La scontro titanico tra pelosetti (con sopresa)ha inizio!
Per vedere il disegno di copertina nella sua interezza, cliccate qui!
Ci siamo, manca poco ad un nuovo viaggio nell’amatissimo mondo di Pokémon: dopo il controverso Pokémon Ultrasole e Ultraluna, che aveva portato molte novità mantenendo però una struttura di base fin troppo simile al predecessore, apriamo i nostri cuori all’arrivo di Pokémon Let’s Go Pikachu e Eevee. Si torna a Kanto per affrontare il viaggio fianco a fianco con il nostro Pokémon preferito, ripercorrendo la storia originale e riscoprendo i rivali di un tempo.
Nell’attesa di capire cosa ci attende, NintendOn ha ritenuto “indispensabile” affrontare l’annoso dilemma: chi è meglio tra Pikachu e Eevee? Leggiamo (e guardiamo) il parere dello staff!
Emil
Pikachu o Eevee? Team Eevee per me, sempre e comunque.
Pikachu è la mascotte, è il simbolo del mondo Pokémon, è un topo elettrico giallo che chiunque al mondo collega al marchio Pokémon. Ma perché? Perché ci è stato imposto. Vi ricordate il Pikachu originale di Rosso & Blu? Lo sprite era orribile, informe, il successo l’ha avuto con la serie animata e con il successivo brainwashing per gli spettatori. Da vent’anni abbiamo Ash protagonista che porta a spasso Pikachu, da vent’anni prendono schiaffi insieme e il topo elettrico abbatte qualsiasi legge pseudo-fisica del mondo Pokémon, dimostrandosi più forte di leggendari e in grado di far fuori bestie di tipo terra. Ma alla fine sono schiaffi. E anche il melodramma dietro le loro storie, ridondante e già visto, di serie in serie, di film in film.
Nessuno avrebbe mai scelto Pikachu come Pokémon preferito, non avrebbe avuto senso. Si tratta di un’imposizione commerciale incontrollata, ci siamo ritrovati ad amarlo ma perché? Come? Pichu è molto più simpatico e infatti, la sua miglior versione, la dolcissima Spiked-Ear Pichu è rimasta inghiottita nello spaziotempo di HeartGold e SoulSilver. Mi manchi piccola, sempre.
Eevee invece… è Eevee. Come si fa a non adorarlo? Una bellissima volpe dalle grandi orecchie, dolce, ispira tenerezze ed è un Pokémon perfetto come peluche, da avere e tenere in casa. Nessuno sarà mai scontento di un peluche di Eevee, tanti potrebbero storcere il naso per Pikachu… è Pikachu, grazie, meh.
Senza tener conto delle eevoluzioni, una più bella dell’altra e ancora un universo da esplorare con tantissimi possibili tipi che mancano all’appello. Inoltre, scegliere Eevee vorrebbe dire vivere l’avventura da un punto di vista diverso, con un compagno nuovo e finora sottovalutato piuttosto che col solito Pikachu. Le campagne single player di Colosseum e XD, gli unici titoli Pokèmon finora ad aver osato proponendo un’avventura veramente diversa, avevano come starter Umbreon ed Espeon in Colosseum e Eevee in XD. Un caso? No, Eevee è molto più adatto a cavarsela in situazioni pericolose rispetto a Pikachu, i Genius Sonority l’avevano capito già anni fa.
Certo, il vocalizzo di Eevee non è il massimo ma è comunque un passo avanti nella speranza che finalmente vengano rivisti i versi di tutti i Pokémon, ma questa è un’altra storia.
Cominciare un’avventura di Pokémon con un compagno differente dai soliti è già di per se un nuovo modo di vivere un’avventura. E poi i Let’s Go, in fondo sono remake di Pokémon Giallo… quindi l’avventura di Pikachu. Andiamo contro le imposizioni e scegliamo Eevee, una scelta consapevole, per un futuro migliore, peloso e coccoloso!
Damiano
Eevee tutta la vita, per una semplice questione di “simbolo”. Sì, la mascotte (che noi potremmo tradurre come simbolo) è Pikachu, ma solo perché è stato deciso così dai piani alti. Topino simpatico, effettivamente dolce all’apparenza e con un verso che sprizza affetto da tutti i pori, ma se non fosse stato quello scelto da Ash, il #25 sarebbe stato un Pokémon come un altro.
Eevee rappresenta invece l’essenza dell’essere Pokémon, il tipo normale ma con la possibilità di evolversi in diversi tipi, con diverse tipologie di evoluzione. È come se nel DNA di Eevee ci fosse qualcosa che lo lega all’intero mondo Pokémon, che se stimolato – che sia tramite pietra, amicizia o luogo specifico – porta la volpe ad evolversi in uno dei tipi che in questi anni abbiamo imparato ad amare. E poi dai, una volpe dolce, carina e coccolosa, che si evolve in Umbreon. Cosa vogliamo di più.
Pietro
Per essere un topo di vent’anni, Pikachu se la passa davvero benissimo. Ha superato generazioni, diete, chirurgia plastica e tutta una serie di prove che avrebbero messo in difficoltà il più potente dei Pokémon. Pikachu è quello che guarda dritto negli occhi il Dragonite di Drake sapendo che non c’è speranza, lo stesso che di fronte all’esercito senz’anima dei cloni di Mewtwo decide che è giusto non combattere, spingendo il suo avversario alle lacrime. Pikachu ancora prima di Ash è l’archetipo dell’eroe giapponese, quello che attraverso allenamento e onore si propone di affrontare e superare ogni sfida. Non importa se il tuo avversario è un leggendario o ha un vantaggio di tipo, Pikachu è sempre pronto ad affidarsi al suo allenatore o usare l’istinto nei momenti del bisogno.
Vero, ha un bel caratterino ed essere un roditore da compagnia con tendenze all’elettrocuzione non è – sulla carta – un compagno ideale, ma è lo stesso che passa dall’affrontare il Mega Gyarados di Misty a surfare come un matto o a volare con i palloncini, mostrando un’indole malleabile. La sua specie dispone di una sola evoluzione, neanche naturale, e forse proprio per questo tende ad essere poliedrica e capace di adattarsi in ogni situazione. Anche il wrestilng, di solito appannaggio del tipo lotta, diventa il suo palcoscenico con l’arrivo della tenera e letale Pikachu Libre. Ma quanto si può essere carismatici partendo dalla condizione di “preda” tinta di giallo, il colore meno adatto a sopravvivere in natura? Pikachu stravolge le regole e si pone altissimo sulla scala gerarchica.
Potete lamentarvi quanto volete di quanto possa essere “invadente”… ma Pikachu ha vinto tanto e fatto tutto, rimanendo sé stesso. Eevee è una creatura di passaggio che, senza le sue evoluzioni, non ha neanche una personalità. Caso chiuso!
Marco
La mia scelta, una quindicina d’anni fa, forse sarebbe stata differente. Pikachu è entrato nelle case di tutti i bambini degli anni novanta per via dell’anime, che poi ha contribuito a decretare il successo della serie videoludica. Per non parlare del primo film Pokémon, dove le lacrime del numero 25 riuscirono a commuovere un’intera generazione di allenatori. Il topino giallo è simpatico, sgargiante e le sue guanciotte rosse sono da strapazzata immediata. Credo che anche il suo tipo abbia influito sulla sua popolarità: l’elettricità è di maggior effetto rispetto a un semplice Attacco Rapido.
Eppure, col tempo, affacciandomi al competitivo e abbandonata l’idea del “mostro preferito”, che per forza di cose mi portava con infantilità a trascurarne altri più interessanti, Eevee è stato la luce in fondo al tunnel. Mi chiesi: “Ci sarà pure un Pokémon che potrebbe rappresentare al meglio il concept di gioco” e la risposta fu immediata. La volpina beige è portatrice di un corredo genetico duttile, che muta in base alle esigenze, all’ecosistema, al rapporto col proprio allenatore. Eevee è trasformazione pura. E di conseguenza è il simbolo dell’evoluzione, della crescita. Del gioco stesso.
Mari