Monster Hunter Stories non mi fa paura, sono già una cacciatrice

Nonostante l’introduzione mostrofila (mi piace coniare nuovi termini, so che un angolino del cervello di Pit sta esplodendo – Ebbene sì, NdPittanza) monster hunter stories non ripercorre le orme dei suoi precedenti capitoli ma costruisce una storia tutta nuova basata sul legame e il rispetto dei rider nei confronti dei monstie (cioè i mostri), così da loro chiamati. Quindi niente caccia con gli amici a notte fonda: questa volta Monster Hunter si veste di jrpg e, per giunta, jrpg di quelli classici con tanto di missioni, crescita del personaggio e storia principale da seguire per salvare il mondo da una oscura minaccia.
La storia comincia coi nostri amici alla ricerca di uova di monstie da far schiudere: crescere la creatura al suo interno e cementare la nuova amicizia è la via che porterà il nostro protagonista a diventare un rider, coronando il sogno di una vita. Un anno dopo l’attacco di un Nargacuga (un Wyvern che gli amanti della saga dovrebbero già conoscere) il piccolo villaggio di Hakum sta tornando lentamente a rifiorire ed è infine il giorno in cui avverrà il rituale del legame: finalmente potremo diventare rider a tutti gli effetti! Durante il rito avremo il piacere di conoscere quello che diventerà il nostro compagno di avventura nonché grande amico di zampa, ovvero il felyne Navirou che da ora in poi sarà sempre al nostro fianco per darci preziosi consigli (sarà un caso l’inizio del nome? Navi…).

Nelle caverne del monte Pondry, immergeremo la pietra del legame donataci dal capovillaggio Omna, un simpatico vecchietto dal fare circospetto che ha la contagiosa abitudine di interagire con rime in falsetto. Finite tutte le prove per diventare rider, comincerà il vero addestramento, e Dan, il capo rider, ci darà il primo incarico: trovare un uovo. Questa parte iniziale abbastanza facile ma mai noiosa, fa da preludio ad altre piccole missioni in attesa di entrare nel fulcro della storia in cui verrà fatta luce sul flagello nero, sul suo influsso nei confronti del Nargacuga, causa dell’ attacco ai danni del villaggio di un anno prima. Dopo la sua sconfitta alla Landa Sacra ci renderemo conto che la nostra pietra del legame è in grado di ripulire il luogo dal male. I rider conducono una vita moderata, all’ombra del resto del mondo (che pensa che i mostri vadano cacciati, non addestrati) e Dan non è molto convinto di lasciarvi andare, ma noi non possiamo certo rimanere lì, in balia di una narrazione troppo logorroica, c’è un mondo da esplorare!
Come in ogni gdr che si rispetti infatti l’esplorazione è fondamentale e va a braccetto con la trama principale, abbastanza lunga da assecondare il palato di tutti gli amanti del genere. A fare da contorno all’esplorazione e alla raccolta di qualsiasi oggetto incontrato per strada ci sono tantissime attività come prendere insetti, pescare e cercare i Poogie, cento teneri maialini sparsi nel mondo, al cui ritrovamento riceveremo diversi premi, oltre a poter tenere il nostro preferito a vista nelle stalle.

Le stalle sono un luogo molto importante nel gioco perché è qui che gestiremo il nostro party di monstie e si schiuderanno le uova. Inoltre sempre nella stalla potremo svolgere i rituali sciamanici che donano nuove abilità ai Monstie. Per farlo bisogna trasmettere geni da un Monstie ad un altro, ponderando bene quale Monstie scegliere come donatore, dato che tornerà libero in natura, abbandonando il pool di monstie da cui poter scegliere. Un altro modo per ottenere geni è usare determinati oggetti, e tornerà utile usare degli stimolanti per sbloccare slot che non potrebbero contenere geni altrimenti. La stalla può contenere fino a 200 monstie e 12 uova da far schiudere, e da qui, in una fase successiva del gioco, un’opzione ci permetterà di mandare squadre di Monstie all’avventura, (ovviamente i monstie in esplorazione non potranno unirsi alla squadra principale), per ottenere oggetti e punti esperienza; ogni area ha materiali diversi e le esplorazioni avranno più successo se invierete Monstie con elementi adatti ad affrontare quell’area, alla ricerca di oggetti più rari e in maggiore quantità.

Penso che sia arrivato il momento di rassicurare gli appassionati della serie: sebbene Stories abbia una struttura totalmente diversa dalla serie principale, il mondo di Monster Hunter rimane ricco e affascinante, nonché principale attrattiva per i fan storici. Mostri, oggetti, armi e armature tipici del simulatore di caccia fantastica+felini di Capcom sono declinati a dovere in un’avventura certo molto diversa dal solito seppur molto classica per il genere a cui appartiene.
Per questo motivo i combattimenti sono indubbiamente diversi da quelli a cui siete abituati, e molto più simili al classico gioco di ruolo a turni. La struttura ricorda un po’ la morra cinese, con tre tipi di attacco – potenza, velocità e tecnica – e uno prevale sull’altro. L’obiettivo è inanellare combo che infliggano molti danni, usando armi diverse per combo diverse. Tra le combo ci sono anche le melodie dei corni da caccia da attivare che cambiano a seconda del corno che si usa, attivabile dal menù rider sul touch screen: aldilà degli attacchi normali, il legame con il nostro monstie sarà il perno delle azioni da effettuare in battaglia. Con un buon numero di combo e vincendo i testa a testa questa abilità crescerà fino al massimo, sarà allora che potrete salire in sella al vostro amico di avventura.
Finché si rimane in sella, si dovrà rinunciare ad altre azioni che non siano i tre attacchi di cui sopra e l’attacco potente, migliorabile vincendo i testa a testa con i mostri. Diversamente si potranno usare oggetti, dalla vostra borsa preparata in precedenza, selezionando i diversi tipi di oggetto a seconda della tattica di combattimento preferita. Altre possibilità contemplano il cambio di Monstie durante il combattimento (ma una sola volta per turno), dare ordini al vostro amico che altrimenti sceglierà un’azione autonomamente e usare le abilità personali. Possibile anche la fuga, per i più codardi tra voi (ovviamente io non sono mai fuggita nemmeno una volta).

Ovviamente un gioco di ruolo non è tale senza missioni secondarie e in Monster Hunter Stories ce n’è una caterva e di tutti i tipi, dal trasporto di oggetti alla sconfitta di determinati mostri non c’è mai fine alle richieste degli NPC e sulla bacheca. Al loro completamento la giusta ricompensa: oggetti, punti esperienza o zenny, la valuta del gioco. I soldi, al contrario di quanto avviene nella vita reale dove si sa che non danno la felicità, hanno un ruolo determinante nell’acquisto e nel potenziamento di armi e armature. Solo dal fabbro potrete accettare missioni la cui riuscita si tradurrà in un equipaggiamento speciale che ha il peculiare effetto sinergia, che non è altro che un equipaggiamento abbinato al mostro che portiamo in battaglia, utile per ridurre l’uso di carica legame quando diamo comandi al nostro compagno. Infine anche la pietra del legame migliorerà per facilitare l’ingresso in squadra di Monstie sempre più rari.
Ma a proposito di Monstie, come si ottengono le uova? Le uova si trovano soprattutto nelle tane dei mostri, sparse un po’ ovunque. Alla fine dell’esplorazione i nostri eroi troveranno il nido, ma bisogna pensare bene a quale uovo portare in scuderia, dato che è possibile raccoglierne solo uno alla volta. Un altro modo per ottenere le uova, soprattutto le più rare, è combattere i mostri lungo la strada, se si ritireranno possiamo seguirli fino al loro nido sperando di trovare la nidiata rara, ed è così che ho ottenuto la mia musotta tirabaci, una “dolcissima” (tira certe codate niente male la dolcezza…) Rathian rosa.

Lo spauracchio del grinding è sempre presente nei j-rpg e Monster Hunter Stories non fa eccezione. Sebbene non si tratti di un’avventura impegnativa come Shin Megami Tensei, e la difficoltà non è mai troppo ripida, non dedicare una parte del tempo di gioco a far crescere d’esperienza il proprio party si traduce nel farsi trovare impreparati nelle battaglie venture e allungarne i tempi. Il target ideale quindi più che il bambino è l’adolescente, che troverà un gioco mai frustrante e mai troppo facile, con una difficoltà dalla progressione costante e mai ingiustificata. Sono certa che chi è cresciuto a pane e Dragon Quest troverà un titolo più semplice ma di qualità, mentre chi non è avvezzo al genere un ottimo titolo da cui partire, senza boss scoraggianti in stile “passaci sopra una giornata” (ma non per questo privi di maestosa figaggine).
In parole povere: non è tutto puccioso quello che luccica, non fatevi ingannare dal character design melassosamente tondeggiante e dai colori sgrargianti e solari: senza impegno il povero protagonista verrà abbrustolito e rosolato per bene.

Il fatto che Monster Hunter Stories non abbia venduto molto in Giappone è un vero e proprio mistero. Siamo di fronte a un gioiellino, che riesce a spiccare nel catalogo di Nintendo 3DS, una console che ha un sovraffollamento di giochi di questo genere. Tuttavia stiamo davvero parlando di uno dei titoli migliori per 3DS, che trabocca di contenuti, garantendo tantissime ore di gioco, e che si distingue in qualità, rendendo piacevoli e memorabili quelle ore.
Dato che non sarei obiettiva se non trovassi dei difetti è mio dovere elencarli, sebbene nessuno di questi pregiudichi la qualità dell’opera. Spremere così tanto il 3DS, mettendo così tanti elementi su schermo, con tanti effetti dai colori accesi, si traduce in un frame rate non troppo stabile in alcuni frangenti (poco frequenti per fortuna) in cui cala vistosamente, qualche secondo di caricamento di troppo da un’ambientazione a un’altra (per chi è abituato alle cartucce, come i possessori di 3DS appunto) e in effetti pop-up repentini quanto sgradevoli alla vista. Problemi che non rendono il gioco meno fruibile, chiaro, ma che comunque vanno segnalati.
Un altro piccolo difetto è da aggiungere alla lista per chi possiede il vecchio 3DS e avrà una gestione delle telecamere un po’ legnosa, al contrario di quanto avviene con New 3DS dove lo stick rimedia. Una scelta incomprensibile è quella di non portare gli amiibo del gioco in Europa. Questo mi aveva indotto a pensare che la funzione non sarebbe stata supportata, invece, andando dal Felyne competente (il Collegatto), ho potuto provare qualche altro amiibo in mio possesso. Probabilmente gli amiibo di Monster Hunter elargiranno oggetti in-game migliori, ma ovviamente non sono in grado di poterlo confermare.

I controlli accontentano sia i puristi dei comandi tradizionali, sia chi preferisce il pennino alla mano, con il quale impartire gli ordini tramite semplice tocco. Lo schermo inferiore viene usato principalmente per visualizzare la mappa e informazioni sulla destinazione per il prosieguo della storia, oltre ai menù durante i dialoghi. La mappa è immensa e passeggiare in giro per foreste città, deserti sarà un piacere sia a piedi che in sella ai vostri Monstie, ognuno con abilità indispensabile per il raggiungimento di determinate zone, a seconda che nuotino, volino e così via.
Se non si fosse ancora intuito, Monster Hunter Stories è un titolo prevalentemente single player. “Prevalentemente” perché è possibile affrontare altri rider nel mondo, tramite battaglie in rete o in locale, ma non avendo avuto modo di provare mi limito alla menzione. In egual modo cito lo streetpass, attivabile andando dal Felyne, grazie al quale scambiare non solo carte rider con gli altri giocatori, ma anche tane streetpass per ottenere altre uova come neanche nostra signora Ester si sognerebbe. A completare l’offerta, la possibilità di dlc.

Offerta che anche senza contenuti scaricabili è cospicua, attestandosi sulle 40 ore per la main quest. Ma soprattutto ribadisco la qualità: dalla grafica che spinge a tavoletta il portatile nintendo con animazioni fluide e scenette buffe e divertenti, alle musiche ora epiche ora rilassate, tutte orchestrate in maniera deliziosa e che si fondono in maniera naturale con ciò che circonda il giocatore. E ciò che circonda il giocatore è il mondo di Monster Hunter, rivisitato e riadattato in maniera superba, oggetto per oggetto, per offrire un j-rpg dannatamente solido ma anche leggero e assuefacente. Se volete un jrpg come si deve lo avete trovato, e se cercate me, mi troverete ancora qui, col mio 3DS in mano, a caccia di uova rare.