei peggiori controller mai esistiti – specie per il gaming tradizionale, diventava semplicemente perfetto per veicolare quel messaggio di diversità che Nintendo voleva accentuare su Sony e Microsoft. Con Nintendo Wii hanno giocato i nostri nonni, ma soprattutto noi, che già adulti, abbiamo scoperto un nuovo mondo, una sensazione che dubitavamo avremmo provato di nuovo, la stessa sensazione provata da piccoli, di fronte un Atari Linx o a un Commodore 64.

Ricordo pochi momenti più emozionanti di quelli del reveal di Nintendo Wii

Quando il mondo dei videogiochi era in mano all’oriente, questi non guardavano cosa usciva su PC prima. Guardavano all’interno delle loro aziende. Chiedevano ai propri programmatori se la ram era abbastanza, o se il controller aveva bisogno di più tasti. I mondi 3D sono nati su PC probabilmente. Ma su Nintendo 64 è nata la levetta analogica, standard utilizzato anche oggi su tutti i pad del mondo. Leggendo le riviste si leggevano cose come “il miglior periodo di vita della console è la fine, perché escono i giochi migliori”, ed era vero. Non è solo una questione di caratteristiche tecniche, perché le console non si aggiornavano mica. Era soprattutto una questione di conoscere l’hardware su cui si sviluppava, e diventare più bravi nel programmare giochi che ci girassero su. Ogni software house costruiva i propri motori grafici, e i propri tool.
Da Xbox 360 in poi, invece, i produttori si sono letteralmente venduti al nemico. Con il loro peso atomico e il disco rigido le console ormai sono veri e propri PC, pensati e costruiti come PC ma con un tocco di personalizzazione che li rende più stupidi. Quando Capcom decideva di far uscire Street Fighter 2 per console, doveva fare due versioni (poi ne ha fatte 452379 ma vabbé, questa è un’altra storia), una per Super Nintendo e una per Mega Drive, e queste avevano delle differenze sostanziali. Perché l’hardware, essendo diverso permetteva cose diverse. Su una console magari i colori sono più vividi, sull’altra è il sonoro a spiccare. Le riviste pubblicavano più recensioni, facevano confronti. Oggi, chi ha bisogno di confrontare qualcosa? Nessuno. La versione di riferimento è quella PC, poi declinata alle console, che così non vengono sfruttare alla loro piena potenza. E del resto, quando la tua console ha un hard disk, e gli sviluppatori non sono più obbligati a far uscire una versione del gioco perfetta (come nelle gen precedenti), potendo contare sulla possibilità di patch successive al lancio, quando prima di giocare devi aspettare almeno 15 secondi tra pressione del tasto power e gioco, quando sai che il gioco se è nuovo, prima lo devi installare, con cosa stai giocando? Con una console? O con un PC?
Ciao ciao, comparazioni grafiche. Non è detto che sia un male, eh!

Sapete qual’è la caratteristica che preferisco di Nintendo Switch? La ripresa istantanea del gioco. Incredibile come mi stupisca sempre, del fatto che ammacco HOME e stia già giocando. In verità, però, non dovrei stupirmi. Dovrebbe essere normale. Prima attaccavo una cartuccia, pressione di tasto: gioca! Perfino il Gamecube, nato in un’era in cui la gente di era abituata ai caricamenti, aveva dei mini-dvd studiati per ridurre al minimo le attese. Nintendo ha continuato a pensare e costruire hardware per sé, per le sue esigenze, con ovvie ripercussioni sui rapporti con le third party, costrette a scegliere se investire più fondi per una versione ad hoc, o rinunciare a una fetta di guadagno sostanzioso garantito dagli utenti della console Nintendo.
Le altre console, semplicemente, non hanno la stessa personalità. Non hanno un pad “particolarmente studiato” con caratteristiche inedite da sfruttare, come lo schermo del gamepad di Wii U o la vibrazione dei Joy-Con, che possono fare da ponte per giochi con un gameplay fresco e possibile solo su quella console, come avvenuto con Nintendo Land e 1-2 Switch. Sono pad abbastanza “standard” con giusto un tasto in più o due, ma fondamentalmente plasmati su una versione precedente, quello della console che precedeva. Immagino che per gli sviluppatori sia la manna dal cielo, uno scenario in cui poter creare una sola versione del gioco, soltanto da scalare per hardware tutto sommato simili, con un impiego di risorse di una manciata di mesi, se non di settimane. Ma è stato consegnarsi al nemico.
Addio anche agli accessori inutili? Io li adoro, ne ho la casa piena!

E oggi, paradossalmente, è proprio Nintendo, quella che era chiusa, quella che era ferma su un modo ottuso di costruire hardware, quella che non veniva incontro alle terze parti, è Nintendo insomma, l’unica che può contrastare una potenza di fuoco nemica come quella di Google Stadia, semplicemente perché è rimasta sé stessa nel voler proporre la propria visione del gaming, come ha fatto la sfortunata SEGA, ormai ridotta a publisher e proprietaria di IP che non sa come far fruttare (Sonic dovrebbe avere la stessa popolarità di Mario, ma non ce l’ha in mano Nintendo, per dire).
Forse adesso, proprio adesso (o meglio, in futuro), è arrivato il momento in cui posso dire: ve l’avevo detto. Il momento in cui giocare su un hardware piuttosto che in un altro non farà differenza, in cui il mondo si accollerà degli artefatti video pur di poter entrare in partita per giocare con i loro twitcher preferiti. Adesso sì, che possiamo guardare il passato e dire: abbiamo vissuto un’era diversa. Attenzione, non migliore o peggiore: diversa. Io sono assolutamente convinto che lo streaming sia il futuro e temevo che fosse un futuro spaccato a metà tra mille servizi. Perciò sono ben lieto di avere un solo servizio, perché a conti fatti, avrebbero offerto la stessa cosa, e non avrebbe avuto senso avere quattro abbonamenti solo per questioni di esclusive. E se non ve ne siete già accorti, quando cacciate 70€ per avere una custodia, un dvd e manco un manuale dentro, non avete un prodotto fatto con cura, che trasuda la passione che ha pervaso gli artisti che hanno creato il contenuto dentro. Avete pagato 70€ per della plastica, tanto valeva comprare la versione digitale, almeno i soldi entrano direttamente nei conti dei produttori e degli artisti.
Nel futuro ci saranno ancora edizioni “normali” così?

A questo punto però, sono curioso della presa di posizione futura di Nintendo. Arroccarsi su un hardware proprietario potrebbe essere rischioso, se resta l’unica ad offrirlo. I brand di Nintendo, avranno la forza di reggere da soli un futuro in cui la gente per giocare accenderà semplicemente una tv? Se così sarà, allora non mi aspetto molti passi in avanti rispetto a Switch: Dove vuoi, quando vuoi, con chi vuoi, giusto? Giocare deve essere istantaneo. Nintendo si è sempre presentata così, e guarda caso anche Google ha fatto dell’accessibilità uno dei punti di forza di Stadia. Da un video su Youtube clicchi PLAY e stai già giocando, così come succede adesso col tasto Home di Nintendo Switch, così come era una volta, quando le console facevano le console e non si travestivano da accessori multimediali con dentro mille app, così ti vedi Netflix, un pad con un tasto Share e un jack cuffie, e un lettore che ce lo mettiamo per i film. Ah, e poi puoi anche giocare.
Aspetteremo l’E3, come ogni anno, e aspetteremo le nuove console. Ma davvero abbiamo bisogno di un’altra scatola? Questa è la domanda che da ieri si sta insinuando lentamente nei giocatori. E qualcuno sta iniziando a pensare: sai che c’è? No. Non ne ho voglia. Perché è solo una scatola, e non una console. Non ha nemmeno senso scegliere una colorazione o un’altra, o aspettare l’edizione speciale con una serigrafia del logo di un gioco first party per renderla figa. Non è “una cosa speciale” con una sua spiccata personalità come un PC Engine o perfino un Atari Jaguar con la sua incredibile ludoteca di soli 50 titoli. È una scatola, un po’ come lo è un lettore dvd qualsiasi. E inizio a capire chi si è fatto un mini-ATX con un ssd da 500 giga e steam+emulatori come sinonimo di gaming. Perché solo Nintendo, oggi, potrebbe uscirsene con una scatola che tutto il mondo considererebbe una vera console, rimettendo ordine in testa a chi ci propina il caos anziché il videogioco nella sua pura essenza. Pensateci.

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