Let’s GO Pikachu/Eevee: e se Pokémon GO fosse la chiave per la rivoluzione?

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Qualcosa bolle in pentola, poco ma sicuro.

Ed è qualcosa di grosso, enorme, è l’annuncio del primo titolo Pokémon per Nintendo Switch. I rumors sono aumentati in modo incontrollato negli ultimi giorni e presunte informazioni sono emerse, in attesa del reveal ufficiale che potrebbe avvenire entro le prossime ore, entro i prossimi giorni, molto difficilmente oltre l’E3.
Cosa “sappiamo”? Un remake/reboot di Pokémon Giallo in due versioni, chiamate Pokémon let’s GO! Pikachu e Pokémon let’s GO! Eevee, con protagonisti proprio le due mascotte. Due titoli dalla struttura differente e fortemente influenzati da Pokémon GO, con possibilità di connessione e scambio dati proprio con il titolo per smartphone.
Un ritorno alle origini per ricominciare, seguendo una strada e un approccio diversi o un tentativo di cavalcare l’onda dell’app per smartphone più famosa degli ultimi anni?

Gli indizi di Masuda su Twitter sono molto chiari.. Let’s GO!

Non è un mistero che gli RPG siano il mio genere preferito da sempre e non lo è nemmeno il fatto che, parallelamente a titoli con storie intricate e complesse, adori rilassarmi e giocare ogni nuovo gioco della serie Nintendo/Game Freak sin dal primo episodio, quell’indimenticabile Pokémon Rosso che comprai a 13 anni senza avere idea di cosa fosse, attirato da quel drago rosso in copertina (e un drago lo è diventato davvero solo dopo decenni). La voglia di scoprire ogni volta un mondo nuovo, di completare il Pokédex, di addentrarmi in un combat system man mano sempre più intricato puntando a creare una squadra perfetta per vincere ogni sfida, emozioni comuni a milioni di giocatori nel mondo, cresciuti e invecchiati con Pokémon; ma anche a tutte le nuove generazioni che si appassionano con i nuovi capitoli.

Dopo decenni però, la saga sembra essere entrata in una fase di stallo, continuando a tentare di dare nuova vita al gameplay con piccole rivoluzioni nel sistema di combattimento e nella narrazione, riuscendo a produrre risultati a volte spettacolari a volte no e, purtroppo, ancora vincolati dallo spettro della “terza versione”, l’edizione definitiva di ogni generazione. Pokémon ha bisogno di cambiare, di ricominciare, senza ombra di dubbio, e lo dico dopo aver amato Ultra Sole e Ultra Luna, purtroppo caratterizzati dal piccolo problema di far sembrare vere e proprie beta Sole e Luna.

Un vero e proprio ritorno alle origini? Di nuovo a spasso con Pikachu? Fortuna che c’è Eevee…

E se questa rinascita partisse proprio da Pokémon GO? Prima di ritrovarmi legato a un palo come Giovanna D’Arco da tutti i detrattori dell’app, puristi della serie principale, spero di avere il tempo di spiegarmi. Gioco a Pokémon GO dall’uscita del titolo, ho giocato quasi ogni giorno negli ultimi due anni, ho vissuto la sua evoluzione, i suoi momenti più brillanti e quelli più bui, ho raggiunto ogni obiettivo possibile nel gioco e sono ben conscio di quanto le differenze con la saga principale siano abissali. Pokémon GO NON è un gioco, è un’applicazione.
Personalmente non potrei mai giudicarlo o valutarlo con i canoni classici di un videogioco, non possedendo elementi di gameplay come la trama, come un combat system (dopo due anni ancora basato su semplice tapping su schermo) ed essendo la ricerca dei Pokémon (shiny e normali) basati unicamente e interamente sulla fortuna. Non esiste una vera e propria strategia di gioco, non esiste un metagame e non esiste competitività reale nel gioco.

Esistono classifiche di top player, esistono sfide difficili ma sono totalmente creati dalla fanbase, capace di oltrepassare continuamente i propri limiti battagliando sul numero di punti esperienza totali e sui parametri del gioco.
Intendiamoci, Pokémon GO è cambiato tanto, tantissimo da quel lontano luglio 2016 ma a oggi non sono ancora presenti gli scambi e le lotte, feature presentate sin dal primo trailer del titolo e promesse ad oltranza. Arriveranno, ma quando? Eppure, tutt’oggi decine di milioni di giocatori si connettono giornalmente e gli acquisti in-app consentono a Niantic di godere di ottima salute, investendo nello sviluppo (probabilmente) meno di quanto faccia Game Freak vista la struttura più semplice dell’app e guadagnando.

Finalmente, dopo decenni, stanno per arrivare due capitoli su home console.. chi se li ricorda?

Come può un’app parallela e lontana dal definirsi un videogioco migliorare la saga di videogiochi di maggior successo della storia? Con i fattori che l’hanno portata ad avere un successo clamoroso e costante una volta passata la moda iniziale. Prima di tutto, GO consente di conoscere gente nel mondo reale, richiede di uscire e girare, di socializzare e cooperare per superare i raid più difficili (Pokémon leggendari impossibili da sfidare in singolo), permette di creare nuovi rapporti tra le persone e di conoscere il mondo circostante interagendovi, notando spesso angoli e cose della propria città che normalmente passano inosservati. Qualcuno dirà che è ripetitivo. Si, lo è.
Ma parliamo di un’app che, come detto, può essere giocata in molti modi diversi, si adegua ai tempi del giocatore e, a meno che non siate dei cheater, crea relazioni e rapporti veri, che vanno ben oltre il giro di “caccia” e il darsi appuntamento i chat. C’è molto di più della semplice cattura del Pokémon.

Inoltre, è un mondo in costante evoluzione. La mappa del mondo circostante ha subito piccoli miglioramenti grafici nel tempo, come effetti meteo che diversificano il gameplay. Semplice, si, ma in evoluzione costante (in fondo deve girare su tantissimi dispositivi dalle differenti caratteristiche). Non c’è una mappa con reali confini, non ci si ferma a Kanto o Johto ma dovunque andiamo possiamo giocare e vedere posti e luoghi completamente nuovi.
I Pokémon che catturiamo variano costantemente, ci sono eventi settimanali che ne modificano lo spawn oltre a garantirci differenti bonus. In poche parole, non esiste una regione di gioco o due, esiste un mondo intero che muta nel tempo. In poche parole, non esiste il pericolo di una terza versione con nuove mid-gen di Pokémon che costringono all’acquisto. E scusate se è poco.

Il meteo nel gioco è basato su quello del mondo reale, ad ogni variazione cambiano i Pokémon che appaiono. Un mondo che evolve…

Abbiamo passato anni a desiderare un mmorpg di Pokémon, un titolo completo che riunisse in se le regioni conosciute e ce ne facesse esplorare di nuove, in espansione. E abbiamo avuto una Game Freak che, quando poteva creare un titolo da 9,5 ne creava uno da 7 per poi salvarsi con un remake/terza versione da 9, abbandonando per strada caratteristiche di gameplay che funzionavano perfettamente per rimescolare ogni volta le carte, senza certezze, sperimentando, continuamente. Pokémon GO, oltre ad attirare tanti giocatori casual e nostalgici e oltre a fornire l’esperienza della cattura a portata sempre di mano (a costo zero), ha semplificato tantissimo l’esperienza di gioco e ha rotto le barriere legate al mondo di gioco. Non è un MMORPG, non ha un’interfaccia virtuale complessa, NON è un gioco (lo ripeto) ma, nella sua semplicità, funziona. Funziona e continua a funzionare, con raduni mensili di giocatori, con eventi di beneficenza che hanno un impatto sul mondo reale, con la quarta generazione presto in arrivo e tanto, tantissimo potenziale inespresso. Io per primo, dopo aver letto i rumors legati ai nuovi titoli ero scettico, ma poi ci ho pensato su.

Pokémon è un brand in continua evoluzione, costellato di spin-off e titoli che sperimentano come Rangers, Mistery Dungeon e i due titoli per Gamecube. Siamo davvero sicuri che, nel caso esistessero, Let’s GO Eevee e Let’s GO Pikachu sarebbero i nuovi titoli main? Non ne sarei così sicuro.
Piuttosto, potrebbero essere due titoli sperimentali, complementari a Pokémon GO e studiati, strutturati per attirare nuovi giocatori, nuove generazioni che hanno conosciuto i Pocket Monsters proprio grazie a GO (e ce ne sono tanti).

A El Nidos, in Argentina, la comunità locale organizza eventi di beneficenza con migliaia di persone a ogni Community Day

Uno spin-off per giocatori casual o un ibrido adatto a tutti? Questione di ore forse, di giorni, di soli rumors, forse.
Come potrebbero interagire i due titoli? Nintendo Switch non è dotato di GPS interno e, pur essendo dotato di wi-fi, è improbabile che si connetta al cellulare sfruttandolo come hotspot per giocare in giro.
Non sarebbe da escludere un accessorio in grado di collegarsi sia al cellulare che alla console, come il GO Plus, magari in grado di portare con noi un determinato Pokémon come all’epoca di Heart Gold & Soul Silver.

Un titolo con un’avventura offline a Kanto, dotato di una forte componente online con la possibilità di importare i Pokémon catturati in GO e viceversa, con progressi nel gameplay portando con noi la console e giocando a entrambi i giochi o tenendoli in background. Game Freak può sperimentare come mai prima d’ora con Nintendo Switch, replicare il successo iniziale di Pokémon GO dovuto alla moda è impossibile ma creare una nuova esperienza, attirando un nuovo pubblico è possibile e, con le giuste idee, fattibile.
Se le caratteristiche principali di Pokémon GO venissero mantenute nei nuovi titoli andando a sopperire alle sue mancanze in termini di gameplay e trama, se l’esperimento si traducesse in un titolo nuovo, fresco, che restituisca la stessa immediatezza senza tradire oltre vent’anni di storia ed evoluzione, ben venga, potremmo davvero assistere a un’opera nuova in grado di attirare un pubblico nuovo, curioso di andare oltre Pokémon GO ma intimorito da un’eccessiva complessità (almeno apparente).
In fondo, Pokémon GO è l’ultimo titolo a cui ha lavorato Satoru Iwata e il suo sogno di connettere e far divertire il mondo, potrebbe diventare veramente realtà, “crescendo” grazie alla piccola ibrida di Nintendo. Se la rivoluzione partirà o no da qui, solo il tempo potrà dircelo ma dal giusto punto di vista, la prospettiva è tutt’altro che negativa…

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